22. La bugiarda e l'idiota

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di Shireith

22. Adrien + Lila + Serata interessante

Vestita di tutto punto, un leggero velo di trucco ad abbellire i suoi lineamenti tipicamente mediterranei, Lila poggiò una mano sulla spalla sinistra di Adrien e si avvinghiò a lui come una sardina. «Così va bene?» domandò, lo sguardo alzato sul fotografo.

«Sì, molto bene! Bravo, Lila, bravo!» si complimentò Vincent, entusiasta degli scatti che ne stava ricavando. «Tu raddrizza un po' la schiena, Adrien.»

Eseguendo l'ordine, Adrien cercò dentro di lui la forza e la volontà di apparire sereno. Era stata un'idea di suo padre, quella di posare per un servizio fotografico poco prima della sua entrata in scena sulla passerella, per di più in compagnia dell'ultima persona che avrebbe voluto al suo fianco. Benché non capisse come persino suo padre si fosse lasciato imbambolare dalle bugie di Lila, sapeva che non poteva che accettarlo. Certo, si disse, suo padre avrebbe quantomeno potuto essere presente, anziché sparire per la seconda volta nel giro di neanche due ore.

Mentre Vincent snocciolava altri consigli sulla prossima posa da assumere, Adrien occhieggiò in direzione di Juleka, ferma in un angolo a conversare amichevolmente con Mylène: era brava a nasconderlo, ma Adrien era certo che il cambio di piani dell'ultimo minuto l'avesse ferita. Era lei la ragazza che avrebbe dovuto sfilare al suo fianco. Era lei la ragazza per cui Marinette aveva cucito un vestito abbinato a quello confezionato invece per Adrien. Non trovava affatto giusto che suo padre, da un momento all'altro, fosse spuntato dal nulla e avesse decretato che non era adatta. E Lila, come c'era da aspettarsi, non aveva avuto nulla da obiettare.

Perché si ostinava tanto, quella ragazza? Sapeva bene che Adrien non avrebbe mai più creduto a nessuna delle sue bugie, e sapeva bene di non piacergli più, ormai – perché, per quanto fosse un evento più unico che raro, Adrien non riusciva a trovare nessun aspetto positivo, in lei. Lila mentiva costantemente, feriva le persone. L'aveva vista sorridere compiaciuta, quando aveva strappato a Juleka il ruolo da protagonista. E suo padre, benché fosse il principale promotore dell'evento, non aveva nessun diritto di calpestare così i sentimenti di una sua carissima amica. Ma, ormai, il dado era tratto.

Quando Vincent domandò una nuova posa, Adrien ostentò un finto sorriso, affiancando Lila in un'altra serie di scatti. Cercò di ignorare i continui gesti inappropriati della ragazza e si concentrò sul suo ruolo da modello, ricordando a se stesso che presto lo strazio sarebbe finito. Erano le otto inoltrate; la sfilata era iniziata con un certo ritardo, e lui avrebbe fatto la sua comparsa durante gli ultimi minuti. Non mancava molto: doveva solo stringere i denti e tenere duro.

Come a leggergli nel pensiero, Vincent passò velocemente in rassegna gli scatti dell'ultima mezz'ora: soddisfatto del risultato, ringraziò i due ragazzi per il loro contributo e li congedò.

Finalmente libero, Adrien si stiracchiò gli arti indolenziti e raggiunse Mylène e Juleka. Il suo intento era quello di porgere le sue scuse alla ragazza, ma questa, non appena lo vide schiudere le labbra, lo precedette: gli assicurò che non c'era nulla di cui dovesse preoccuparsi, perché la colpa della sostituzione non era attribuibile a lui.

«Quando entrate in scena?» fu, invece, la domanda che gli porse Mylène.

«Tra poco» rispose lui. «Marinette o qualcun altro verrà a chiamarci quando è ora. Forse è meglio che inizi a cambiarmi., ora che ci penso...» Così dicendo, salutò le due ragazze, raccattò tutto il necessario e occupò il primo camerino libero. Indossò i pantaloni, le calze, le scarpe, la camicia e la giacca, per poi arrivare agli accessori. Per qualche ragione, doveva indossare un paio di occhiali non graduati che si abbinavano al resto dell'abbigliamento. Mentre li sistemava sul setto nasale, si ricordò che Marinette si era raccomandata di sfilare con la giacca stretta in una mano, senza indossarla, perciò se la tolse. Era solo un modello, lui, non uno stilista, e dunque non comprendeva bene il perché di una tale richiesta; sapeva solo che, nel porgergliela, Marinette gli aveva ricordato suo padre. Il talento, sicuramente, ce l'aveva; doveva solo aspettare di crescere per accumulare esperienza, ed era sicuro che a quel punto nessuno l'avrebbe più fermata.

Writober - Miraculous Challenge 2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora