Una completa estranea

Strane idee

Il giorno dopo, camminando verso scuola, incontrai Matt.

"Ciao Andrea!"
"Ciao"

Non eravamo tanto amici, quindi non vedevo perché avrei dovuto salutarlo calorosamente.

"Che fai?" mi chiese.
"Sto andando a scuola"

Me l'aveva chiesto veramente? Cosa fa una ragazza di 16 anni alle 7:30 di martedì mattina?

"Che lezioni hai oggi?" disse.
"Perché?"
"Così..."

"Storia e Inglese, due ore ciascuna"
"Ah, ok"

"Ma tu dove abiti?" gli chiesi.
"In quella casa laggiù"

E mi indicò una piccola casa azzurra.
Era la casa di fronte alla mia.

Che bello! Non solo dovevo sopportarlo in classe e come "insegnate", ma lo avevo anche come vicino di casa.

"E tu invece?" domandò.
"Nella casa di fronte alla tua" dissi con molta freddezza.

Grazie al cielo arrivammo a scuola dove i miei amici e Liam mi aspettavano.

"Devo andare" gli dissi e scappai via.

Mi avvicinai a Liam che, giustamente, cominciò a farmi un sacco di domande.
Io gli dissi che abitava di fronte a me e che lui si era auto aggiunto.

Lui tirò un sospiro di sollievo.

"Ehi, tranquillo. Mica ci faccio chi sa che!"
Ridemmo tutti.
Speravo che Matt non si fosse fatto strane idee.
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Anche quel giorno avevo ripetizioni.

Che due scatole.

Andai in biblioteca, mi sedetti e aspettai Matt.
Avevo la testa da tutt'altra parte.

Cominciai a pensare a mio padre e a come convincerlo a farmi rivedere, pubblicamente, Liam.

Ero talmente assorta nei miei pensieri, che non mi accorsi che Matt era dietro di me.
Mi mise le mani sulle spalle e io sobbalzai, spostandogliele immediatamente.

"Matt, non toccarmi mai più."
"Ok, scusa. Come mai?"
"Non è un argomento inerente a geografia"

Un modo carino per dire fatti i cazzi tuoi.

"Ok, cominciamo"

Non riuscivo a concentrarmi quel giorno. Sarà stato il tempo orrendo (pioveva a dirotto); sarà stato mio padre, il fatto è che non stavo attenta.

E Matt se ne era accorto.

"Facciamo una pausa, ok?"
"Si, va bene"

Uscii dall'aula e andai in bagno a rinfrescarmi, ma mi sentivo strana.