Capitolo 2

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Capitolo 2

Louis’ POV

Percorsi la breve via fino a casa, dopo essermi cambiato. Un ampio sorriso aleggiava sulle mie labbra. Harry non aveva mai spiccicato parola con me e ora, guardate. Anche se non mi aveva guardato quando si era scusato, ero lo stesso al settimo cielo.

Appena misi piede dentro casa, sentii sbattere uno sportello in cucina.

«Boobear, sei tu?», mi chiamò mia madre. Venne fuori dalla cucina, fermandosi sulla soglia della porta.

Dio.Odiavo quel soprannome. Mi chiamava così da quando ero un bambino e la sola ragione per cui continuava a farlo era perché gli piaceva.

«Sì», le sorrisi.

Calciai via le mie TOMS e appesi il giacchetto al gancio.

«Perché quel sorriso, Boo? Sei così felice di vedere tua madre?», mi fece l’occhiolino scherzosamente.

Ridacchiai mentre scuotevo la testa. «No, è solo…», mi interruppi.

Mamma non sapeva che avevo un’enorme cotta per Harry. Ero troppo timido per dirglielo, anche se ci dicevamo qualsiasi cosa. Ad esempio, lei sapeva che ero gay.

Ricordavo il giorno in cui ero uscito allo scoperto con lei. Mi aveva baciato la fronte e fissato in profondità negli occhi, dicendomi che già lo sapeva e che avrebbe continuato ad amarmi chiunque fossi.

Quando glielo avevo detto, avevo sentito come un peso venire sollevato dalle mie spalle. Ero rimasto sveglio tutta la notte precedente, pensando come avrei potuto parlarle e come avrebbe reagito.

Mio padre ci aveva lasciati quando ero solo un bambino per iniziare una nuova vita. Sarebbe stata una bugia dire che non mi mancava, perché era così. Avevamo avuto un perfetto legame padre-figlio…o così credevo.

Qualche anno dopo, mia madre trovò l’amore della sua vita, Mark. Avevano avuto quattro figlie insieme, che erano anche le mie quattro sorelline minori. Avevo anche una sorella minore da parte di mio padre. Il suo nome era Georgia, ma visto che non vedevo mio padre non la conoscevo molto bene.

Come mia madre, Mark aveva preso bene il mio coming out. Mi aveva scompigliato i capelli e mi aveva sorriso.

«Louis!» Mamma mi scosse, distraendomi dai miei pensieri.

«C-cosa?» La guardai confuso.

Lei sospirò. «Hai iniziato a parlare, ma poi ti sei interrotto, cosa stavi per dire?», mi domandò con curiosità.

«Oh, io…non sono caduto tanto come al solito mentre giocavo a calcio oggi», mentii.

Lei assottigliò gli occhi, guardandomi sospettosa. «Hmm, va bene.»

Sospirai di sollievo e cominciai a camminare verso la mia stanza al piano di sopra.

«Lou?», mi chiese mia madre.

Mi fermai sui miei piedi e mi voltai. «Sì?»

«La cena sarà pronta tra mezz’ora», mi fece l’occhiolino.

Ridacchiai, annuendo e raggiunsi la mia stanza, sbattendomi la porta alle spalle appena entrato. La prima cosa che feci, fu gettarmi sul letto.

Lasciai andare un sospiro, ma il sorriso era ancora visibile sulla mia faccia. I miei pensieri viaggiarono di nuovo fino a Harry, come al solito.

I suoi ricci perfetti, tra i quali avrei tanto voluto intrecciare le mie dita, i suoi occhi verdi che avrei potuto fissare per ore per quanto erano profondi e splendidi, le sue fossette per le quali mi strapperei i capelli, le sue labbra che avrei voluto sfiorare con le dita o anche meglio…con le mie. Erano così rosa e gonfie…e non fatemi neanche iniziare a parlare del suo corpo. Oh, era pura perfezione, tutto quanto. Il suo lungo busto e le sue gambe slanciate.

Invisible [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora