Sixteen and eighteen
"Jungkook," attirò la sua attenzione Jin, appoggiando sul tavolo la lattina di coca-cola.
"Dimmi." gli rispose il più piccolo, bloccando il cellulare su cui stava smanettando.
"Dov'è finito Taehyung?" chiese il maggiore, guardandosi intorno.
Jungkook aggrottò le sopracciglia. "Non è qui in sala da qualche parte?" disse, tirandosi su e iniziando guardare anche lui se lo vedeva.
La sala del bar era un vero e proprio casino, sembrava fosse esplosa una bomba, ma almeno avevano abbassato la musica e ora tutti si erano riuniti a parlare in piccoli gruppetti. Ma Taehyung non si vedeva da nessuna parte.
"Hai ragione..." confermò Jungkook, alzandosi in piedi. "Vado a controllare fuori, magari è solo uscito."
Jin si allungò e prese la giacca nera di Taehyung da una sedia lì accanto. "Dagli questa se vuole stare fuori, o si prenderà una polmonite."
Il più piccolo annuì, prese la giacca dell'amico e si infilò la propria, prima di raggiungere la porta a vetri che dal bar dava sui campi, spingerla e uscire.
L'aria fredda lo accolse come uno schiaffo freddo sul viso e il suo fiato si trasformò subito in una nuvoletta bianca che rifletteva la luce dell'interno del bar.
Quelle scemo doveva proprio uscire con quelle temperature?
Si guardò intorno, sembrava tutt deserto. Sicuramente Taehyung non era uscito da solo, quindi almeno qualche rumore lui e quei suoi amici avrebbero dovuto farlo, no? Eppure fuori regnava la calma, solo gli alberi muovevano i loro rami spogli contro il cielo nero.
"E' tutto da brividi qui fuori." si lamentò Jungkook, chiudendosi meglio la giacca e dirigendosi a passo spedito verso la palestra, dove facevano gli allenamenti in inverno per stare più al caldo, era il primo posto che gli era venuto in mente, poi magari avrebbe potuto cercare anche negli spogliatoi.
Non servì.
La porta della palestra era socchiusa, qualcuno si era evidentemente dimenticato di tirarsela dietro mentre usciva, o mentre entrava.
Jungkook la aprì silenziosamente, dentro era buio pesto, tanto che l'inesistente luce esterna, che proveniva solo dal bar, proiettò la debole sagoma della porta sul lucido pavimento della palestra.
"...quel bel dildo che ti hanno regalato." disse qualcuno, lontano nell'ombra.
"Taehyung?" chiamò, insicuro, la sua voce rimbombò nel buio.
Gli rispose un rumore. Il rumore agitato di vestiti che strusciano e la voce arrochita, affannata di Taehyung. Era palesemente la voce di Taehyung che ansimava, ma che non voleva farsi sentire.
"Merda, è Jungkook." disse, sussurrando, ma doveva aver calcolato male come la voce si trasmetteva nella palestra, o forse era più vicino alla porta di quello che credeva, in qualunque caso, Jungkook lo sentì benissimo.
"Ancora sta rompere le palle quello?" rispose, sempre sussurrando, un'altra voce, irritata.
"Mi sta cercando, sarà preoccupato, scendi."
"Taehyung?" chiamò ancora Jungkook, mentre sperava di non sentire più nulla.
Scendi. Scendi da dove? Da sopra di lui? Da in braccio a lui?
"Non ci penso neanche, lascia che se ne vada e torna a occuparti di me." disse la seconda voce, lasciva.
Occuparsi di lui.
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I was sixteen (and i was only your best friend) - vkook / taekook
RomanceJeon Jungkook e Kim Taehyung si conoscono da quando avevano rispettivamente dieci e dodici anni. Jungkook era un bambino entusiasta e pieno di vita che non stava fermo un istante; Taehyung era più tranquillo, più permaloso, più spigliato con le pers...