Jocelyn
Entriamo in macchina continuando a non rivolgerci la parola, dopo quel che è successo in camerino nessuno dei due ha più riaperto l'argomento.
Jason tiene una mano sul cambio mentre l'altra stringe forte il volante e i suoi occhi sono fissi sulla strada ben nascosti dietro le lenti scure. Non riesco a capire cosa io abbia sbagliato, è stato lui a baciarmi quindi questo comportamento non me lo spiego.
E se dopo il bacio avesse capito di aver sbagliato persona? Se non fossi io la sua compagna?
Sembrerà assurdo provare qualcosa per una persona come lui: un essere sovrannaturale che mi ha rapito e tenuto segregata in una stanza per settimane; ma quando siamo insieme inspiegabilmente mi sento completa.
Non voglio perderlo
«Posso sapere che ti prende?» chiedo spazientita spezzando il silenzio, stiamo percorrendo una strada diversa da quella che ho fatto con Riley all'andata, non siamo diretti al branco.
«Stavo solo pensando» risponde monocorde «Mi è concesso sapere a cosa?» ribatto incrociando le braccia al petto, prende un respiro profondo prima di iniziare.«Jocelyn non voglio che tu ti senta costretta a fare cose che non vuoi per paura di me» corrugo le sopracciglia confusa «Potresti spiegarti meglio?»«Io riesco a sentirla la paura che provi ogni volta che ti sono vicino, e mi distrugge!
Mi uccide saperti spaventata a causa mia ma non posso di certo biasimarti insomma, ti ho spaventato quando avrei solo dovuto aiutarti a gestire la situazione, continuo a nasconderti le cose e non posso di certo pretendere la tua fiducia. Ma se tu ti sei sentita costretta in qualunque modo a ricambiare il bacio, sappi che ti sbagli! Non sei un ostaggio o una prigioniera, sei la mia compagna, e trovarti è stata la cosa più bella che mi potesse capitare! Non potrei mai farti del male.» mi prendo qualche secondo prima di rispondere capendo finalmente il motivo del suo improvviso mutismo.«Non mi sono sentita costretta a fare nulla, Jason.
Ho ricambiato il bacio perché lo volevo e perché in qualche modo sto cercando di darti fiducia. Da quando sei piombato nella mia vita una sensazione stranissima ha iniziato a farsi spazio dentro di me, è come se la tua presenza riuscisse a calmarmi, a farmi sentire finalmente protetta. Ma mi spaventa tremendamente l'influenza che riesci ad avere su di me, come con un tuo semplice sorriso riesci a migliorarmi la giornata. Mi terrorizza l'idea di essere tornata a fidarmi ciecamente di qualcuno dopo troppo tempo, ho paura di essere tradita e abbandonata dalle persone a cui tenevo ancora una volta ma non ho paura di te, so che anche volendo non potresti farmi nulla.»Frena la macchina all'improvviso facendomi sobbalzare fermandosi al centro della stradina sterrata che stavamo percorrendo «Ma sei impazzito?! Che ti pren...»
Non mi permette nemmeno di continuare la frase che le sue labbra sono sulle mie.
Non ricambio subito sorpresa dal suo gesto improvviso, ma successivamente gli concedo l'accesso schiudendo le labbra e mettendo le braccia attorno al suo collo, mi slaccia la cintura di sicurezza portandomi delicatamente a cavalcioni su di lui.Sorrido sulle sue labbra giocando con i suoi capelli mentre lui scende dalla linea della mascella fino al mio collo lasciando man mano baci umidi fino alle spalle lasciate scoperte dal maglioncino a barca che indosso «Se non vogliamo andare oltre piccola umana, dobbiamo fermarci» mormora tornando a guardarmi negli occhi, arrossisco sotto il suo sguardo annuendo, mentre lui mi lascia un ultimo bacio a fior di labbra sorridendomi.
«Ora posso sapere dove stiamo andando?» chiedo appena ripartiamo, girandomi verso di lui «È un posto molto speciale per me, torneremo domani pomeriggio in tempo per il ballo» esclama appoggiando la sua mano sulla mia coscia «Stavo pensando di presentarti ufficialmente come Luna del branco domani sera, sempre che tu te la senta» inizia «Luna?» ripeto interrogativa, non è la prima volta che qualcuno al villaggio mi chiama così, ma non ho idea di cosa significhi «La Luna del branco è vista come una regina, ma è un ruolo totalmente diverso da quello che gli umani associano ad essa: è perfettamente uguale all' Alpha, infatti ha il suo stesso potere decisionale e la stessa importanza. Il tuo ruolo sarà più o meno quello di aiutarmi con le questioni del branco e presenziare agli eventi ufficiali. Inoltre avrai anche tu un consigliere, proprio come me» Abbasso lo sguardo combattuta, non credo di essere la persona giusta per un ruolo così importante.
