Capitolo 6

535 47 10
                                    

-Sono seria Calum, che vuol dire che mi porti a vedere le stelle?- domando al guidatore silenzioso accanto a me,e lui ghigna in risposta - sto accendendo la musica, visto che hai deciso di diventare muto- nulla, il mutismo ha rapito il bassista dei 5SOS.

Accendo la radio e le mie orecchie sentono un dolce suono quando sento Good Times degli All Time Low, e inizio a muovermi a ritmo

"I'll hate the goodbye
But I won't forget the good times
I won't forget the good times" sento e un po' mi sento così, so che tra sei ore quando saluterò Calum odierò il nostro addio, ma è così che deve andare, il bassista biondo ossigenato decide che è ora di aprire bocca e inizia a cantare

-We're the boys in black smoking cigarettes
Chasing girls who didn't know love yet - e io sorrido, peerchè so che un po' questo ci rispecchia. -Raccontami dei tuoi bei tempi - dice mentre la canzone continua a suonare,e io resto sui miei passi un secondo a riflettere

-credo che se dovrei dirti su due piedi quali sono stati i miei bei tempi,direi quelli con mia sorella, era la cosa più bella della mia vita- mi mordo l'interno della guancia per evitare di piangere

-raccontami del tuo primo amore- so che sta sviando il discorso per me,e gliene sono più che grata

-William Moseley- dico fiera della mia prima crush, il semaforo è rosso e la rockstar che al momento mi fa da autista mi guarda

-spero che tu non stia parlando dell'attore- ha entrambe le sopracciglia alzate e c'è un contrasto orrendo tra il biondo dei capelli e le sopracciglia

-si , è stato il mio primo amore- si porta una mano alla fronte

-non sei stata fidanzata?- chiede ripartendo

-no, nessun ragazzo, sono sempre stata troppo impegnata per avere un ragazzo, e nessuno mi ha mai calcolata più di tanto.- sospiro -tu Calum Hood, che non credi nell'amore?- vedo le sue nocche diventare bianche

-non sono mai stato innamorato, sono stato con molte ragazze, sia fidanzate che passatempi, ma nulla di serio.- la sua voce è rigida rispetto prima e io decido che è meglio non fare più domande al momento.

L'auto si ferma e se i film che ho visto non mentono, ho capito perché Calum mi ha detto che m i portava a vedere le "Stelle". Un ampio marciapiede scuro con delle stelle rosa sopra si disperde sotto tutti i piedi dei turisti, Calum indossa un cappellino e gli occhiali da sole .

Scendiamo dall'auto, mi prende per mano , e ci immettiamo nella confusione.

-Praticamente siamo dove ci siamo incontrati stamattina- dico per spezzare il sielenzio

-No, siamo sempre sulla Hollywood Boulevard ma un po' più distanti rispetto a stamattina, comunque, dovevi vedere le stelle, visto che sei a Los Angeles- scrolla le spalle

-grazie Cal- sussurro e non so neanche se mi ha sentita, ma va bene così.

Mentre passeggiamo penso a quanto tutto questo sia da libro, cioè, sono mano nella mano con l'idolo di milioni di ragazze,e stiamo passando una giornata bellissima, almeno secondo me, magari sono sfacciata, l'ho messo in imbarazzo davanti i suoi amici e colleghi e magari per le altre sei ore che rimangono lo metterò in imbarazzo il triplo, ma sono fatta così, e penso che questo è un po' un segno del destino, perché mi sento a mio agio con lui, e io non mi sento quasi mai a mio agio con le persone che non conosco, soprattutto se di sesso maschile.

-Juliet- vedo una mano passarmi davanti e mi rendo conto che mi ero imbambolata, persa nei miei pensieri, scuoto la testa

-scusa, stavo pensando- dico a Calum che mi sorride gentilmente

-a cosa pensavi?- mi chiede quando ricominciamo a camminare

-avresti fatto le stesse cose con Ally- chiedo di getto, anche se non è proprio ciò che stavo pensando

-si e no, cioè siete diverse, soprattutto per l'età, quindi credo avrei valutato al momento la situazione, e poi è sempre più facile organizzare delle cose per una fan, loro fanno tutto ciò che vuoi- sbuffa e io lo guardo e lo sto pensando sia carino.

-Prossima tappa? - gli chiedo guardandolo dopo una ventina di minuti che guardo le stelle, mordendomi il labbro

-dobbiamo festeggiare una cosa, anzi una persona- sento del calore affluirmi alle guance, so che sta parlando di me, il suo ghigno me lo conferma , mi trascina fino ad una pasticceria davvero carina. Le pareti sono sui toni pastello e io qua dentro stono davvero tanto, vestita completamente di nero, i tavolini sono piccoli e bianchi e c'è un bancone colmo di dolci.

-Siediti la, sto arrivando-mi dice indicando un tavolino , e io faccio ciò che dice.

-Eccomi qua - torna con due pile di pancake, una con sopra della glassa al cioccolato e una candelina rosa,e una con dello sciroppo d'acero

-come hai fatto ad indovinare?- chiedo sorridendo genuinamente

-ho un team di esperti che anche se sono tre cretini riescono a trovare le persone su Facebook,e lo sappiamo tutti che l'unico modo per sapere i compleanni è Fb, per quanto sia completamente inutile per tutto il resto- si siede e mi porge il piatto

-non riuscirò mai a mangiarli tutti- dico scuotendo la testa

-poi in un luogo meno pubblico ti farò gli auguri per bene- si morde il labbro e io giuro di essere diventata bordeaux

-grazie davvero- dico ed entrambi iniziamo a mangiare.

-Prossimo importante evento per Juliet Moon?- mi chiede non appena ha finito i suoi pancake,io ancora sono a metà, ma va bene così

-devo andare il 5 giugno a fare una visita di routine al circolo per gli alcolisti , spero che mi dicano che non devo andarci più, poi il 10 vado a presenziare alla firma delle carte del divorzio dei miei e se mi richiamano il 18 rientro in facoltà dopo quasi tre mesi- sospiro, Cal è a bocca aperta, sembra davvero dispiaciuto -scusa, non sono abituata ad un certo tipo di domande.

-Forse è meglio che io me ne vada, è stata una bella giornata- mi alzo di scatta, ho il respiro mozzato e le lacrime che pizzicano agli angoli degli occhi, avevo bisogni di liberarmi, ma non così, ho spostato l'attenzione su di me,e questo non doveva accadere.

In pochi secondi sono fuori dalla pasticceria, ma non ho la più pallida idea di dove andare, sicuramente lontana da Calum, lontana da qua, voglio andare a casa e scordare tutto questo, e so che sto per avere un attacco di panico, per questo inizio a sentire il petto pesante, e le ore4cchie intontite, mi sento mancare, so che sto per svenire, ma non succede, perché io posso farcela, so riprendermi da ciò, così inizio a regolare la respirazione e piano piano riacquisto i sensi.

Mi giro e mi vedo Calum attaccato a me

-vieni qui- allarga le braccia ed io non esito a fiondarmici dentro, per poi sentirmi protetta.-Ora andiamo in un bel posto, è una stella che illumina tutti, pronta?- mi sussurra e io sorrido contro la sua camicia.

Ehy.

Sono quà.

Per caso, non fateci l'abitudine.

Vi voglio bene.

Amo questa storia.
Amo Juliet e Calum
.

Votate e commentate...

#Easier.

Twelve Hours||Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora