Consumi familiari in Giappone, 1916-41: società rurale e urbana a confronto

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Finalmente Pierantonio cominciò a vivere il suo così agognato idillio d'amore. Si svegliava la mattina e la sua mente correva ad Andrea, camminava fino a lezione e pensava ad Andrea, traduceva gli 読み物 a lezione e leggeva Andrea ovunque, perfino ogni volta che qualche alunno diceva di chiamarsi "Andrea" lui sussultava. Si sentiva proprio come una delle protagoniste più selvagge dei romanzi di Banana Yoshimoto e onestamente gli piaceva. Molto. 
Ormai si vedevano praticamente ogni giorno e nonostante gli appetiti fossero incontenibili, molto spesso passavano solamente ore ed ore a parlare. Discutevano di cronaca, di tematiche sociali (molto spesso videochiamavano Toshio per il parere di un esperto), di musica e di film. Si sa, il sesso è fantastico ma avete mai provato a parlare con uno che ha preso il dottorato?
Quello che Pierantonio più apprezzava erano le serate che trascorrevano a casa, rannicchiati sul divano tra le coperte di plaid a riguardare i vecchi episodi di Neon Genesis Evangelion. Pierantonio si trovava spesso abbracciato all'altro e mentre i suoi sensi scivolavano in un sonno tranquillo, una pace senza precedenti lo invadeva con forza. Presto tutte le ansie e le preoccupazioni dei giorni precedenti erano spariti e le risposte a tutti i suoi dubbi erano state trovate. Per una volta in vita sua sentì che tutto stava andando per il verso giusto. 
Però, come insegnano i saggi taoisti, all'apice della felicità c'è già una punta di tristezza perché tutto è destinato a cambiare eternamente, infatti, era un sabato pomeriggio quando gli arrivò un messaggio di Giuseppe. Diceva: "Questa sera sei libero per una fonduta solo io e te?"
Pierantonio si sentì assalire dal panico proprio come uno studente di fronte alla sessione di Giugno del secondo anno. Se avesse accettato l'invito avrebbe dovuto affrontare Giuseppe e, ad essere onesti, non pensava di riuscire ad avere la fermezza di spirito e rifiutare le avances dell'altro. Dall'altra parte, se avesse rifiutato avrebbe comunque dovuto dare una spiegazione e le bugie hanno le gambe corte soprattutto se le gambe erano quelle di Andrea. Prese un lungo respiro mentre le parole di Bonaventura riecheggiavano nella sua mente. Non c'era più tempo per la non-azione come aveva fatto il protagonista di Gan, doveva colpire quell'oca ma non doveva ucciderla. Doveva prendersi le sue responsabilità. Nonostante lui fosse un animalista convinto, per Andrea avrebbe colpito un sacco di oche. 
Fu per questo che decise di vedere Giuseppe un venerdì sera. Decise di mettere in chiaro fin da subito che l'obiettivo della serata non era zufolare scegliendo una location neutra: l'Orient Experience in Campo Santa Margherita (le spezie avrebbero fatto passare la voglia a chiunque in ogni caso). Si salutarono con un paio di baci casti sulle guance e presero posto l'uno di fronte all'altro. Giuseppe cominciò a prodigarsi in lunghi discorsi su una nuova teoria a cui stava lavorando riguardo l'allungamento vocalico e Pierantonio nonostante trovasse l'argomento molto interessante non riusciva proprio a non essere nervoso. Fu solo dopo l'ennesima battuta di Giuseppe (a cui peraltro rise da solo) che Pierantonio prese il coraggio a una mano (le aveva così grandi che una bastava per tutto il suo coraggio) e parlò.
"Ehm, senti Giuseppe, stasera ho accettato il tuo invito a cena perché volevo parlarti di una cosa..." esordì con il classico tono drammatico dei personaggi di John Green. L'altro captando il tono serio con il suo sviluppato udito nelle questioni sociali si fece subito attento.
"Riguarda per caso il libro che stai scrivendo con Luisa? Perché se è di questo che mi vuoi parlare, stai tranquillo non mi sono offeso!" fece un sorriso comprensivo mentre stringeva affettuosamente la mano di Pierantonio da sopra il tavolino. Pierantonio sentì un brivido percorrergli la braccio e la schiena mentre la memoria sensoriale gli ricordava quello che quei polpastrelli avevano toccato ma scuotendo il capo debellò la momentanea debolezza. Quella sera doveva essere un Toyotaro Oto di Maihime, non era certo arrivato fino a quel punto per essere come Watanabe di Norwegian Wood.