«Che succede?» chiede lanciandomi uno sguardo preoccupato «Jason io sono sempre stata una frana in queste cose, non voglio rovinare tutto il tuo lavoro o fare guai» esclamo mentre lui scuote la testa rassicurandomi «Se la Dea ti ha legato a me, significa che sei più che giusta per questo ruolo, poi avrai tutto il mio aiuto e supporto, non ti lascio sola» stringo la sua mano ringraziandolo silenziosamente, pur continuando ad avere seri dubbi sulla mia effettiva capacità di affrontare il tutto.
Circa un'ora dopo Jason ferma la macchina al limitare di una fitta foresta e scende, prendendomi per mano camminando tra le foglie.
Mi sorride prima di dirmi di chiudere gli occhi e inizia a guidarmi lentamente nella natura per una decina di minuti. Quando finalmente arriviamo il panorama che si presenta davanti a me mi lascia senza parole.
Un vastissimo lago si specchia davanti a noi mentre i colori del tramonto riempiono l'acqua cristallina di centinaia di sfumature colorate.
«Ti piace?» domanda abbracciandomi «È stupendo» mormoro ancora incantata.
Jason indica una baita che all'inizio non avevo notato avviandosi verso di essa prendendomi per mano.«È tua questa casa?» chiedo raggiungendolo mentre infila le chiavi nella toppa prima di entrare «Sì, ho scoperto questo posto molti anni fa, è magico e nonostante si trovi in uno dei posti più freddi del mondo le sue acque sono sempre calde. Ho costruito questa baita insieme ad alcuni amici che conoscerai al ballo. Ci tornavamo tutti i weekend per staccare la spina, ma adesso non ci vediamo più così spesso» annuisco mentre lui si toglie il giubbotto prendendo della legna per accendere il camino sedendosi successivamente sul tappeto.
«Vieni qui» esclama e io non me lo faccio ripetere due volte. Mi siedo tra le sue gambe appoggiando di conseguenza la testa sul suo petto mentre lui mi cinge i fianchi.
«Devo spiegarti tante di quelle cose piccola umana, che non so da dove iniziare»mormora lasciandomi un bacio sulla spalla sospirando «Non ho venticinque anni in realtà» inizia aspettando una mia reazione «Lo sapevo già, me l'ha detto Riley ma non mi ha detto la tua effettiva età» «Ho settecentotrent'anni piccola umana, sono nato nel 1290» rimango senza fiato sbiancando, ho capito bene?!
Ride della mia reazione mentre io continuo a non aprire bocca «È andata meglio di quel che credevo in realtà, pensavo di doverti ricorrere per la foresta» dice tra le risate mentre io gli lancio un occhiata omicida. «Quindi sei un vecchietto?!» Chiedo con voce tenera iniziando a ridere, si irrigidisce corrucciando le sopracciglia «Non sono vecchio» mormora mettendo il broncio proprio come i bambini.
È bello anche così, ha qualcosa di imperfetto questo ragazzo?
Approfitta della mia distrazione per capovolgere la situazione in un movimento fulmineo. Mi ritrovo a pancia in su sul pavimento, mentre lui mi sorride ad un palmo dal mio viso reggendosi sui gomiti. «Così non vale» esclamo completamente rossa mentre lui sghignazza iniziando a lasciare umidi baci sul mio collo.
«Jason» sussurro cercando di trattenermi «Vedo che questo vecchietto ti fa un certo effetto, se non sbaglio» trattengo a stento un gemito quando bacia il punto tra la clavicola e la spalla facendomi fremere «Va bene ritiro tutto ciò che ho detto» lo sento sorridere contro la mia pelle peggiorando la situazione.
«Sei troppo vestita per quel che mi riguarda» realizzo troppo tardi quel che sta per fare e la sua faccia scioccata quando alza l'orlo della maglietta mi da la conferma che il mio incubo si è avverato, l'ha vista.
Non voglio la pietà di nessuno.
Sono orribile, non può davvero volere una come me.
Si sposta dandomi la possibilità di tirarmi su e una lacrima solca il mio viso mentre gli lancio un ultimo sguardo. «Mi dispiace tanto» è tutto ciò che dico prima di chiudermi nella prima camera che trovo scivolando contro la porta e dando inizio all'ennesimo pianto silenzioso.
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Little Human-sospesa
FantasyOakville, Canada. Un piccolo paesino nascosto tra i boschi, conosciuto da pochissime persone, se dovessi descriverlo con una sola parola sarebbe: tranquillo. Non succede mai nulla di entusiasmante, solo freddo, boschi e noia. Jocelyn Whyatt, lo re...