Conobbe Giuseppe quando decise che era tempo di cominciare a preparare il corso. Aveva appena finito di stilare le domande per l'esame quindi aveva giusto un po' di settimane per riprendere in mano la lingua. Erano i primi giorni di gennaio e fuori si gelava, per questo aveva chiesto a Giuseppe di raggiungerlo a casa sua. Ovviamente prima di invitare un estraneo in casa aveva fatto le sue dovute indagini. Dopo aver capito come si dovesse sentire Edogawa Rampo, si era reso conto che Giuseppe era un esperto di lingua giapponese classica e della sua evoluzione. Non c'era scritto molto su di lui visto che aveva appena finito il dottorato, ciò nonostante era riuscito con successo a trovare il suo profilo LinkedIn e il profilo Facebook. Sembrava un tipo tranzollo.
Giuseppe si presentò alla sua porta alle 16.00 spaccate, né un minuto in più né uno in meno.
"Ciao, sono Giuseppe, posso darti del tu, vero?" Disse tendendogli la mano con un ampio sorriso.
E vedete, è lì che cominciarono i guai.
Quel sorriso.
Quel dannato sorriso.
"Ciao, io sono Pierantonio" gli strinse la mano "Certo, dammi pure del tu tanto penso che d'ora in avanti passeremmo abbastanza tempo insieme." ricambiò il sorriso e lo fece accomodare all'interno.
"Non avevo mai visto una casa così tanto traboccante di libri." commentò quello avvicinandosi alle pile di libri agli angoli della stanza con la stessa eccitazione con la quale si erano scoperte le serie ko e otsu. Pierantonio sorrise lievemente prima di andare a preparare il caffè.
"Anni e anni di paghette e stipendi ben investiti." Giuseppe fece una lieve risata.
"Non sai quanto ti capisco. Almeno i libri che volevi tu si trovavano in libreria, però." Il sorriso di Pierantonio si accentuò. Era bello avere qualcuno che lo capiva al volo, si sentiva un po' come Akutagawa Ryonosuke e il suo bestie Hiroshi Kikuchi. Ed avevano parlato solo pochi minuti.
Dopo aver bevuto il caffè insieme decisero di mettersi a lavoro.
"Nel programma del secondo semestre dovrai affrontare sicuramente causativo, passivo e causativo passivo che sono gli argomenti più importanti dell'anno dopo あげる,くれる e もらう, per cui devi saperli bene." disse mentre appoggiava un paio di libri di grammatica sul tavolo. Pierantonio gli lasciò la tazza di caffè che Giuseppe accettò con un mezzo sorriso.
"Seguendo lo Shinbunka il primo argomento sono ておく e てある..."
Fu così che Giuseppe cominciò a rispiegargli velocemente alcune regole grammaticali che Pierantonio aveva dimenticato col tempo. Contemporaneamente alle sue spiegazioni aveva deciso di abbozzare delle slide molto semplici che lo avrebbero aiutato a ricordare le cose importanti da dire. Scoprì che Giuseppe era molto professionale e lo apprezzava molto per quel suo lato. Stava andando tutto bene fino a quando non fu il momento di leggere qualche esempio."来週の試験のために、漢字を全部覚えておきます"
Pierantonio si sentì percorrere da un brivido di eccitazione. O miei Kami, la labiale fricativa di Giuseppe aveva appena risvegliato tutti i suoi impulsi più reconditi compresi quelli heavy metal risalenti alla sua adolescenza. Era possibile avere una pronuncia del genere in giapponese? Giuseppe era una creatura inviata direttamente da Motori Norinaga per salvare il giapponese delle Ryukyu.
"中身を入れたまま運ぶと危ないです" disse ancora Giuseppe. E, o sacro Kawabata, si sentì scuotere di nuovo come un mikoshi in un Matsuri.
"Pierantonio tutto bene? Vuoi che ci fermiamo un attimo?" Pierantonio si sentì nudo di fronte a quelle parole mentre una vampata di calore gli si concentrava sulle guance (era ancora troppo presto per la menopausa doveva darsi una ripigliata).
"A-Ah, si scusa, devo solo andare un attimo in bagno." Si stupì della prontezza con cui le parole gli uscirono dalle labbra visto la confusione ormonale degna di Another Gay Movie nella sua testa.
