Letterario, troppo letterario [1]

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Pierantonio passeggiava per le calli con il sorrisetto felice di un bambino di fronte alla Nutella. Ormai l'inverno aveva abbandonato Venezia quindi si aggirava per la città con un maglioncino leggero. Era quasi finito il semestre e l'idea di dover affrontare gli orali del 2.2 un po' lo innervosiva. Allo stesso tempo però sapere che poteva contare sull'appoggio incondizionato di un uomo di storia lo rassicurava. Erano infatti ormai quasi quattro mesi che frequentava Andrea e ormai conosceva il suo appartamento tanto bene quanto conosceva Bungakuron di Natsume Soseki.
Quello che lo rallegrava di più era anche che Giuseppe era rimasto un buon amico e confidente, di quello che c'era stato tra di loro non se n'era più parlato. Sembrava quasi che non fosse mai accaduto: certe volte, infatti, è difficile capire se il mondo in cui viviamo sia realtà o sogno. Avevano organizzato qualche uscita di gruppo e come aveva presentato i due Andrea loro erano sembrati andare inaspettatamente molto d'accordo. Tutti i pezzettini del puzzle stavano coincidendo e, oh, che splendida immagine era uscita. Il suo flusso di pensieri venne interrotto da una vibrazione molesta del suo cellulare. Lo estrasse dalla tasca e con un po' di sorpresa lesse il messaggio di Bonaventura: "Venerdì in occasione della fine delle lezioni pensavamo di organizzare una grigliata nel giardino di casa mia. Abbiamo invitato tutti i docenti del dipartimento, vieni?"
Pierantonio si aprì in un sorriso: quello si che sarebbe stato un crossover più ambizioso di Infinity War.

Venerdì arrivò in un baleno e lui già non stava più nella pelle.L'ultima volta si era divertito davvero molto (per quanto si ricordasse) con le lettrici di giapponese quindi aveva grandi aspettative. Lui e Andrea avevanodeciso di andare insieme a casa di Bonaventura e fino all'ultimo avevano voluto matchare gli outfit come le vere coppie di Seoul ma a malincuore avevano lasciato perdere. Non appena arrivarono all'indirizzo giusto notarono che sitrattava di una casa ampia come un 城 degna di quello imperiale.
"Ciao lovebirds, siete in ritardo. Cos'avete fatto fin'ora?" disseToshio con uno strano accento toscano. La domanda rimase in sospeso, del resto come spiegarla la sveltina appena svegli?
Come giunsero in giardino notarono che erano già tutti arrivati. Bonaventura accennò un saluto mentre finiva di grigliare le costicine, a fianco a lui stavano Luisa e Momoko a grigliare le verdure e le salsicce.
"Pierantonio! Andrea!" Kaori invocò a gran voce i loro nomi mentre li invitava a raggiungere il suo gruppetto.
"Ricordami di rifiutare il sakè quando me lo offrirà." Sussurrò Pierantonio ad Andrea mentre i ricordi della scorsa sbronza ancora gli intorpidivano lo stomaco.
"Pierantonio, l'ultima volta non ti ho presentato Hatsumi e Kayato!"Kaori indicò due allegre signore che si presentarono con un ampio sorriso.
"Io insegno giapponese al terzo anno, molto piacere." disse Hatsumi raggiungendo decibel che i normali umani non dovrebbero riuscire a imitare.
"Io invece insegno comprensione del testo al terzo anno" continuò Kayato ravvivandosi i capelli scuri.
Pierantonio si presentò con un sorriso che sapeva di 敬語.
"Forza facciamo un brindisi!" Propose Kaori con una grossa risata. Come venne stappato il sakè si avvicinò anche Akane con un'espressione famelica. Nel frattempo Kayato e Midori si erano appartate a confabulare piani malefici per roastare in modo efficace gli studenti. A salvarli dal brindisi arrivò Giuseppe che a braccetto con Andrea2 li trascinò in un angolino più tranquillo. "Non so se conoscete Massimo ma insegna Storia della Filosofia e delle religioni del Giappone." A Pierantonio luccicarono gli occhi come se avesse visto le nuove parti appena scoperte del Genji Monogatari.
"È un piacere conoscerti." disse stringendogli la mano. Massimo fece un sorriso zen.
"Mi piacerebbe intavolare un buon discorso tra veri intellettuali quindi lasciate che vi offra le spezie del buon dibattito." Pierantonio guardò Andrea interrogativo ma appena Massimo estrasse un corposo cannone capì siaperché spezie sia perché buon dibattito. E beh, che dire, in mancanza di incenso non aveva alternativa che risvegliare il suo sopito animo hippie.Massimo estrasse un accendino con una grande Kitsune stampata al di sopra e lo accese con maestria. Dopo aver preso qualche ampia boccata lo passó.
"Diciamocelo, quelli che pensano che lo Shinto sia nato in Giappone non si rendono conto né che lo Shinto è produzione Meiji né tantomeno che è unione di correnti diverse. Inoue in questo caso l'aveva vista lunga." Andrea annuì fortemente convinto.
"Del resto basti pensare alla semplice pratica delle Miko: lo sciamanesimo può essere trovato sia nelle isole dell'Asia del Sud che nelle zone della steppa russa."
"Ma grazie alla pratica delle Miko la donna aveva un ruolo dominante nella società dell'epoca, questo va riconosciuto!" Intervenne inviperita Carolina.
"Certo Carolina cara, ma il patriarcato non è l'unico dei cancri della società." disse affabile Massimo.
"Certo è vero che gran parte dei disagi partono da quello." Disse la sua anche Toshio. E così via fino a che la canna non arrivò nelle mani di Pierantonio. Gli sembrò di tornare indietro ai suoi anni universitari quando passava le serate a fumare con il suo coinquilino a ritmo di Bad Boys. Di certo non si sarebbe mai aspettato di condividere una tale esperienza con il dipartimento di Lingue Orientali. Le palpebre si fecero pesanti e una pace dei sensi lo fece rilassare come se si trovasse tra le braccia del suo amato Andrea (in realtà era tra le braccia di Maria). Accanto a lui Andrea sorrideva beato, avevo fatto solo un tiro perché non amava perdere la lucidità ma anche solo quello gli andava bene. Pierantonio cominciò a vedere i semafori con il tetto mentre Massimo continuava a parlare di estasi mistica. Dopo quelle che sembravano ore la carne fu pronta e tutti si lanciarono famelici sulle pietanze per placare la fame chimica. Il sole era alto e gli uccellini cinguettavano, le lettrici parlavano rumorosamente, avevano messo 'Le Ragazze di Porta Venezia' alla radio e quello sembrava l'inizio di un romanzo di Natsume Soseki. Pierantonio strinse la mano di Andrea sotto il tavolo e gli lanciò un breve sguardo. Voleva che quel momento non passasse mai, voleva che quell'attimo diventasse una vita come quello che aveva visto il piccolo MrNobody. Andrea gli strinse la mano a sua volta e ricambió il sorriso. Lui Julia Roberts, Andrea Hugh Grant come protagonisti di un film in cui il finale,ovviamente, era un caloroso Happy Ending.

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