VII

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- Ma che cosa ti è saltato in mente? - le chiese Kaylee, furiosa.

Per quanto cercasse di controllare il tono e il volume della voce, i suoi gesti tradivano tutta la sua rabbia. Camminava avanti e dietro per la stanza con le braccia conserte e la schiena rigida, lanciandole ogni tanto delle occhiatacce di disapprovazione. Non era solo arrabbiata però. Sembrava stanca, delusa, frustrata.

Nevaeh era raggomitolata su una sedia in un angolino della stanza, gli occhi persi nel vuoto e il mento appoggiato sulle ginocchia. Non le diede alcuna risposta, non fece nulla per giustificarsi o cercare di calmare la sua rabbia. Capiva di aver sbagliato, ma, attualmente, Kaylee non si trovava neanche nella lista dei suoi pensieri. Al primo posto c'era lo sguardo di Blake, freddo e vuoto, quando si era reso conto che di loro due non era rimasto più niente. Al secondo, il pugno che aveva sferrato a un centimetro dalla sua testa. Non credeva che sarebbe potuta andare in quel modo, ma a quanto pare, lei non era la sola ad essere cambiata. Anche Blake non era più lo stesso o, almeno, lo sperava, dato che non ricordava assolutamente niente di lui. Non poteva accettare l'idea però che un tempo aveva provato amore verso qualcuno per cui ora provava soltanto paura. Se lei era un regno di confusione ed oblío, lui era un universo di rabbia e violenza.

- Una sola cosa avevo chiesto...di fare come dicevo io. E tu? Tu hai ignorato tutto. - Kaylee continuava a parlare, senza che nessuno la stesse ascoltando davvero. Anche Joel non le stava dando troppa attenzione, impegnato a tenere un sacchetto con del ghiaccio sul livido che gli era comparso in volto. - Ti rendi conto del rischio che hai corso? Blake è completamente fuori controllo, poteva farti del male sul serio! -

- Se davvero fosse stato capace di ferirmi, perché non hai lasciato che Joel intervenisse di nuovo? - rispose Nevaeh, fredda. Stava difendendo Blake adesso? No, assolutamente. Sapeva benissimo che avrebbe potuto farle veramente del male, ma voleva rinfacciare a Kaylee di non aver permesso che Joel provasse nuovamente a fermarlo.

Kaylee si fermò di colpo, fece per dire qualcosa, ma le parole le morirono in gola. Sapevano benissimo entrambe perché aveva fermato Joel. Vedere che veniva pestato a sangue non era stato un bello spettacolo per Nevaeh, figuriamoci per lei. La prima volta se l'era cavata solamente con un pugno in volto, ma Blake non si sarebbe certo fermato a quello se Joel fosse intervenuto anche una seconda.

Kylee fece un grande sospiro, passandosi le mani sul viso. Che si fosse fatto come aveva detto lei o no, non era più tanto sicura che sarebbe cambiato qualcosa. Lo scontro era inevitabile e lei era stata un'illusa per credere anche un solo momento che tutto sarebbe andato per il meglio.
Blake non sarebbe tornato.

Guardò Joel, che già aveva alzato lo sguardo su di lei e la stava fissando con un'espressione a metà tra la rassegnazione e la consapevolezza. Il contatto visivo durò solo qualche istante, ma sembrava che quei pochi secondi gli fossero bastati per scambiarsi interi discorsi. Sapevano entrambi come dovevano agire a questo punto della situazione e, per quanto quella strada non gli piacesse per niente, era l'unica che in quel momento avrebbero potuto intraprendere.

Joel si alzò senza dire nulla e, prima che Nevaeh potesse dire o fare qualcosa, lui era già uscito dalla stanza, lasciandola all'oscuro da quel dialogo di sguardi.

- Dove va? - chiese allora a Kylee, ma questa non le diede risposta. Se prima  rappresentava lo strumento di svolta della guerra, ora era diventata una semplice civile e il generale non era più tenuto a condividere nessuna informazione con lei.

- Ti verrà assegnata una stanza nel dormitorio comune e parteciperai a un programma di riabilitazione. Vai all'ospedale e chiedi di Agnès, ti spiegherà tutto lei. - le disse, ignorando completamente la sua domanda e dirigendosi anche lei verso la porta, senza nemmeno guardarla negli occhi. Nevaeh rimase abbastanza stupita dal suo improvviso cambio di atteggiamento nei suoi confronti. Quel tono freddo e distaccato non coincideva assolutamente con le maniere gentili che aveva assunto fino a quel momento verso di lei. Dopo gli avvenimenti delle ore precedenti non aveva avuto altre parole per lei che non fossero state rimproveri o indicazioni.

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