Si defiló nel bagno di casa sua velocemente. Una volta chiusa la porta alle sue spalle vi si appoggiò prendendo una lunga boccata d'aria. Serrò gli occhi cercando di darsi un contegno ma la voce da ascolti per l'N2 di Giuseppe ancora riecheggiavano nella sua testa. Poteva ancora rivedere le labbra rosee dell'altro muoversi insieme alla sinuosa lingua per creare suoni che l'essere umano non dovrebbe ascoltare, un po' come Buddha e i suoi insegnamenti incomprensibili in seguito alla sua Illuminazione. Pierantonio si prese la testa tra le mani mentre il cuore non voleva saperne di placarsi. Gli sembrava di essere ironicamente immerso in Vita Sexualis di Mori Ogai e non era divertente come era stato leggere il romanzo.
Si prese qualche minuto per riprendersi, si sciacquò il viso con acqua fresca e tornò da Giuseppe. Doveva cercare di rimanere concentrato e non farsi attrarre dalla nasale moraica.
"Perdona l'interruzione, possiamo andare avanti." disse ravvivando il ciuffo di capelli sulla fronte. Giuseppe gli rivolse un sorriso premuroso.
"Ok, dunque..."Quel loro primo incontro, un po' come per le teorie sull'origine della lingua giapponese, fu seguito da un secondo, da un terzo e così via fino a che Pierantonio perse il conto. Inizialmente rivedevano la grammatica insieme e scrivevano qualche slide, poi avevano cominciato ad incontrarsi in qualche bar solo per trascorrere un po' di tempo insieme. E poi Giuseppe cominciava a parla di come 今日 si leggesse kyepu e poi kyeu e Pierantonio semplicemente naufragava dolcemente in quel mare di parole pronunciate meglio di un madrelingua. Si trovava a ridere per cose assurde come i "verbi copulativi" o il linguaggio usato nei quartieri di piacere. Ogni volta che Giuseppe parlava si trovava a rivivere i piaceri della linguistica, non che a parlare di tutte quelle lingue non credesse ai piaceri che poteva dare la lingua di Giuseppe. Era sicuro che le vibrazioni della trachea di Giuseppe potessero fare delle magie che solo i pochi eletti pionieri del deep throat potevano immaginare.
Tra un'uscita e l'altra e tra il primo e secondo appello si scordó completamente di Andrea e quello che era successo tra di loro l'ultima volta. Il vero problema era che da quando Giuseppe era entrato nella sua vita non era più sicuro di niente, nemmeno di pronunciare correttamente 'Periodo Heian'. E quando una mattina al bar vicino a casa di Giuseppe, quest'ultimo gli aveva chiesto di andare a cena Pierantonio si era trovato a squittire un "sì certo." molto eloquente.
Giuseppe gli aveva rivolto un sorriso da burro di arachidi e aveva appoggiato con semplicità la mano su quella dell'altro. Pierantonio aveva sentito i puttini strombazzare le cetre per il paradiso e si era liquefatto sotto al suo tocco.
Forse tutto quello che stava facendo era sbagliato, forse aveva solo bisogno di lasciarsi andare un po'. Forse quello si sarebbe rivelata la scelta decisiva come quella volta in cui per sbaglio era incappato in Purpurea Noxa.***
Andreapaxxerello: ehi, come va? È da un po' che non ci sentiamo
Pierthewildreader: Bene bene! Con la sessione sono stato piuttosto impegnato, scusa
Andreapaxxerello: Beh che ne dici di trovarci una sera di queste?
Pierthewildreader: Scusami ma la sera sono molto stanco e non me la sento di uscire...
Andreapaxxerello: Non ti preoccupare, capisco
Ci sentiamoAndrea osservò con tristezza lo schermo del cellulare. Perché le cose tra di loro dovevano essere sempre così complicate come le relazioni internazionali tra Stati Uniti e Russia?
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Storia della Letteratura Giapponese
RomancePierantonio è un nuovo docente alla rinomata università Ca' Foscari di Venezia. Non conosce la città e si trova piacevolmente affascinato da ogni singola calle. Ma quello che lo affascinerà di più in assoluto non è altro che Andrea.