• Prologue •

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"He was a son of the moon, but he was shining only for her

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"He was a son of the moon,
but he was shining only for her.
She was chaos and darkness,
but would give life for him."

Seduta sotto il davanzale della sua camera da letto, Jocelyn Whyatt si beava delle prime luci dell'alba, tenendo tra le labbra una sigaretta ormai quasi consumata ed un libro aperto tra le gambe.

I lunghi capelli neri le ricadevano ribelli dietro le spalle, di tanto in tanto li spostava da una parte all'altra con fare annoiato, concentrandosi sui rumori del bosco.

Era arrivata ad Oakville da poco più di un mese, ma si era subito innamorata di quella piccola cittadina.
Non c'erano molti ragazzi della sua età, aveva stretto amicizia solo con un paio di colleghi a lavoro ma nulla di più, non era ancora pronta a legarsi a qualcuno dopo i recenti avvenimenti.

Appena arrivata aveva trascorso una settimana in un piccolo Bed & Breakfast, la proprietaria era stata gentilissima e le aveva parlato di una villetta posta a confine tra la città e il bosco, che da anni cercava un proprietario.

Apparteneva dalla signora Marie: un'anziana signora dagli occhi verdi e vispi che aveva deciso di trasferirsi a Toronto dalla figlia a causa delle leggende che avevano come protagonista la foresta.

Jocelyn le reputava stronzate, maghi, streghe e lupi esistevano solo nella fantasia: erano storie inventate dai genitori per spaventare i più piccoli, e non riusciva a capire cosa poteva aver spinto una signora di una certa età a sbarazzarsi di una casa così bella solo per delle dicerie.

Forse da un lato però era stato meglio così, senza di esse non sarebbe riuscita a comprare quella casa ad un prezzo così stracciato, pensò.

Ricordava ancora la sua prima notte lì: dopo ore passate a rigirarsi nel letto a causa dell'insonnia era uscita sul balconcino della sua camera da letto per fumare una sigaretta e all'improvviso era stata investita da un fortissimo odore di pioggia e di lavanda, un mix strano che sembrava però portarla in estasi.
Cercò tra i grandi arbusti la fonte di quell'odore paradisiaco ma purtroppo non trovò nulla.

Sorrise rassegnata al ricordo, prima di fare l'ultimo tiro e spegnere la sigaretta. Si alzò dal divanetto e si recò in bagno per poter dare inizio ad un'altra estenuante giornata.

Si preparò velocemente infilando una tuta leggera e un paio di sneackers, e dopo aver recuperato gli auricolari uscì di casa avviandosi nel bosco per la sua corsa mattutina.

Le piaceva tenersi in allenamento, inoltre iniziare le giornate così la rilassava.

Dopo circa un'ora tornò in casa per fare una doccia veloce e cambiarsi indossando la divisa del Rose's il piccolo bar in cui lavorava.

Ormai quella stava iniziando diventare una piccola routine dal momento che aveva deciso di trasferirsi ad Oakville definitivamente.

Era stanca di continuare a scappare e chi l'avrebbe mai trovata in un paesino sperduto nel nulla?

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L'Alpha delle Terre del Nord era esausto. Aveva passato l'ennesima notte ad osservare la sua compagna da lontano, sollevato sapendo che sarebbe stata l'ultima.

Quando solo un mese prima, tornando da un riunione in un branco vicino aveva percepito un lieve odore di vaniglia e di gigli, si era subito fiondato verso di esso per cercarne la proprietaria; e quando finalmente l'aveva raggiunta era rimasto senza fiato.

Affacciata al balconcino di una piccola villetta, c'era una ragazza bellissima che tra una sigaretta e l'altra osservava la luna incantata, mentre alcune lacrime silenziose le rigavano il viso.

Proprio quando ormai aveva perso le speranze l'aveva trovata, la sua compagna era davanti a lui, non poteva crederci.

Non vedeva l'ora di abbracciarla e stringerla a se, assorbire il suo dolore per toglierle quel peso che evidentemente la stava logorando fino a farla piangere in silenzio, ma non poteva, e questo lo aveva letteralmente distrutto.

Era tornato sotto quel davanzale tutte le notti a seguire e si era chiesto più volte cosa ci facesse in quel piccolo paesino, dove fosse finita la sua famiglia e il perché di tanto dolore; ma indagando su di lei l'unica cosa che era riuscito a scoprire era il suo nome: Jocelyn.
Per il resto era un completo fantasma.

Sbuffò ancora una volta rileggendo per l'ennesima volta i documenti posti sulla sua scrivania, ma era troppo distratto per prestargli attenzione; i capelli ricci e castani gli ricadevano sul volto e gli occhi color oceano erano contornati da leggere occhiaie.

A partire da quella sera la sua vita sarebbe cambiata. Non era più solo contro tutti, finalmente aveva trovato la sua  metà.

«Jason!» L'Alpha sobbalzò tornando alla realtà, guardando annoiato il suo Beta posto a braccia conserte davanti la sua scrivania. «Ti avevo detto di riposare» continuò, ricevendo come risposta un occhiataccia.

Micael era come un fratello per lui, l'unica persona di cui si fidava ciecamente, e nonostante fosse davvero difficile ammetterlo, gli voleva bene come se fosse un membro della sua famiglia.

Era l'unico insieme ai Gamma, a poterlo chiamare per nome e rivolgersi a lui senza formalità.

«Come se fosse facile - borbottò - ho troppi dubbi per la testa, potrebbe rifiutarmi o peggio, potrebbe reputarmi un mostro.»

Se Jocelyn l'avesse davvero reputato un mostro, non se lo sarebbe mai perdonato.

Gli piaceva pensare che il resto del mondo sovrannaturale lo temeva, lo chiamavano "Slaughterous" (sanguinario) per un motivo, e lo faceva sentire tremendamente potente.

Mettersi contro di lui era come firmare una condanna a morte, ma solo al pensiero che la sua compagna potesse avere paura di lui, gli si gelava il sangue nelle vene.

Micael scosse la testa guardando l'amico dritto negli occhi «Avrà sicuramente una reazione brusca, sai meglio di me che quel che stiamo per fare la destabilizzerà, ma non posso biasimarti. Forse anche io sarei arrivato a tanto pur di stare con la mia compagna. Ciò che posso dirti è di starle accanto e aiutarla ad affrontare il nostro mondo, non sarà facile per nessuno dei due ma ricordati che è umana: ha bisogno del suo tempo e dei suoi spazi, non percepisce l'amore come noi. Adesso smetti di piangerti addosso e preparati che la luna sorgerà tra poco.»

Little Human-sospesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora