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Fra tutti i ricordi che ho con Chester, quel pomeriggio rimane sempre uno dei più belli.

Mi aveva portata ad una palestra, ed inizialmente ne ero rimasta leggermente...stupita, ecco.

Ma mi aveva guidato all'interno della struttura, attraverso tutti i mezzi per il bodybuilding e anche dei sacchi da boxe. Qualcuno ci osservava, ma erano tutti impegnati a fare i loro esrcizi.

Poi aveva tirato fuori delle chiavi della sua tuta e aveva aperto una porta con grandi vetrate, e ci eravamo ritrovati in una piscina.

Certo, ammetto fosse dozzinale, ma la temperatura della camera era calda e subito mi venne voglia di entrare nell'acqua, che sembrava emanare vapore.

"So che non è il massimo. Sai mi alleno qui, da molto. Conosco il proprietario, e per oggi abbiamo questo spazio tutto per noi." mi sorrise, passando una mano fra i suoi capelli castani, per poi puntare lo sguardo su di me.

Probabilmente la cosa che più mi fece avvicinare a lui, era il modo che aveva di guardarmi.
Riuscivo a vedermi con i suoi occhi, e mi piacevo così com'ero.

"Allora dovremmo approfittarne."

Fui timida, si. Era la prima volta che mi vedeva in costume, e la cosa mi imbarazzava leggermente.

"Andiamo, Principessa, ti vergogni?" si prese gioco di me.
"Perché dovrei? Almeno non sono mezza nuda da un balcone." lo scherní, e subito mi si avvicinò con uno scatto, cingendomi i fianchi.

Pelle su pelle, era straordinario.

"Ora ti faccio vedere io." disse, caricandomi sulle spalle.

Tutto quel contatto mi diede alla testa, le sue mani erano quasi posate sul mio fondoschiena, e il fatto che lo avesse fatto per giocare, e non con malizia, mi piaceva molto.

Non appena mi molló entrai in collisione con l'acqua, per un secondo fui completamente immersa, ma con una spinta tornai in superficie. Giusto in tempo per guardarlo buttarsi proprio accanto a me.

Quando riemerse, sembró un'altra persona.
Una strana luce dominava i suoi occhi cristallini, che erano perfettamente abbinati al colore dell'acqua limpida.

Con una leggera pressione sulla mia schiena, spinse il mio corpo sul suo, costringendoli a combaciare.
E con la mano libera mi posó una carezza sul viso, per eliminare le ciocche di capelli che vi erano.

"Sei bellissima, Emma."

Era bello come fosse in grado di fermare il mondo con una semplice frase.
Il fatto che mi vedesse bellissima, era qualcosa che per me contava.
Ciò che lui vedeva, era importante. E vedeva me, niente di più, niente di meno. Io e lui, seminudi in una piscina.

In un secondo le nostre bocche si trovarono, e ci spingemmo uno contro l'altra fino a far intecciare le nostre lingue.
Pelle su pelle, solo qualche straccio a separarci.

Fui io la prima a far vagare le mie mani lungo il suo corpo, sui suoi addominali, sul suo collo teso.
Prese a fare lo stesso con me in un istante, mentre le sue labbra si spostavano sul mio collo, le sue mani andavano su e giù, sulla mia schiena, sul ventre. Quasi ovunque, tranne che dove avrei voluto. Quindi mi spinsi ancora di più verso di lui, impulsivamente le mie gambe si ancorarono al suo ventre e sentí quanto eccitato fosse.

Forse fu quello a svegliarmi, ma con un movimento gentile mi separai.
Sapevo che non era ancora il momento per noi due.

"Scusa." sussurrai, abbassando il volto e staccandomi definitivamente.
"Emma, non pensare male di me. Non siamo qua per questo, siamo qua perché pensavo ti sarebbe piaciuto, ok?"
Io annuì, ma ero ancora dubbiosa sul fatto di averlo deluso.

The suicide Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora