Sono rimasta sveglia ad aspettarlo fino alle 3 di notte. Anche se l'orario di visite era terminato già ore prima.
Ci ho sperato. Fino all'ultimo.
Speravo venisse a trovarmi, che non mi lasciasse sola di nuovo. Ci speravo davvero.
Ma le cose non vanno sempre come vogliamo purtroppo. Bisogna farsene una ragione.
Ma come puoi fare finta di nulla, lasciar perdere e andare avanti come se un fatto non fosse successo? Non puoi, è questo il problema.
Puoi far finta di averlo superato si, ma infondo dentro di te sai che non è davvero così.
Quello che più temevo in questi giorni si è avverato, mi ha lasciata qui da sola, di nuovo.
Perché le persone fanno promesse se sanno che poi non riusciranno a mantenerle? È così ingiusto.
L'unica persona a cui posso aggrapparmi in questo momento è solamente Luke. Ma mi ha abbandonata.
I miei genitori non sono più venuti a trovarmi.
Forse non vogliono vedermi, forse non eravamo in buoni rapporti prima dell'incidente... non ho idea del perché non vengano, so solo che loro sono i miei genitori.
Ed è strano, perché quale genitore non andrebbe a trovare in ospedale la propria figlia che si è appena risvegliata da un coma?
Magari saranno indaffarati con il lavoro ma un piccolo spazio di tempo per me riuscirebbero comunque a ricavarlo no?
O forse hanno paura, magari non vogliono vedermi perché tutta questa situazione è troppo difficile da sopportare.
Forse stanno male per me.
So solo che mi faccio troppe domande.
Erano circa le tre e mezza quando sono riuscita a prendere un po' di sonno. Poi mi sono addormentata.
Non ho dormito molto perché la mattina è venuta l'infermiera Susan per i suoi soliti controlli e mi ha svegliata.
Quella donna non ha un minimo di riguardo. Sa che ho dei problemi di insonnia e per una volta che riesco a dormire per un po' cosa fa? Mi sveglia.
Ora è mezzogiorno, l'ora di pranzo, e Molly è appena entrata nella stanza con il mio pasto. Quando mi poggia il vassoio sulle gambe vede che c'è qualcosa che non va.
Si siede sulla sedia, aspetta. Forse sta aspettando che io dica qualcosa. Silenzio.
Quando capisce che non parlerò di mia iniziativa mi chiede 'cosa succede?'
Nessuna risposta.
'È per lui?' prosegue. Non riesco a sostenere il suo sguardo, penso che potrei scoppiare a piangere da un momento all'altro e non ho la più pallida idea del perché.
Continuo a piangere in questi giorni. Mi sento davvero un'idiota.
Mi faccio coraggio e finalmente parlo. 'Aveva promesso che non l'avrebbe più fatto'
'Cosa non avrebbe più fatto?' mi chiede lei con tono gentile. È sempre così buona con me questa donna al contrario di tutte le altre persone che entrano in questa stanza, eccetto che per Luke. Anche Luke è sempre buono e gentile con me.
'Di lasciarmi qui da sola, di non venire. L'aveva promesso'
Una risata gentile lascia le labbra di Molly.
'Oh tesoro, perché continui a preoccuparti per questo? Ti ho già spiegato che a volte è difficile cerc...'
la interrompo non facendole finire la frase 'Non è così difficile! - il mio tono di voce si alza, sto quasi urlando - Se le persone volessero davvero venire a trovarmi, se davvero ci tenessero, troverebbero il modo di venire! Indipendentemente da qualsiasi ostacolo...'
'Pensi davvero che lui o chiunque altro non tenga a te?'
'Me ne sto convincendo'
'Sai, quando eri in coma i primi giorni quel ragazzo veniva qui tutte le mattine con la cartella in spalla per salutarti prima di andare a scuola. All'ora di pranzo lo vedevo sempre qui fuori nel corridoio quando venivo a portare il pasto ai pazienti delle altre stanze. Non poteva entrare perché non era orario di visita e allora se ne stava seduto lì, su una panchina, ad aspettare di poter entrare. E anche se non poteva vederti stava li comunque, voleva esserci lo stesso. Poi entrava e stava fino all'orario di fine visite. A volte dovevano portarlo fuori perché non se ne voleva andare. Alla fine dopo qualche giorno vedendo la sua disperazione hanno deciso di lasciar perdere'
rimango in silenzio aspettando che continui.
'Stava davvero male, si vedeva. Era sempre qui. Giorno e notte. Quindi non pensare che non tenga a te. Gli portavo il pranzo o la cena a volte perché non voleva tornare a casa a mangiare, non voleva lasciarti nemmeno per un istante.
Una sera era tardi quando sono entrata a portargli la cena, lui era qui su questa sedia dove sono seduta io ora, ti teneva la mano come sempre, l'ho sentito parlare, stava parlando con te. Anche se tu stavi dormendo. Non potevi sentirlo e lui lo sapeva ma ti parlava lo stesso. Sperava ti svegliassi. Ha sofferto molto. Delle volte quando lo vedevo andare via era come arrabbiato, frustrato. Impazziva perché non riusciva a sopportare il fatto che tu fossi lì così. Ho visto tante persone disperate qui dentro ma come quel ragazzo... Nessuno. Lui ci tiene davvero a te, quindi non piangere. Tornerà vedrai'
non so che dire, le sue parole mi hanno lasciata a bocca aperta. Non sapevo che Luke avesse fatto tutto questo per me.
E c'è qualcosa, c'è qualcosa che mi lega a lui tanto intensamente. C'è qualcosa tra noi due, lo sento. È un legame profondo il nostro. E ora capisco, capisco che se mi sono svegliata dal coma è solo per lui. È come se lui fosse un angelo, l'angelo che mentre ero in bilico fra la vita e la morte, mentre me ne stavo in equilibrio su quella corda così sottile, è sceso dal cielo. E mi ha preso la mano, mi ha portata con se. È l'angelo che è venuto a salvarmi, che mi è stato affidato per superare tutto questo. L'angelo che è venuto per aiutarmi a ricominciare a vivere.
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Remember Me | Luke Hemmings (sospesa)
Teen FictionSkylar ha 16 anni. Si sveglia su un letto d'ospedale. Non ricorda nulla eccetto il suo nome. Al suo risveglio c'è un ragazzo al suo fianco ma lei non ha idea di chi sia. Luke starà al suo fianco, sarà l'unico ad esserci veramente per lei. Cercherà d...