Sono in una stanza buia, seduta su una sedia credo, mani e piedi legati. Non vedo niente, non sento niente...nessun rumore, nessun suono...nulla. Non sembrava esserci nessuno in quella stanza. Poi però una lama fredda si posò sulla mia gola. Scivolò leggermente sulla mia pelle...senza tagliarmi. Dal collo, al braccio, al fianco e al ventre. Una luce si accese. Davanti a me, Nico mi guardava con quegli inquietanti occhi dorati.
IO: N-nico...che cosa fai?
N: Sai...forse avevi ragione, forse, non sono mai stato tuo amico...
IO: N-no! Non è vero!
N: Oh, si invece che è vero!
IO: NO! BASTA...basta.
Ormai le lacrime scivolavano sulle mie guance. Poi un suono assordante. Nico andò fuori, poi dalla porta entrò BlackJack.
Presi Vortice e tagliai le corde, salii in groppa al mio pegaso mentre ancora le lacrime mi bagnavano il viso.
Da lontano sentivo le impecazioni di Nico.
Nel celo scuro di New York non si vedeva nulla ma ormai avevo capito molto bene dove volesse portarmi Blackjack.
Alla mia casa, dove sono cresciuta, dove sono stata allenata, dove sono nati conflitti, amicizie, nel luogo dove tutto è iniziato, nel luogo dove Chirone iniziò a fare ciò che più amava...
...direzione...
Campo Mezzosangue
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Spazio autrice Ragazzi oggi mi è arrivata la maglietta del Campo :-D
Sclerooooo..
Cooooomunque...ora vado dato che la SIMPATICONA della prof. di tedesco ha fissato una verifica dall'oggi al domani
