Non ero un tipo adatto alle esperienze traumatiche. Avrei voluto essere quel tipo di persona che pensava velocemente, che riusciva ad inghiottire un problema non appena ci si concentrava a trovarne una soluzione. Tipo come Harry. Era più calmo riguardo le cose. Al contrario, la mia energia era immischiata con la preoccupazione, veniva trasportata via dalle lacrime e dall'agitazione del mio stomaco. Ero un tipo nervoso, mi spaventavo facilmente. E per questo forse che fui io quella che si mise sull'attenti al suono delle sirene di polizia."Harry!" Sussurrai duramente, scuotendo il braccio che era avvolto attorno a me. Solitamente, avrei aspettato un po' per ammirare i suoi bellissimi tratti addormentati, ma questa volta non si trattava di una mattinata come le altre. Si svegliò confuso ed irritato, mettendosi a sedere quasi velocemente quanto me. "Cosa?!" Domandò scontrosamente.
Misi la mia mano sulla sua bocca, facendo aggravare la sua espressione infastidita. O almeno fino a che non ascoltò anche lui la fonte del mio panico. I suoi occhi si spalancarono, mentre alzava lo sguardo sulla strada sospesa sopra di noi.
Rimossi la mano dalla sua bocca, un fuoco si agitò nel mio corpo. Tremavo, agitandomi insieme all'adrenalina. "Cosa facciamo?"
Portò un dito sulle sue labbra, mormorando la parola 'ascolta'. E ancora una volta, sembrava calmo. E con calma e velocità iniziò a sistemare le nostre cose, togliendo via le coperte e piegandole. Nel frattempo i suoni si fecero più vicini. Le sirene si stavano avvicinando, più rumorose, come se stessero cercando di riempire la mia mente di terrore ad ogni suono.
Raggiunsi Harry, la mia mano strinse il suo bicipite. Lui si fermò, e senza neanche vederlo, sapevo che stavamo guardando entrambi verso l'alto. Il suono era così terribilmente vicino ora, a pochi metri di distanza. Mi sentivo nauseabonda con i nervi che devastavano il mio corpo.
E dopo fu proprio sopra il ponte. Ma la macchina non si fermò.
E il suono delle sirene volò sopra di noi.
Un'alluvione di sollievo piombò dentro di me, il mio corpo e il braccio di Harry si liberarono dal mio precedente nervosismo. Mi appoggiai ad Harry e lui mi lasciò rifugiare nel suo petto, i miei occhi si chiusero mentre un sospiro sfuggì dai miei polmoni.
Sentii Harry rilassarsi sotto di me. "Non tutte le macchine della polizia sono per noi." Rise quasi mentre lo diceva, arrivando alla mia stessa conclusione. "Ci sono dei reati e degli incidenti che accadono dappertutto. Quella macchina probabilmente stava solo rincorrendo qualcuno che correva troppo."
Risi leggermente per le sue parole. Mi ero così spaventata, così preoccupata, da non riuscire a considerare altre opzioni più probabili. "Stiamo bene," ridacchiò, facendo scivolare le sue mani sui lati del mio viso prima di lasciarvi tanti baci. Sulle mie guance, sulla fronte, sulle tempie, sul naso.
Non lo bloccai e non mi ritrassi come avrei fatto solitamente, ma invece risi soltanto per il suo affetto. "Mi sono spaventata a morte," dissi, dopo che lasciò un altro bacio sulla mia guancia.
"Ad essere onesto," disse, allontanandosi leggermente. "Anche io. Mi sono immaginato la Signora Hellman dietro al volante con quello sguardo fottutamente stupido sul suo viso," disse e poi cercò di imitare la sua espressione.
"Uguale a lei," risi, anche se l'interpretazione di Harry era molto più carina di quella reale.
"Grazie a Dio non ci hanno visti. Magari è un bene che siano passati di qua, probabilmente è il segno che dovevamo alzarci."
"Sì," concordai. "E comunque chi ha bisogno di una sveglia quando si hanno invece le sirene della polizia a farlo?"
"Esattamente," disse.
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Chaotic [h.s.] (italian translation)
Fanfiction"La pazzia è contagiosa." A Psychotic Sequel.