Capitolo 25

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«Ma tu guarda chi c'è! È proprio vero che chi non muore si rivede, eh?», sento esclamare da una voce che ormai conosco fin troppo bene e che non può non farmi sorridere d'istinto.

Alzo lo sguardo dal foglio che tengo in mano e lo porto sulla figura del mio amico, Mattia, che ha a sua volta in mano un foglio identico al mio.

Ce l'abbiamo fatta entrambi, e tra poco dovrebbe raggiungerci pure Luca, mentre Giulia ha già sbrigato queste pratiche ormai da giorni. Non è mica come noi, lei. Non si riduce mai all'ultimo giorno disponibile per portare a termine qualche consegna, anzi, lei è quel tipo di persona che svolge tutto quanto prima ancora che venga definita la scadenza. A volte vorrei avere la sua costanza e volontà di fare, ma alla fine sto bene nella mia brutta abitudine di procrastinare fino a quando ormai è troppo tardi, fino a prendermi a insulti per quanto stupida sono stata a non iniziare in tempo. Non sarei io, se non facessi così ogni dannata volta. E in fondo a me va bene così.

«Buongiorno anche a te, Matt», gli sorrido, mentre lui avanza e si viene ad appoggiare con la schiena al muro al mio fianco, imitando la mia posizione sorprendentemente comoda.

Quando sei uno studente universitario, riesci a trovare comodità anche nelle condizioni più improbabili, è una dote che si sviluppa col tempo col fine di sopravvivere in mezzo a queste mura.

«Buongiorno un cazzo, sparisci per un'intera giornata senza dare segni di vita e tutto ciò che riesci a dire è "buongiorno"?!», sbraita, seppur in modo giocoso, attirando così l'attenzione di tutti gli altri studenti qui presenti.

Scrollo le spalle.

«È stato per una buona causa», tento di giustificarmi e, non appena mi volto leggermente verso di lui, lo vedo roteare gli occhi.

«Oh sì, la conosco bene questa buona causa», sbuffa. «Le ho viste le foto di te sul palco che ti fai fare una serenata da quel bel tipo... almeno gliel'hai data dopo?».

Inarco un sopracciglio nella sua direzione, facendolo ridacchiare.

Non lo credevo un fan.

«Tutta colpa di Giacomo, è un grande fan di Ultimo, ieri sera ero da lui e controllava sempre gli aggiornamenti dal concerto», mi spiega e io annuisco. «Ah, a proposito, ti sei guadagnata tutta la sua invidia, sappilo».

Sono contenta mi abbia parlato di Giacomo, di solito tende a evitare l'argomento o anche soltanto di menzionare il suo semplice nome. Non l'avrei mai pensato da parte di un ragazzo estroverso e tutto fuorché pudico come Mattia, che ci ha sempre raccontato di tutto e di più sulla sua dimensione sessuale e non, ma a quanto pare mi sono dovuta ricredere nel preciso istante in cui ha incontrato Giacomo. Inizialmente nemmeno voleva dirci il nome di questo ragazzo misterioso, poi non voleva dirci dove andavano, cosa facevano, quale fosse il rapporto tra di loro. Poi, una sera davanti a una ciotola di popcorn e un film d'animazione, ha vuotato il sacco. Non che si sia aperto molto: ci ha semplicemente detto che si chiama Giacomo, è un anno più grande, studia medicina e si frequentano ufficialmente. Ci ha raccontato tutto con monosillabi, mormorii e guance rosse, come se si vergognasse.

Non capivo proprio il perché di quella vergogna, specialmente considerato il fatto che pudore e Mattia siano due parole che non possono proprio convivere né nella stessa frase, né tanto meno nello stesso libro. Poi un giorno è venuto da me perché ero abbastanza giù di morale per Niccolò, quando è partito per il tour, e abbiamo trasformato il nostro pomeriggio-chiacchiere in pomeriggio-confessioni. Mi ha raccontato che casa sua, in Puglia, è in un piccolo paesino di provincia, quelli in cui si conoscono tutti con tutti e non esiste la privacy, perché tutti sanno ogni dettaglio della vita degli altri, non è possibile mantenere dei segreti. In posti del genere, purtroppo, argomenti come la sessualità sono ancora visti non molto bene, e lui ha paura di dirlo ai suoi genitori, che ancora non lo sanno e credono, anzi, che sia fidanzato con Alessia, data la quantità di tempo che hanno passato al telefono mentre lui era a casa sua in Puglia.

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