Capitolo 25

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Il momento di silenzio è passato molto in fretta fortunatamente l'altra sera, le ragazze hanno capito perfettamente il motivo per cui non mi sento pronta ad ufficializzare tutto, e solo a fine serata ho pottuto sfatare il mio dubbio, il motivo per cui Ashton non aveva avvisato KayKay. Una pausa di riflessionme mi ha detto lui, crederci o meno, non lo so, so solo che Ashton si merita tutta la felicità del mondo e se è felice così, io non sono proprio nessuno per impedirglielo.

Tre giorni e i ragazzi partiranno in tour, oggi abbiamo l'ecografia per scoprire il sesso del bambino, e Calum sembra un bambino, non sto scherzando, anzi è peggio di un bambino al momento .

-Calum, ti prego guarda la strada e non me, giuro di non scomparire da qua allo studio della ginecologa- sospiro, esausta, la gravidanza mi fa stancare molto, e il mio ragazzo non è d'aiuto

-Chissà se sarà una Ally o un- fa per pensarci 

-Fletcher- lo anticipo, e lui mi guarda di botto, la domanda si pone da sola

-perchè?- la esprime comunque a voce alta 

-Ashton mi ha aiutato a superare tutto il fatto dell'alcolismo, e lo trovo infinitamente giusto, gli devo molto- lascio la frase a mezz'aria, non vorrei essere fraintesa

-mh, vedremo- la mano di Calum mi sfiora la guancia e io sorrido, semplicemente perchè lo amo.

-Juliet Moon- chiama il nome la segretaria affaciandosi alla sala d'aspetto dove numerose coppie aspettano di vedere come stanno i loro piccoli, io e Calum , rigorosamente coperto e camuffato con occhiali da sole e cappellino , ci alziamo e andiamo verso la fine del corridoio, dove c'è lo studio della dottoressa

-oh, Juliet sei radiosa- dice la dottoressa , sorridendomi cordialmente -lui è il padre- dice scrutando Calum, fino ad oggi ho preferito non farlo venire alle ecografie, portandomi Mali, sua sorella o venendo da sola

-si, sono il padre- dice fiero sfoderando un sorriso

-se si toglie gli occhiali da sole, potrà vedere meglio suo figlio- lo incalza la dottoressa, un occhiata veloce tra me e Calum 

-dottoressa Sun, non deve dirlo a nessuno- la ginecologa corruccia le sopracciglia, sono al corrente che ha una figlia adolescente e scommetto che segue i 5SOS quindi si, dovevo avvertirla 

-tranquilla, se è per la differenza d'età o cose simili, io non giudico- sorride cordialmente , io faccio un cenno a Cal e lui si leva occhiali e cappello, la dottoressa lo scruta -tu, sei nello sfondo del cellulare di mia figlia, fai quindi parte di quella band tipo SOS?- chiede , e io rido 

-si, dottoressa Sun, sono Calum Hood, bassista dei 5 seconds of summer, spero di vedere sua figlia tra le fan nel tour con i Chainsmokers- quanto può essere fastidioso a volte, dio solo lo sa

-si, vedrà il concerto   a San Francisco, visto che è la tappa più vicina a LA- la dottoressa si mette con le braccia conserte 

-dottoressa possiamo andare avanti?- chiedo, alcuanto imperterrita, lei annuisce e mi fa stendere sul lettino, poi come tutte le altre volte mi fa sbottonare i pantaloni e mi mette il gel bluastro, poggia la ventosa e "tu-tum tu-tum" il suo cuoricino batte.

Guardo Cal, è la prima volta per lui, la sua espressione è estasiata e i suoi occhi colmi di lacrime, è bellissimo così com'è , quando si accorge che lo sto guardando, mi prende per mano, e la bacia

-allora, voglio annunciarvi che sarà  un maschietto- sgrano gli occhi, non ero pronta a saperlo per davvero -è tutto nei parametri, quindi potete andare - sorride la ginecologa, pulendomi dal gel.

-Fletcher- guardo il mio ragazzo che annuisce 

-dottoressa, dopo il parto, se vuole facciamo un incontro con sua figlia- la voce di Calum rieccheggia nella sala silenziosa , mi sorprende sempre

-sarebbe molto bello- sorride cordialmente

-a patto che lei non dica neanche a sua figlia che la mia ragazza è incinta- eccolo, troppo inteligente per non programmare tutto nei minimi dettagli 

-affare fatto- la dottoressa allunga la mano verso Calum che gliela stringe, prima di rimettersi gli occhiali da sole e il cappello

-noi ci vediamo tra due settiamane Juliet- mi sorride cordialmente per poi aprire la porta e lasciarci andare.

Siamo appena entrati in casa, in macchina il silenzio regava, e io sono strana, mi sento quasi buttata dal balcone, non so perchè, la notizia del bambino o Calum e il suo avere sempre tutto sotto controllo, vado in cucina e prendo un bicchiere d'acqua, per poi sedermi sul tavolo, ormai lo faccio anche qua, questa "brutta abitudine" come dice mia madre c'è l'ho da sempre, ma lo faccio solo nei luoghi in cui mi sento a mio agio, e ormai qua mi sento a casa. Vorrei chiamare a mia madre e dirglielo, ma non sono neanche così sicura di essere felice, sento dei passi leggeri alle mie spalle, Calum.

-Principessa- mi chiama, posizionandosi tra le mie gambe e poggiando le mani sulla mia pancia -cosa c'è che non va?- chiede, e io capisco che allora è davvero evidente che non va qualcosa

-io, sono- non vorrei dire quella parola, mi sembra brutta, ma forse non c'è alternativa -delusa- sussurro, quasi per paura che lui possa sentirmi, le sue mani scivolano sui miei fianchi

-perchè?- chiede con tutta la dolcezza che possiede in corpo e i miei occhi si colmano di lacrime, involontariamente, qualcuna scivola sulle mie guancie 

-perchè se fosse stato femmina, io avrei pensato, stupidamenteche fosse stato un segno di Ally, per farmi capire che lei sta bene e che finalmente avrebbe potuto portare il tuo cognome. E' stupido, lo so, dovrei pensare che avremo un bellissimo maschietto, ma non ci riesco-scuoto la testa e mi metto le mani davanti gli occhi, gli sembrerò stupida e infantile 

-Juliet, posso dirti che hai ragione, ma non sono al tuo posto e non posso provare le emozioni che provi tu, mi posso immedesimare in te, ma non sarò mai te, quindi, l'unica cosa che posso dirti e di amare questo bambino, perchè lui ti amerà alla follia, come faccio io, povero pazzo me, che ti amo infinitamente- mi toglie le mani da sopra il  viso -voglio il tuo segreto per come si fa ad essere meravigliosi mentre si piange-mi asciuga le lacrime con i pollici e mi abbraccia.

Casa, al momento sarà sempre e solo tra le sue braccia e tra tre giorni, per tre mesi, sarò una nomade, senza una casa, però ho una certezza lui è la luce che mi illumina e di conseguenza illumina la mia casa.


Allora scusate l'ora, ma altrimenti non avrei potuto aggiornare.

Volevo dirvi che non so se aggiornerò spesso questa storia,  ho il blocco.

E che invece potete trovare sul mio profilo "Last Date" è una OS Muke.

Vi voglio bene

Twelve Hours||Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora