Un viaggio di lavoro (parte 6)

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ATTENZIONE!

Ciò che viene narrato è unicamente frutto di fantasia e prende spunto dai personaggi inventati dalla scrittrice Alessia Gazzola.

I capitoli proposti sono composti da racconti brevi, non necessariamente di tipo consequenziale.

Mi sveglio e mi accorgo di avere la testa di Claudio appoggiata nell'incavo del mio collo e le sue mani sul mio ventre.
Mi rendo conto che abbiamo dormito tutta la notte in questa posizione, senza muoverci.
Potrei restare qui ancora per molto tempo, poiché è confortevole stare tra le braccia di CC ma, temo che sia molto tardi.
Ieri sera, mi sono dimenticata di puntare la sveglia.
Vorrei alzarmi di scatto ma, improvvisamente ricordo che tipo di indumenti indosso e non voglio farmi vedere così, la sola idea mi provoca vergogna.
Decido di muovere leggermente la testa e di spostare le gambe, che si trovano appoggiate alle sue, nella speranza che in questo modo si svegli anche lui.
Mi basta mettere in atto questi piccoli movimenti per sentirlo sospirare e appoggiare le sue labbra umide sul mio collo.
Un piccolo brivido mi percorre la schiena ma, cerco di fingere indifferenza. 

"Buongiorno."

Con voce quasi sussurrata mi parla vicino all'orecchio e a me sembra di impazzire.
In questo momento, se solo me lo proponesse, andrei con lui anche in capo al mondo. 

"Buon giorno Claudio."

Dico timidamente e con voce flebile. Proprio mentre mi stringe forte a sé, la sveglia del suo Iphone inizia a suonare con insistenza.
Claudio è costretto a staccarsi da me, per mettere fine a quel suono insopportabile ed io ho la conferma che è arrivata l'ora di prepararsi per la seconda giornata di conferenze. Claudio torna a vestire i panni del dott. Conforti e senza più degnarmi di uno sguardo mi fa cenno che è ora di alzarsi.
Dieci minuti dopo ha già fatto la doccia e indossa un completo di alta sartoria.
Io sono ancora nel letto, coperta dal lenzuolo, che lo osservo, senza muovermi. 

"Cosa ci fai ancora a letto!" 

Il tono di voce con il quale mi parla è inequivocabilmente severo.
I suoi occhi però, si compongono di mille sfumature, in alcune delle quali mi pare di non intravedere la stessa severità delle sue parole.
Si avvicina a me e mi tende la propria mano, come se volesse aiutarmi ad uscire dal letto.
Indugio, semplicemente perché non vorrei che mi vedesse con questo pigiama. 

"Le tue solite paranoie, adesso ti vergogni di farti vedere in pigiama quando ti ho persino vista nuda!"

Con la sua solita faccia da schiaffi mi fa diventare rossa paonazzo e mi domando come faccia a conoscermi così bene da leggere i miei pensieri.

"E poi...nemmeno una sola volta... te ne sei forse dimenticata?"

Di fronte alla sua affermazione spavalda, scatto in piedi come una molla.

"Certo che mi ricordo! Soprattutto di quando te ne sei andato all'improvviso lasciandomi lì come una stupida!"  

Non so dove ho trovato la forza per rinfacciargli di quella volta nella sala specializzandi, quando dopo il momento intimo passato insieme se ne è andato all'improvviso, liquidandomi e dicendo che mi avrebbe chiamata. 
In quell' occasione penso di avere raggiunto il momento più basso della mia vita amorosa e me lo ricordo perfettamente.
Ho le braccia conserte e penso che dai miei occhi potrebbero uscire delle scintille.
Lui mi guarda e nel suo volto scorgo uno sguardo cupo.

"Però, poi ti ho chiamata come ti avevo promesso e sono anche venuto a casa tua alcuni giorni dopo." 

Sembra serio per una volta ma, non voglio farmi trasportare dalle emozioni.
Non merita comprensione il suo comportamento. 

L' ALLIEVA...AA&CCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora