Il resto della settimana trascorse in un soffio per Pierantonio. Tra la preparazione delle slide per le lezioni e i vari aggiornamenti al syllabus aveva sempre qualcosa da fare. Ad essere onesti, non aveva avuto nemmeno il tempo di pensare ad Andrea, per questo quando gli giunse l'email da Andreapaxxerello@gmail.com il suo cuore perse un battito o due (nulla da ricovero comunque). L'email recitava:
"Caro Pierantonio, come stanno procedendo queste gaie giornate autunnali? Spero bene nonostante i numerosi impegni che l'università ci riserva. Ti scrivo in merito all'invito che mi hai elargito l'altro giorno: ho controllato la mia agenda e ho scoperto di non avere impegni questo weekend. Mi è indifferente se per pranzo o per cena e puoi decidere anche se sabato o domenica.
Spero di ricevere una tua missiva al più presto.
Cordiali Saluti
Andrea"
Pierantonio lesse tutto con un mezzo sorriso sulle labbra mentre nella sua testa prendevano vita una serie di scenari che Akutagawa levate. Premette subito sul tasto di risposta scrivendogli che gli andava meglio domenica a pranzo. Si trattenne dall'aggiungere qualche emoji super kawaii (era stato Bonaventura ad insegnargliele). Infilò il cellulare nella tasca dei jeans e cominciò già a pensare a cosa avrebbe potuto preparare per impressionarlo.***
La Domenica arrivò prima del previsto e così anche Andrea che si presentò alla porta con 30 secondi di ritardo.
"Ciao, mi sono permesso di portarti una bottiglia di Lambrusco." Pierantonio lo aveva accettato come un giapponese accetta la nuova era.
"Grazie mille ma non ce n'era bisogno...entra pure." Prese il vino tra le mani e lasciò che l'altro entrasse nel piccolo atrio del suo appartamento. Andrea si guardò intorno e la trovò una casa molto calda e accogliente. C'erano libri sparsi ovunque, erano giapponesi, francesi e italiani e andavano dalla letteratura ai trattati di filosofia.
"Ho preparato un po' di cose non sapendo bene quali fossero i tuoi gusti." Gli disse Pierantonio sparendo in cucina. Andrea sorrise trovandolo molto premuroso.
"Grazie, ma fortunatamente mi piace tutto." Disse entrando in cucina a sua volta. Pierantonio stava chinato sui fornelli con un'espressione molto concentrata. In un certo senso sembrava un Mishima intento a calcolare il suo suicidio nei minimi dettagli.
"Ah, non ho preparato carne perché sono vegetariano, quindi dovrai accontentarti di verdura e riso." Pierantonio gli lanciò una veloce occhiata. Andrea fece un mezzo sorriso prima di sedersi sulla sedia di fianco al tavolino circolare.
"Me ne farò una ragione." Ridacchiò un po'. Era così felice che Pierantonio l'avesse invitato per quel pranzo che non riusciva a trattenersi. Sorrideva con la stessa assiduità con cui i giapponesi invadevano territori cinesi nel primo novecento.
Pierantonio ricambiò il suo sorriso poco prima di spegnere il fuoco e servire la prima pietanza. Andrea prese il tovagliolo e lo appoggiò spiegato sulle cosce mentre l'altro gli elencava tutti gli ingredienti che aveva usato. Andrea pensò che a quello avrebbe potuto abituarsi."E quindi da quanto è che insegni?" chiese Pierantonio prendendo una forchettata di cibo.
"Qui a Venezia da circa un anno e mezzo, ma prima di venire qui ho insegnato a Ginevra, Heidelberg e Berlino. Occasionalmente insegno anche a Milano." disse tranquillamente mentre sceglieva con cura quale oliva mangiare per prima. Pierantonio lo guardò con gli occhi luccicanti di un Shimazaki Toson davanti ad un nuovo tipo di verso da inserire in Wakanashu.
"Fantastico. Devi aver viaggiato in sacco." Andrea incontrò il suo sguardo e si sentì arrossire. Gli sembrava così strano essere ammirato in quel modo.
Si schiarì la voce "Tu, cos'hai fatto prima di venire qui?"
"Ho frequentato vari corsi in Giappone e tenuto qualche conferenza, principalmente. Ho insegnato per un po' a Barcellona e in Francia." Andrea annuì. Non si aspettava nulla di meno da uno come Pierantonio.
Il resto del pranzo trascorse tranquillamente come il periodo del Sakoku. Parlarono del più e del meno per la maggior parte del tempo con qualche eccezione quando cadevano in un silenzio pacifico.
Si alzarono da tavola che era abbastanza tardi e decisero di aspettare ancora un po' prima di prendere il caffè.
"Se vuoi posso darti una mano con i piatti." si propose Andrea sollevando le maniche fino a sopra il gomito. Pierantonio si perse un attimo ad osservare le vene spesse che si diramavano sul suo avambraccio. Ci mise un po' troppo tempo a rispondere.
"No, non c'è problema li lavo dopo. Sei mio ospite non posso permetterti di farti lavare i piatti." Andrea si avvicinò imperterrito al lavandino.
"Beh, almeno permettimi di asciugarli. Così ci dividiamo il lavoro e facciamo più in fretta." Pierantonio lo osservò con disappunto. "E poi prendiamo il caffè." Un lieve sorriso gli arricciò le labbra.
Pierantonio annuì affranto: proprio non riusciva a non cedere a quei suoi occhioni azzurri.
"Va bene però, di solito, ascolto la musica quando lavo i piatti." Disse e fece cenno all'altro di seguirlo. Si fermò in un posto appena fuori dalla cucina che Andrea non aveva nemmeno notato. Lì, in un angolo, sopra ad un mobiletto di legno c'era un giradischi e al suo fianco tre scaffali di vinili invidiabili al negozio di musica vicino a casa sua. Pierantonio spese qualche secondo davanti allo scaffale per poi estrarre un vinile dalla copertina bianca.
"Se non ti dispiace vorrei sentire un po' di Pink Floyd." Andrea riconobbe subito il vinile e si sentì incredibilmente sollevato dal fatto che anche in quanto a gusti musicali erano simili.
"Non c'è problema, penso che 'The Wall' sia uno degli album più interessanti dei Pink Floyd." Pierantonio posò il disco e lasciò scivolare in basso la puntina.
"Ah sì? Qual è il tuo album preferito allora?" Chiese in tono di sfida mentre 'In The Flash?' cominciava a riempire l'ambiente.
"È difficile trovarne uno in particolare, diciamo che ho sempre apprezzato molto gli arricchimenti di Syd Barrett. Quello che riusciva ad inserire lui nella musica del gruppo era unico. Non penso ci sarà mai nessuno come lui. Certo, il valore di album come 'The Dark Side Of The Moon' e 'Animals' è innegabile." Pierantonio si morse un labbro: Andrea era quasi più perfetto di una poesia di Rimbaud e, oh sì, quando stava con lui si sentiva decisamente su un Battello Ebbro.
Cominciarono a lavare i piatti dibattendo come solo i veri fan dei Pink Floyd riescono a fare (ecco perché non siamo degni di partecipare al loro dialogo), l'uno strofinando il piatto con la spugna insaponata, l'altro sciacquando. Era un'atmosfera perfetta ed entrambi si sentivano come due protagonisti di un romanzo di Haruki Murakami (tutti tranne Kafka sulla Spiaggia woops). Andrea si sentiva dentro ad una bolla di felicità che non provava da quando aveva scoperto che il Giappone aveva mantenuto la Costituzione inalterata dal 1947. Era vero, in quei giorni aveva cercato di evitarlo perché non sapeva come comportarsi dopo la sera del bacio ma si era reso conto che non vederlo lo aveva reso ancora più triste. E più quel loro rapporto procedeva, e più loro si conoscevano meglio, piú Andrea sentiva che loro erano due anime perse che nuotano in una boccia per pesci rossi.
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Storia della Letteratura Giapponese
RomancePierantonio è un nuovo docente alla rinomata università Ca' Foscari di Venezia. Non conosce la città e si trova piacevolmente affascinato da ogni singola calle. Ma quello che lo affascinerà di più in assoluto non è altro che Andrea.