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Degli scheletri mi presero per le braccia, ma nonostante mi dimenassi non mi laciavano, maledetta puntura.

N: Padre avevate promesso che non le avreste fatto del male.

A: Infatti, ho mantenuto la parola. Inoltre la prossima volta assicurati di far giurare sullo Stige. E ora vai in camera tua. Io devo sbrigare alcune cosucce, quindi starò via per circa tre settimane. Al mio ritorno deciderò cosa farne di lei.

Disse puntando una mano contro di me.

N: No, apetta...

Ma Ade con un gesto della mano lo fece svanire.

Gli scheletri mi portarono in una cella ermeticamente chiusa. L'unica fonte di luce proveniva da uno spiraglio nel muro. Mi accoccolai in un angolo e chiusi gli occhi, cadendo in un sonno, stranamente senza sogni. Mi sveglio al suono di un sussurro, qualcuno è nella cella e mi sta chiamando. Nella luce fioca vedo un volto pallido incorniciato da dei capelli neri, arruffati.

Presi la mia spada, spinsi Nico sul pavimento della cella e gliela premetti sulla gola.

N: Anna lasciami.

Disse con voce leggermente strozzata, meldetta puntura che mi ha lasciata debole. In un secondo Nico capovolse la situazione. Spinse via la mia spada, poi spinse me sul pavimento si accovacciò su di me e mi prese i polsi, tenendoli fermi ai lati della mia testa.

IO: LASCIAMI!

N: Anna ascoltami.

IO: NO!

N: Solo io posso aiutarti ad uscire di qua.

IO: Perché dovresti aiutarmi? E perché io dovrei fidarti di te?

N: Perché non hai scelta. E perché hai bisogno di aiuto.

IO: Non è vero, e anche se fosse non ho chiesto aiuto a nessuno.

N: Anna, perfavore.

IO:...e va bene.

L'amore può nascere anche nel mio cuore. Nico Di Angelo. (COMPLETA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora