Sviluppo Economico e Disuguaglianze

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Pierantonio camminava tranquillo per le stradine di Venezia mentre il sole di Settembre gli accarezzava la pelle chiara. Con un leggero brivido di preoccupazione si rese conto che quello era il suo primo giorno all'università. Non si trattava più di aiuto insegnante o tirocinante: Ca'Foscari gli aveva proposto un posto come docente di letteratura giapponese e non poteva certo farsi sfuggire un'occasione del genere. Certo, si trattava di una città e un ambiente del tutto nuovo e non poteva negare di sentirsi nervoso come Natsume Soseki a Londra, però doveva farcela. Si ravvivó il ciuffo color mogano con il palmo della mano mentre entrava nella sede di Santa Marta. La portinaia lo salutò con un grugno degno di un veneto colto di prima mattina e lui ricambió con un timido sorriso. Abbassó lo sguardo e si recò verso Aula Gradoni. Non appena vide tutti gli studenti che già si erano ammassati sulle sedie per la sua lezione non poté fare a meno di stringere forte gli angoli della felpa scura. Dopo qualche istante riprese la sua avanzata verso la cattedra e con sua sorpresa la trovó ancora occupata. Un uomo stava sistemando la sua cartellina con fare concentrato. Indossava degli abiti semplici: una camicia a righe sottili lasciata un po' aperta sul petto e dei pantaloni scuri leggeri. Doveva essere il docente dell'ora precedente. Pierantonio rimase interdetto per un istante ma si avvicinò ugualmente al collega. Fu solo in quel momento che l'altro si accorse della sua presenza.
"Oh" mormorò lui. Il cuore di Pierantonio accelerò nel momento in cui i loro sguardi si incontrarono per la prima volta. L'uomo davanti a lui lo colpí con i suoi occhi azzurri proprio come il protagonista di Gan colpì la povera oca selvatica. Portava i capelli castani perfettamente in ordine sulla testa anche se erano un po' lunghi sulla nuca.
"Lei deve essere il nuovo docente di letteratura giapponese 2" disse l'uomo con un impercettibile sorrisetto interrompendo il flusso di pensieri di Pierantonio.
"Si, sono Pierantonio." Confessò lui rendendogli la mano. Quello davanti a lui la prese con decisione e Pierantonio si sentí sciogliere come il Jiyun Minken Undo nel 1890.
"Io sono Andrea, insegno da qualche anno Storia del Giappone 2. Piacere di conoscerti." Pierantonio parve piacevolmente stupito.
"Quindi è lei che ha scritto 'Sviluppo economico e Disuguaglianza'?" Andrea assottiglió gli occhi per un attimo come se lo stesse studiando prima di annuire con un cenno del mento.
"L'ho trovata una lettura molto interessante, l'ideale per il mio viaggio in treno fino a qui." Andrea tacque per un attimo e Pierantonio pensò di aver detto qualcosa di male. Del resto, quando si parlava di libri non riusciva proprio a controllarsi.
"Quale parte l'ha interessata di più?" chiese Andrea appoggiandosi con un fianco alla cattedra.
"Più che una parte in particolare, ho apprezzato il fatto che abbia dato un taglio prettamente finanziario alla storia del Giappone moderno fornendo quindi una lettura focalizzata sulle inter-relazioni tra economia e politica giapponese. È sempre piacevole vedere un fenomeno attraverso diversi punti di vista, non crede? Oltre al fatto che la selezione di fonti che ha scelto è stata eccellente." Trascorsero lunghi istanti prima che Andrea dicesse qualcosa. Sembrava come ammaliato, un po' come l'ala radicale dell'esercito giapponese quando salì al potere per il suo primo mandato Konoe.
Il brusio nell'aula si era fatto chiassoso e il loro colloquio evidentemente non poteva durare oltre. Andrea gettó una veloce occhiata in direzione degli studenti come se non fossero altro che il Kokuminto alle elezioni: fuori posto.
"Beh, penso che ora sia meglio che vada. È stato un piacere parlare con lei, spero che potremmo rivederci, chissà, magari in un altro contesto."
Pierantonio accennò un sorriso mentre Andrea gli passava di fianco per superarlo.
"Buona fortuna per la sua prima lezione." disse prendendo il maglioncino beige sull'appendiabiti.
"Grazie e a presto." Mormoró Pierantonio sistemandosi gli occhiali sul naso.
"Arrivederci."
Solo quando Andrea uscì dall'aula Pierantonio si rese conto che non era stata Venezia ad affascinato ma era stato quell'uomo, alto e slanciato, a suscitare la sua più viva curiosità.

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