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Mi svegliai in un letto nero, con le coperte nere e il cuscino indovinate un po'? Nero.
Mi alzo a sedere ma una fitta al fianco destro mi fece piegare in due dal dolore. Mi costrinsi ad alzarmi, mi appoggiai al muro. Feci un passo, ci riuscii due, tre al quarto una seconda fitta mi fece cadere. Attesi ad occhi chiusi che il pavimento freddo della stanza si scontrasse con la mia pelle...aspettai per circa trenta secondi, poi aprii gli occhi e mi ritrovai Nico a dieci centimetri di distanza, aveva posato una mano sulla mia schiena e l'altra sul fianco non ferito. Alzai lo sguardo e incatenai i miei occhi ai suoi. Siamo rimasti a fissarci per venti secondi, poi mi prese in braccio e mi posò nel suo letto.

N: Non devi alzarti.

Non aspettò nemmeno una mia risposta che mi alzò la maglietta e cambiò le garze e disinfettò la fertita. Faceva tutto con estrema delicatezza, come se avesse paura di rompermi. Il dolore però c'era comunque, strinsi forte le lenzuola del letto.

Passò una settimana ed io mi ero abbastanza ripresa. Quel giorno dovevamo tornare nel mondo esterno.

Appena varcammo la soglia delgli inferi la luce mi costrinse a chiudere gli occhi. Appena ci abituammo alla luce ci incamminammo. Avevamo fatto solo pochi metri quando Nico cadde a terra.

IO: Nico!

Si alzò pochi secondi dopo, ma appena alzò lo sguardo i suoi occhi non erano neri...erano dorati.

N: Bene figlia di Poseidone... finalmente ci incontriamo.

IO: Chi sei e che cosa ne hai fatto di Nico?

N: Come chi sono?... sono un Eidolon.

IO: N-no...esci subito dal corpo di Nico.

Lo spirito scoppiò in una risata amara.

E: Ti concedo qualche secondo di vantaggio...corri.

L'amore può nascere anche nel mio cuore. Nico Di Angelo. (COMPLETA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora