A Louis sembra vivere in un carcere. Non sa cosa sia peggio: gli allievi che se la tirano perché vivono nel lusso e hanno i soldi del papi a pagare le tasse di quella scuola o la divisa pesante che gli si appiccica addosso non permettendogli di respirare.
È passata una sola settimana e l'unica persona che sembra trattarlo come un essere umano è la ragazza bionda con la gamba fuori uso – Taylor, dovrebbe chiamarsi Taylor.
Max, invece, è davvero compiaciuto della sua presenza. Ora non è più costretto a compiere i lavori peggiori perché c'è Louis! Louis che lava le vetrate infinite di quelle sale di danza, Louis che spolvera i lampadari più alti – il che non è proprio un impresa facile perché non è tra le persone più alte – e oh, quasi dimentica: Louis che si occupa di raccogliere e buttare tutta la sporcizia di quei dannati damerini. Come in quel momento.
Sta caricando sulle spalle due buste della spazzatura e sta sgattaiolando fuori da quella mastodontica struttura.
Un fischio richiama la sua attenzione.
Louis vede quello stronzo del suo amico venire verso di lui, guidando una macchina che macchina non la si può proprio definire. Un catorcio di seconda mano forse conserverebbe un aspetto migliore.
"Sono venuto qui per salvarti, mia donzella." Apre lo sportello e ne esce fuori in tutto il suo splendore, Zayn Malik. Solita giacca di pelle sulle spalle e un cerchietto nero a tirargli indietro i capelli corvini diventati ormai così lunghi da poter essere raccolti in un codino di pessimo gusto.
"Chiudi quella boccaccia." Non risuona minaccioso, quanto più divertito. È vero, si è preso ben duecento ore di lavoro socialmente utili per lui e sì, lo rifarebbe altre mille volte perché a questo servono gli amici e Zayn sarebbe stato mandato direttamente in riformatorio per quella bravata. Non ne valeva proprio la pena.
"Sono io ad averti parato il culo, o sbaglio?" gli ricorda, buttando la spazzatura nel cassonetto.
Zayn alza le mani in segno di resa e gli porge il pacchetto di sigarette, ancora intonso.
"Puoi fare cinque minuti di pausa, no?" Domanda retorica. Non potrebbe nemmeno rimanere a parlare con Zayn, in quel momento e se qualcuno lo vedesse e facesse la spia con la direttrice, lei non esiterebbe a contattare il giudice per ritrattare le condizioni.
Ma "Dammi la sigaretta, muoviti" gli dice Louis, perché a lui non importa proprio di Miss Calder, di quella scuola e di quel branco di damerini che la popolano.
"Com'è il posto?"
Louis alza le spalle. Non così male, vorrebbe dirgli – togliendo giusto gli allievi che neanche si premurano di non lasciare impronte delle loro scarpe su un pavimento che Louis ha lucidato due secondi prima.
"Una merda." Preferisce rispondere, perché Louis non denigra tanto il posto quanto più il concetto che incarna. E la Marylands School of Arts rappresenta, a tutti gli effetti, il prototipo di scuola elitaria e classista che ammette esclusivamente nomi rilevanti dell'elite newyorkese.
"Dici così perché non sai ballare come loro, ammettilo!" Lo provoca, ma con Louis quelle provocazioni non funzionano. A lui non serve una scuola che gli insegni, si accontenta di quello che sa e si accontenta di apprendere dagli altri che lo circondano.
"E chi vuole ballare come quelli!" Inorridisce al solo pensiero di ritrovarsi in quelle condizioni, con un insegnante rugosa a dettare il ritmo con il bastone della sua vecchiaia ad aiutarla con la schiena.
"Perché? Come ballano?"
"Ballano con i tutù!" Sta esagerando. Ha spiato qualche lezione e si è reso conto di non essere decisamente in grado di apprendere quella danza, quelle regole e posizioni. Sono tutti dannatamente ingessati e le ragazze gli mettono ancora più soggezione perché hanno quell'espressione seria che se solo volessero, potrebbero ucciderti.
"Non può essere così terribile!"
Louis si sbottona la tuta, allacciando in vita le maniche. Finalmente è libero nei movimenti indossando la sua semplice canottiera bianca.
"Fanno, più o meno, così!" E Louis li imita, incurante di essere soggetto di sguardi curiosi da parte di uno di quelli che lui definisce damerini.
Louis prova a saltare come fanno loro, uno di quei salti in cui le tue gambe dovrebbero aprirsi ad una distanza tale da far male solo a guardare. Non ci riesce, è scoordinato e atterra di culo in maniera sgraziata.
Si rialza sorprendentemente con un agile movimento, facendo perno esclusivamente sul suo braccio.
Tenta di fare una piroette. Ne avrà viste fare più di un centinaio in quei giorni e ha visto ragazzi riuscire a farne più di dieci di fila – Louis riesce a farne a malapena una più un mezzo giro, a grandi linee direbbe di averne fatte due per essere generoso con sé stesso.
"Non ridere!" Anche Louis non riesce a trattenersi, però. Non quando tenta miseramente di fingersi un ballerino classico quando lui nel suo sangue ha l'hip hop, il ritmo, il soul R&B su cui lui e Zayn amano farsi le canne dopo cena.
"Hai un ammiratore." Gli dice Zayn, indicando con un cenno del capo un ragazzo. Louis si gira e affilando lo sguardo, vede in lontananza una testa fin troppo familiare.
Il ragazzo che è caduto. Non sa neppure come si chiami, sa solo che è accidentalmente caduto sul pavimento bagnato e lui ha dovuto trattenersi dallo scoppiare a ridergli in faccia perché non ha mai visto nessuno cadere a terra con tale leggiadria. Oltre al fatto di non aver mai visto nessuno così bello in calzamaglia, con i capelli tirati in uno chignon malfatto e i muscoli che guizzavano ad ogni movimento.
"Facciamogli vedere come si balla."
Zayn aziona dalla macchina la radio che quasi per miracolo riesce a sintonizzarsi su una delle numerose stazioni radio. La ricerca di una base termina dopo sole tre stazioni, un pezzo dell'ultimo momento Strip Down viene trasmesso.
E Louis lo balla. Lo balla verso Zayn che lo accompagna applaudendo al ritmo di musica e di tanto in tanto, persino verso quello sconosciuto che pensa di non essere stato avvistato da dietro la finestra che sta usando come nascondiglio.
Louis è bravo, ballare gli riesce da quando ne ha memoria e se ne vanta quando altri si danno arie per talenti inconsistenti. La sequenza di passi termina quando Louis, agilmente, decide di saltare sul cofano della macchina e darsi la spinta necessaria per una capovolta.
Harry sente il suo cuore perdere un battito quando lo vede a mezz'aria e recupera il suo respiro solo quando lo vede atterrare su entrambi i piedi, sbatte più volte gli occhi per assicurarsi che non gli stiano mentendo.
Il battito, però, lo perde una seconda volta. Quando Louis si gira nella sua direzione e agita una mano in aria, gli dice qualcosa ma non riesce a leggere il labiale – Harry fugge.
Tutto per te, principessa. Queste sono state le parole di Louis.
Ω
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Where soul meets body L.S
FanfictionLarry | StepUp!AU | Menzioni di violenza e omofobia | 46.4K Dal testo: "- Harry, come puoi pensare che io non creda in te? Io credo in te, cazzo, molto più di quanto non fai tu." Deglutisce perché capisce di star dicendo troppo. Frasi così dirette...