Sì schiarì la gola e ritrasse la mano.
"No, non riguarda quello. Riguarda te e me." Giuseppe sembrò sorprendersi da quelle parole ma si zittí incitandolo a proseguire.
"Ecco, quando abbiamo cominciato a vederci io stavo uscendo con un'altra persona e nonostante quello che abbiamo avuto sia stato molto bello, vorrei chiuderla qui." La gola si fece improvvisamente secca. "Non è che tu non mi piaccia, Giuseppe... è solo che sento di amare veramente solo il mio partner."
Un silenzio più pesante del libro di Shusaku Endo calò tra di loro. Sul volto di Giuseppe passarono cinque emozioni diverse e si capiva chiaramente che stava processando tutto quello che gli era appena stato detto. Pierantonio si sentì terribilmente in colpa ma sapeva che per risolvere una situazione più complicata della trama di Maschere di Donna, l'unica soluzione era l'onestà. Stava per dire qualche altra parola di conforto ma Giuseppe lo precedette con un lungo sospiro.
"Pensavo che mi volessi parlare di qualcosa di più grave ma avevo notato il tuo distacco. Fin dall'inizio." Un timido sorriso gli stese le labbra "Sapevo che c'era qualcos'altro per cui non mi sono fatto aspettative. Tu ti donavi a me ma non lo facevi davvero. Queste sono cose che un linguista capisce." Pierantonio si sentì liberare da un grande peso (e non era il programma di kanji del 2.2).
"Quindi, sapevo che non sarebbe durata ma l'ho presa com'è venuta, sai, I'm falling so I'm taking my time on my ride."
Pierantonio non aveva parole per esprimere la gratitudine verso Giuseppe. Certo, non pensava che il suo amore per Andrea fosse stato così lampante fin dall'inizio ma si sa che i veri eroi romantici sono guidati dalle emozioni più profonde e pure.
"Scusami Giuseppe, non volevo darti segnali contrastanti, né ferirti. È solo che ero nel mezzo del mio romanzo di formazione ed ero terribilmente confuso." cercò di scusarsi come meglio poteva e il sorrisetto dell'altro lo confortó molto.
"Non ti preoccupare. Anzi, se proprio vuoi sapere la verità sto già uscendo con un'altra persona al momento." Un leggero rossore gli coloró le guance rendendolo ancora più simile ad un piccolo Sanshiro. "Mi ci trovo molto bene e probabilmente ci metteremo insieme."
A quelle parole Pierantonio entrò subito nel mood Sleepover Club e con insano interesse domandò: "Ma chi è costui? Lo conosco?" Giuseppe ridacchiò in imbarazzo Ono Susumu dopo aver cambiato idea per l'ennesima volta. 
"Beh, insegna Coreano e si chiama Andrea2 e assomiglia ad un piccolo aiutante di Babbo Natale però versione turca." Pierantonio sentì le interconnessioni testuali farsi a livelli magistrali. Avevano condiviso liquidi e ora condividevano i nomi dei loro promessi. Erano un po' come 4 amiche e un paio di jeans ma loro erano due bros e un paio di Andrea.
"E il tuo partner chi è?" Chiese curioso a quel punto Giuseppe.
"È Andrea, quello di Storia 2. So che sembra freddo e spietato ma in realtà nasconde il cuore di un Oe Kenzaburo." Al pensiero di Andrea una vampata di calore degna di una donna in menopausa lo investì come la malinconia investì il bundan al suicidio di Dazai Osamu.
"Scommetto che mentre fate le cosacce ti mormora all'orecchio le percentuali del Parlamento indispensabili per una riforma della Costituzione." Pierantonio gli intimò di abbassare il tono, non voleva certo che tutto il locale sapesse i suoi turn on.
"Quello oppure le lyrics dei Radiohead..." Giuseppe scoppiò in una fragorosa risata.
"Dovremmo organizzare un'uscita a quattro!" Pierantonio annuì energeticamente.
Glitter e arcobaleni cominciarono ad aleggiare attorno a loro mentre 予定 futuri e rosa venivano fatti. Ogni rotellina aveva cominciato a girare ed ora, finalmente, si trovava nella Summer Paradise della sua vita. Tutto quello era una molto più efficace e florida Restaurazione Meiji.

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