Capitolo 11

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Capitolo 11

Louis’ POV

Il viaggio non fu lungo, considerando che vivevo a soli cinque minuti a piedi da scuola. Non avevamo avuto abbastanza tempo per parlare di niente, solo quale strada doveva prendere. Non di più di un minuto dopo, Harry stava parcheggiando la macchina nel mio vialetto.

«Quindi, immagino sia qui dove vivo» gli sorrisi, prima di saltare fuori dalla macchina.

Lui fece lo stesso, chiudendosi la portiera alle spalle. «Wow, è davvero bellissima, Lou.»

Sbuffai. Casa nostra sembrava un porcile in confronto alla sua. Era piccola e di un bianco sporco. Non mi avrebbe sorpreso se il colore fosse scomparso in alcune parti. «Sì, certo, se sei ironico», dissi alzando gli occhi al cielo.

Scosse la testa. «No, lo penso davvero. Mi piacerebbe molto di più vivere in questa casa che nella mia. La mia è…fin troppo.»

«A me piacerebbe vivere nella tua, ma immagino siamo diversi», ghignai, camminando verso la porta d’ingresso con Harry dietro di me che mi seguiva.

Appena la aprii, mi ricordai di un dettaglio. «Oh, mi sono dimenticato di avvertirti che probabilmente mia madre e le mie sorelle sono a-»

«Boo! Sei a casa» due bambine apparvero dalla cucina e corsero verso di me, avvolgendo le braccia attorno alle mie gambe.

«Casa», finii con un sospiro.

«Non fa niente, Lou» ridacchiò Harry guardando le bambine che erano appiccicate alle mie gambe.

«Ciao ragazze» sorrisi, abbassandomi per abbracciarle.

Loro ricambiarono l’abbraccio per qualche secondo, prima di scioglierlo e far saettare gli occhi verso Harry. «Chi sei?» chiesero all’unisono, scoppiando a ridere entrambe.

Harry rise con loro, abbassandosi fino a raggiungere il loro livello. «Sono Harry. Ricordate il ragazzo di ieri con i capelli ricci e castani quando eravate in una casa sconosciuta?» Loro annuirono.

«Quello ero io» sorrise, scompigliando loro i capelli.

Entrambe sghignazzarono, allungando le braccia verso Harry, chiaramente volendo un abbraccio anche da lui. Harry capì al volo cosa volevano e avvolse le braccia attorno a loro volentieri. Sorrisi all’immagine di fronte a me, sebbene provassi un po’ di pena per lui. Non le conosceva e loro si erano praticamente buttate su di lui.

«Eh, Daisy, Phoebe, questo è il mio…amico Harry, Harry loro sono le mie sorelline, Daisy e Phoebe» sorrisi, pronunciando la parola “amico” con esitazione, perché non sapevo se fossimo amici. Lo eravamo? No, ne dubitavo, ma non sapevo in che altro modo chiamare Harry.

Non penso che Harry notò il momento di esitazione perché si spostò solo da un piede all’altro e lasciò andare le gemelle. «Piacere di conoscervi per bene stavolta», disse sorridendo loro.

Daisy e Phoebe annuirono e lo abbracciarono di nuovo con ampi sorrisi sul volto. Mimai un ‘mi spiace’ con le labbra, ma lui scosse semplicemente la testa, sorridendo.

«Boo? Eri tu prim- Harry!» Mia madre uscì dalla cucina e praticamente strillò vedendo il riccio abbracciare le sue bambine.

«Salve signora Tomlinson» sorrise Harry, il suo voltò impallidì leggermente. Beh, non mi sorprendeva, considerando come mamma lo aveva trattato il giorno prima.

«Oh, caro, per favore chiamami Jay. Signora Tomlinson mi fa sentire così vecchia» sorrise. «È bello incontrarti di nuovo, comunque.»

Harry esitò per un momento. «Pensavo mi odiassi.»

Invisible [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora