Capitolo 2

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MRS. HELLMAN

Qualcuno mi aveva chiesto se fossi spaventata. Se fossi preoccupata. La maggior parte mi aveva chiesto solo di loro, ma alcuni avevano chiesto anche di me. Di mio figlio. Per quanto la notte movimentata avesse cercato di rimanere qui dentro, la voce si era sparsa. Tre pazienti erano scappati, due dei quali erano tra i più pericolosi. Questo provocò notizia, fece parlare la gente. Questo perché dozzine di giornalisti e fotografi si erano schierati lungo la parte esterna del Wickendale neanche dopo un giorno dalla "fuga". Le telecamere mi lampeggiavano in faccia mentre le domande mi venivano gridate nelle orecchie.

"Come hanno fatto questi pazienti ad uscire dal Wickendale?"

"La ragazza che è scappata ha qualche relazione privata con Harry Styles?"

"Pensa che Harry Styles continuerà ad uccidere donne ora che è scappato?"

"Gira voce di un terzo paziente scappato, è vero?"

"È spaventata all'idea che altri paziente possano scappare in futuro?"

Mi vennero posti tutti i tipi di domande, alle quali avevo rifiutato di rispondere. Eccetto quella in cui mi si chiedeva se fossi spaventata; non ero spaventata.

Semmai, solo un po' preoccupata per la mia reputazione. Non spaventata. Con quella piccola scogliera dietro la foresta sul retro, non potevo credere che si fossero spinti così lontano. In alcun modo potevano aver superato in astuzia i miei dipendenti, le mie guardie, me. Loro erano morti dal freddo, nella scogliera, per la disidratazione, o a causa di Madeline. Non ero preoccupata, perché dubitavo della riuscita della loro "fuga", come molti giornalisti avevano ipotizzato.

Ma anche con questa sicurezza, qualcosa mi diceva che non avevo ancora finito con Rose ed Harry. Per cui continuai a dar loro la caccia.

ROSE'S POV

Harry ed io avevamo inventato un gioco. Beh, Harry lo aveva inventato, ma io avevo contribuito un po'.

Lo utilizzavamo per mantenerci occupati quando i nostri piedi erano dolenti , le nostre gole asciutte, quando i nostri respiri non erano più in grado di fornire aria sufficiente ai nostri polmoni e i nostri corpi rifiutavano fisicamente di lasciarci correre. Le ore passarono e finalmente quel momento arrivò. Era di vitale importanza rallentare per una passeggiata. Catturavamo l'ossigeno nell'aria ed eravamo in grado di utilizzarlo a sufficienza per parlare. Ed ecco quando il gioco ci tornava utile.

Dovevamo scegliere una categoria come libri, film o frutta, e poi indovinare la cosa preferita dell'altro in quella determinata categoria. Chi indovinava, avrebbe ricevuto un punto. Ogni due domande o giù di lì ci distraevamo con qualche storia o curiosità, ma continuavamo mentre superavamo gli alberi di pino. Sarebbe potuto sembrare stupido, ma ci aiutava a pensare a qualcosa che non fosse il Wickendale o la polizia o i nostri piani inesistenti. E per di più, grazie a questa cosa realizzammo che in realtà non sapevamo molto l'un dell'altro. Voglio dire, conoscevo Harry meglio di chiunque altro, ma l'ammontare di cose che sapevo di lui, le piccole cose come le sue canzoni preferite o cosa gli piaceva mangiare a colazione, erano limitate.

Per cui mi piaceva questo gioco. E il modo in cui i suoi occhi si accendevano e il sorriso si allargava mentre lui mi parlava delle sue cose preferite mi faceva innamorare di lui sempre di più, ad ogni domanda.

"È semplice. Nessun essere umano sano di mente potrebbe preferire quella merda di Lost Horizon a Gatsby," Harry aveva spiegato dopo la domanda del "libro preferito". Una volta ne avevamo parlato nella libreria del Wickendale, ma non avevamo mai finito la conversazione.

Chaotic [h.s.] (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora