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Harry non ringrazia Niall tantomeno Taylor per quella bravata, ma non si è nemmeno arrabbiato con loro per averlo chiuso in uno sgabuzzino in compagnia di Louis Tomlinson. Finge che non sia mai successo, un po' come la direttrice Calder ha finto di credere alle loro spiegazioni quella notte.
Liam Payne sta dirigendo la sua orchestra ed Harry calca il palcoscenico – non è andata così male come prima prova, specie per aver dovuto riadattare il pezzo da zero.
"Non ti ho mai visto fare questo stile prima d'ora" gli dice Liam gioviale, dopo aver congedato l'orchestra. La voce suona particolarmente fiduciosa, una scintilla di sincera curiosità a colorargli gli occhi. "Sei molto bravo."
Harry sta bevendo acqua e gli sorride debolmente – non mi hai mai visto fare questo stile perché non è il mio. Avrebbe voluto dirgli, ma poi i suoi pensieri volgerebbero a Louis e si rattristerebbe e non può permettersi influenze, ora. Non ad mese e mezzo dalla fine.
"Ho sperimentato" Una risposta lapidaria lascia Liam interdetto. Harry non è il tipo da silenzi, mai stato in vita sua eppure molte persone gli hanno fatto notare quanto poco loquace possa essere in quei giorni.
Liam gli dà una pacca sulla spalla e "ottimo lavoro" si allontana per recuperare la sua cartellina. Harry lo raggiunge, dopotutto è proprio a lato del palcoscenico che ha malamente buttato il suo borsone – usa raramente i camerini, già.
Vede Liam particolarmente interessato alla sua borsa e deve accorgersi di essere stato ben poco discreto.
"Scusa, amico, solo- mi è caduto l'occhio." Si scusa, poggiando la cartella sul pianoforte – unico strumento ancora sul palco, tutti gli altri sono stati già posizionati nel golfo mistico. "So che tra poco scade il termine d'iscrizione." Lascia cadere il discorso in sospeso, guardando Harry dritto negli occhi.
Così il ragazzo capisce che deve aver visto i moduli di applicazioni per l'audizione – no, non ha ancora deciso un bel niente ed è ancora intenzionato a non presentarsi. C'è un ma, dev'esserci per forza altrimenti perché averli stampati?
"Come fai a saperlo?" Chiede Harry, seppellendo quelle schede il più lontano possibile dalla sua vista.
"Le audizioni per l'American Ballet Theatre corrispondono a quelle per l'orchestra."
Liam ha un sorriso sornione in volto ed Harry è sorpreso dalla piega che ha preso quel discorso: non immaginava proprio che avesse intenzione di lasciare la Maryland School of Arts, non ora che ha acquistato un gran rilievo e stima tra i professori dell'istituto.
"Oh, non avevo idea-"
"Cercano dei violinisti." Ed Harry si chiede se ne valga la pena. Quanti anni potrà mai avere Liam? Gliene dà a malapena venticinque ed è già un ottimo direttore d'orchestra – cosa ci guadagnerebbe nel tornare sui suoi passi e rispolverare il suo vecchio violino? "So cosa stai pensando, Harry, ma si parte a piccoli passi no? Toscanini prima di diventare il più grande direttore d'orchestra di tutti i tempi era un violoncellista, prima ancora di essere un violoncellista era un pianista. Piccoli passi."
Harry annuisce, più convinto questa volta. Spera davvero che Liam possa farcela – insomma, non se ne intende così tanto di musica ma se non fosse stato bravo come crede dubita che la temibile Eleanor gli permettesse di insegnare nella sua amatissima scuola.
"Quindi, ti iscriverai?" Gli domanda curiosamente.
Harry scrolla le spalle e "mi hanno iscritto, devo solo dare conferma" Liam rimane sorpreso. Non ha mai sentito di un ballerino che non volesse provare ad entrare nel corpo di ballo più prestigioso d'America.
"Ti hanno iscritto?" È, infatti, la prima cosa che gli chiede.
"Una persona ha voluto farmi una sorpresa." Harry vede Liam aggrottare le sopracciglia. Potrebbe giurare di vedere i meccanismi del suo cervello muoversi a rallentatore per ingranare un ragionamento tanto è concentrato.
"Non mi sembri molto felice." Il che sembra strano, perché lui sarebbe stato felice di ricevere quei documenti. Si sarebbe commosso e avrebbe ringraziato chiunque gli abbia voluto fare una sorpresa così gradita. "Dovresti ringraziarlo." Gli suggerisce.
"Non saprei come." Non so neppure se voglio farlo. Fino a prova contraria, avrebbe voluto davvero urlargli contro che se non si sarebbe dovuto permettere di ficcare il naso in affari non suoi.
"Questo è il motivo per cui sei così crucciato? Si dà il caso che ho la soluzione a portata di mano!" E Liam quando dice a portata di mano lo intende in maniera letterale – Harry lo vede frugare nella sua cartella, in realtà sembra più litigarci ma alla fine deve uscirne vincitore.
"Sabato suono all'inaugurazione di un hotel, l'Empire. Uno degli alberghi più chic di tutta New York." Glieli porge ed Harry non crede proprio di poter accettare – non potrebbe davvero invitare Louis ad un evento del genere, non è nemmeno sicuro ci andrebbe con lui. Probabilmente rifiuterebbe non appena saprebbe il luogo in cui si svolge l'inaugurazione.
"Non vorrai davvero regalarmeli? Qualcun altro sarà lieto di sentirti, Liam."
Ma lui non sente ragioni, anzi "ne ho a dozzine di inviti. Mr. Bass è davvero generoso, quando vuole" gli dice scusandosi perché non può davvero trattenersi oltre.
Harry lo ringrazia ancora una volta e "Buona fortuna per tutto" è tutto ciò che si sente di consigliargli. "Soprattutto nel comunicarlo a Miss Calder."
Liam ride di cuore a quella precisazione: sa bene quanto quella donna incutesse timore tra quelle quattro mura e sa bene che girano voci strane sul loro conto – ne ha sentite di belle e ha scoperto che alla cattiveria non c'è mai fine.
Lo saluta con la mano e "non credo sarà un gran problema, Harry" se ne va, lasciandolo da solo.
In quell'auditorium, con dei biglietti per una delle serate più mondane di New York ed un grande dilemma: invitare o meno Louis Tomlinson, come cavaliere?

Where soul meets body L.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora