Ancora quella foto. Non capiva. Gliel'avevano mostrata appena si era svegliata e ora gliela stavano facendo rivedere, ma lei non aveva la più pallida idea di chi fosse il ragazzo nella foto. Blake. Solo un nome le avevano dato e nonostante cercasse di scavare più a fondo possibile nella memoria, i ricordi non volevano saperne di riaffiorare.
Eppure loro continuavano a guardarla senza dire niente, aspettandosi una qualche reazione da parte sua. In quel momento, con tutti quegli occhi puntati addosso, avrebbe voluto tantissimo potergliela dare.
Appoggiò di nuovo la foto sul tavolo e scosse la testa. Perché mai avrebbe dovuto significare qualcosa per lei? Kaylee si girò verso gli altri con un'espressione corrucciata. Oltre a lei c'erano altri tre uomini. Due che non aveva mai visto, in divisa, probabilmente militari, e il terzo che aveva già visto una volta accanto a Kaylee nella sua stanza d'ospedale. Si chiamava Joel, forse, se ricordava bene.
Le sembrava ci fosse una certa tensione tra i due. Lui la guardava insistentemente, mentre lei stava sempre piuttosto rigida in sua presenza e faceva di tutto per non incrociare il suo sguardo. Le era bastato poco per capirlo, era molto evidente che c'era qualcosa che non andava tra loro e prima o poi lo avrebbe chiesto a Kaylee, nonostante era decisamente convinta che non sarebbe stata molto propensa a parlarne. Ora, però, aveva decisamente altro a cui pensare che aveva la priorità assoluta.
- Allora? Qualcuno vuole spiegarmi che cosa stiamo facendo? - chiese infastidita. Quel gioco di sguardi dal quale lei era esclusa la stava stancando. Voleva conoscere tutta la storia e stavolta non si sarebbe accontentata di mezze risposte.
- Blake è il legittimo erede alla corona - parlò finalmente uno dei due militari, alludendo al ragazzo bruno nella foto.- In quanto figlio del re precedente e angelo blu gli spetta di diritto. - disse.
Tutti la guardavano come se si potesse spezzare da un momento all'altro, ma quello che non capivano era che lei lo era già da molto tempo e niente avrebbe potuto rimettere insieme i suoi frammenti. Dopo quello che le era successo non sarebbe stata certo la verità, per quanto cruda, a farla crollare.
- Angelo blu? - chiese.
- è l'angelo più potente e raro che ci sia. - intervenne Kaylee. - Si chiama così per il colore dell'aurea. Il problema è che lui non è il solo. C'è un altro angelo blu in vita, molto meno potente di Blake ma non per questo meno pericoloso. - le spiegò. Le sue dita picchiettavano nervosamente sul tavolino di metallo che le separava e il suo sguardo non si posava su di lei per più di qualche secondo, come se avesse potuto leggerle nel pensiero solo scrutando nelle sue grandi iridi nere.
- Si chiama Walker, è il fratello minore del re precedente e zio di Blake. Non ha mai nascosto il suo desiderio di salire al trono, ma non è decisamente la persona più adatta per farlo. - intervenne Joel dal fondo della stanza.
Non nascondeva a sé stessa che le incuteva un po' di timore. I tratti del viso erano molto squadrati e decisi e quegli occhi azzurri, gelidi come la neve, la trafiggevano ogni volta che si posavano su di lei. Le spalle larghe e la corporatura muscolosa, poi, non contribuivano certo ad addolcire la sua figura, già molto imponente per l'altezza.
- Perché? -
- è un esaltato. - rispose acidamente. - un pazzo convinto della supremazia degli angeli sugli uomini. Se lui salisse al potere, sarebbe subito guerra tra i due mondi. -
- Gli uomini non sono ancora pronti per venire a conoscenza di noi angeli, ma questo vivere nell'ombra a Walker non è mai piaciuto. - disse Kaylee, guardandola. - e il primo passo per uscire allo scoperto era prendere il comando della colonia. -
- Ma io cosa c'entro allora? - chiese corrucciata.
Kaylee sospirò e distolse lo sguardo. Nevaeh odiava quando lo faceva. Le sembrava di essere vista da lei come una bambina troppo debole e fragile per poter sopportare tutta la verità, ma lei non aveva bisogno affatto di protezione. Dovevano smetterla di guardarla come tale.
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Heaven
FantasyTre anni di dolore per una persona che è stata uccisa davanti ai propri occhi sono difficili da sopportare e non altrettanto facili da dimenticare. Se poi la persona in questione è viva, ma è totalmente diversa, senza più nessun ricordo di sé o dell...