XII

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Il solo rumore che rompeva il silenzio della piccola camera d'ospedale era il suono lento e regolare della macchina accanto al letto su cui giaceva Hanja, inghiottita da un sonno senza risveglio, che le tracciava costantemente il battito. A sinistra, sopra il comodino in mogano, Rapahel aveva lasciato un mazzolino di fiori colorati, mentre Bianca le aveva messo al collo la sua collanina d'argento portafortuna. Il piccolo ciondolo a forma di luna dava un tocco più luminoso alla carnagione pallida e spenta delle sue clavicole.

Nevaeh non aveva nulla da darle, se non le sue scuse. Anche se forse non doveva, si sentiva tremendamente in colpa per tutto quello che era successo. Non era stata lei a proporre di uscire dalla colonia, ma non poteva fare a meno di guardare il volto tumefatto di Hanja e pensare che sarebbe stato meglio per tutti se al posto suo ci fosse stata lei. 

Il viso della ragazza, prima di una delicata carnagione rosata, ora aveva perso tutto il suo colore e all'altezza delle tempie erano spuntati dei grandi lividi violacei. Sulla guancia destra, rimasta sfregiata dalla caduta, era stata messa una garza e le labbra erano così gonfie da aver perso la loro bellissima forma a cuore. Tuttavia Hanja, con quei boccoli biondi a incorniciarle il volto e le palpebre chiuse e rilassate, sembrava vivere ugualmente in un sereno oceano di pace. Nevaeh glielo augurava. Lì almeno sarebbe stata al sicuro dalla tremenda realtà che li circondava.

Non sapeva molto bene cosa fosse successo dopo il loro ritorno nella colonia, né era capace di dire quanto fosse durata la battaglia. Quando avevano riaperto le porte del rifugio e avevano permesso a lei e a tutti gli altri di uscire il sole splendeva già alto nel cielo. Da quello che aveva sentito, fortunatamente, grazie al tempestivo allarme di Raphael, non c'erano stati morti. I militari erano riusciti a organizzare prontamente un'ottima difesa e i nemici alla fine si erano trovati costretti a ripiegare, ma moltissimi avevano contratto delle ferite anche gravi. Dalle voci che giravano, si diceva che fossero stati fatti addirittura dei prigionieri, ma Nevaeh non sapeva quanta effettiva verità ci fosse dietro.

Quanto a lei, una volta che la situazione si era calmata, era stata messa in custodia, molto probabilmente come Bianca e Raphael. Le insubordinazioni non erano ammesse all'interno della colonia e nel pomeriggio un tribunale avrebbe giudicato cosa fare di loro.
Non sapeva cosa li aspettasse, ma sperava solamente che non li avrebbero banditi dalla colonia. Nevaeh alla fine era abituata a vivere come una comune mortale, ma non credeva che Raphael e Bianca avrebbero mai accettato l'idea di mischiarsi agli umani.

Prima del giudizio gli era stato categoricamente vietato di vedersi e la lontananza era ancora più straziante dell'attesa del verdetto stesso. Dopo quello che era successo ad Hanja, avrebbe davvero voluto poterli abbracciare e parlarci almeno una volta prima di entrare in aula, ma era già tanto che le avessero concesso una visita all'amica.

Si avvicinò alla sponda del letto dove Hanja giaceva beata. Al di là della finestra a vetri, un militare controllava ogni suo minimo movimento, pronto ad entrare in qualsiasi momento. Nevaeh era abbastanza irritata da quella presenza indiscreta al di là della porta, ma era la condizione che aveva dovuto accettare per poter circolare all'interno della colonia almeno fino al giudizio, che sarebbe avvenuto di lì a poche ore.

Si sedette delicatamente accanto alle sue gambe e le accarezzò la mano bianca e affusolata. Gli occhi le si riempirono di lacrime e le fu impossibile riuscire a trattenere i singhiozzi. Non c'era stata per lei nel momento peggiore e non aveva potuto fare niente per evitare quella situazione.

Non sapeva cosa le fosse successo precisamente. Dopo che l'aveva persa di vista durante la fuga, non l'aveva più rivista fino a quel momento. Era venuto Joel a dirglielo. Non capiva perchè avevano mandato proprio lui, ma aveva apprezzato di vedere una faccia amica, diversa da quella scontrosa e critica di Kaylee, anche se non era un tipo esattamente bravo con le parole.
Secondo ciò che le aveva detto, Blake era tornato con Hanja tra le braccia, priva di sensi, quando ormai la battaglia era giunta al termine e i nemici si erano quasi del tutto ritirati. Lasciata alle cure dei medici, si era allontanato senza dire una parola nè chiedere niente di lei.
Nevaeh non lo biasimava per questo. Sapeva benissimo di averlo deluso e non si aspettava alcun tipo di perdono da parte sua.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 15, 2020 ⏰

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