Sixteen and eighteen
Per i suoi diciotto anni si era tinto i capelli di azzurro, Jungkook era stato il primo a saperlo, o meglio, il primo a vederlo.
Lo aveva visto scendere le scale con il borsone rosso a tracolla, le mani svogliatamente infilate nella giacca di pelle, e quei capelli celesti. Taehyung lo aveva guardato, ridendo divertito."Ehi Kookie!" aveva urlato, alzando le braccia al cielo. "Allora? Come sto?"
Jungkook non aveva risposto subito, era rimasto a guardarlo per diversi istanti.
Taehyung continuava a sorridere, allegro, e quel suo sorriso quadrato gli illuminava gli occhi. I capelli azzurri, tenuti su da una bandana rossa e bianca, gli stavano d'incanto. Difficile che qualcosa non gli stesse d'incanto. E il contrasto con il rosso li faceva risaltare.
"Allora Kookie? Sembri un pesce lesso." lo prese in giro lui, mentre Jungkook finalmente assimilava quello che aveva davanti.
"Beh, wow...poco drastico, mi dicono."
L'ombra di un dubbio oscurò per un attimo lo sguardo del celeste. "Mi stanno così male?"
Jungkook negò con la mano, in fretta. "No, no! Ti stanno molto bene, bastardo fortunato!"
A quelle parole Taehyung si riprese immediatamente. "Eh sì, lo sono!"
"Salta su, gli altri rimarranno traumatizzati." lo esortò Jungkook, battendo sul sellino della moto.
Taehyung rise ancora, si sistemò meglio il borsone sulla schiena e salì dietro di lui. "Non vedo l'ora!" esclamò esaltato.
Jungkook scosse divertito la testa. "Reggiti, scemo."
Taehyung gli strinse le braccia intorno alla vita, Jungkook prese un bel respiro e diede gas con il motore, partendo.
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Mark rimase bloccato con il bicchiere che stava servendo in mano. "Oh cazzo lo ha fatto davvero." disse tutto d'un fiato, vedendo Taehyung entrare dalla porta d'ingresso.
Il padre a cui stava servendo la birra si voltò anche lui, incuriosito dalla sua faccia sconvolta. "Oh beh..." mormorò.
Jungkook seguiva l'azzurro con i due caschi attaccati al braccio. "Ecco il diciottenne!" gridò, per farsi sentire da fuori dal bar. I compagni di squadra di Taehyung, seduti sulle sedie all'esterno, si voltarono.
"Taehyung!"
"Oddio Tae!"
Hoseok alzò entrambe le braccia al cielo, gridando. "C'è solo un capitano!"
"Un capitano!" gli gridò in risposta Taehyung, aprendo le braccia e accogliendo l'amico che gli correva incontro.
Jungkook li guardò sorridendo, il giorno dopo sarebbe stato il compleanno del suo migliore amico, era al centro dell'attenzione (come se non lo fosse sempre). Diciotto anni. Sei che lo conosceva. ra lo guardava abbracciare a turno i compagni che gli scompigliavano i capelli di quel nuovo colore così eccentrico.
Arrivò Wonho lo riportò alla realtà, era diventato un gigante di un metro e ottanta con due spalle da toro. Gli appoggiò una manona sulla spalla e strinse leggermente. "Ehi bomber, abbiamo un problema."
Jungkook prese un bel respiro e fece un passo in orizzontale verso di lui per avvicinarglisi. "Che palle."
"Oh già, ma comunque ci manca qualcuno che vada a prendere le candeline."
Il castano alzò la testa e lo guardò dritto negli occhi. "Le candeline? Stai scherzando? E Mark?"
"Mark credeva di averle, ma invece abbiamo tutti i numeri dal quattordici al ventuno tranne il diciotto, perchè lo abbiamo usato per Adam, sai, il mese scorso."
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I was sixteen (and i was only your best friend) - vkook / taekook
RomanceJeon Jungkook e Kim Taehyung si conoscono da quando avevano rispettivamente dieci e dodici anni. Jungkook era un bambino entusiasta e pieno di vita che non stava fermo un istante; Taehyung era più tranquillo, più permaloso, più spigliato con le pers...