"Arcadia... Alvaro... Svegliatevi, sono le 6:00". La voce per nulla soave di mia madre urlava il mio nome e quello di mio fratello dalla cucina. Ecco che si ricomincia, pensai; un nuovo anno universitario mi aspetta. Quest'anno però non sarò da sola, anche mio fratello entrerà nel mondo infernale dell'università.
Mi volto verso l'altro lato del letto provando una nuova sensazione di fresco e rendendo ancora più difficile il mio abbandono di esso. Mi porto in posizione seduta svogliatamente mettendo a fuoco la mia stanza mentre la luce accesa sul soffitto mi abbaglia. Porto i piedi a terra alla ricerca delle mie pantofole alzandomi riluttante verso tutto e tutti.
Socorro, mia madre, è in cucina mentre prepara la colazione per me e per mio fratello, che, come me, si è appena alzato dal letto.
La mia colazione, durante la settimana universitaria, è sacra e deve essere sempre la stessa: latte caldo anche con 40 gradi all'ombra, 2 cucchiai di Nesquik, 3 cucchiaini di zucchero e 3 biscotti pan di stelle. Mio fratello invece, non è particolarmente legato alla sacralità della colazione; una-due brioche con la nutella e si inizia la giornata.
Terminata la colazione, augurando a stento il buongiorno agli altri membri della mia famiglia, mi dirigo verso il bagno per lavarmi velocemente, perché "è tardi, muovetevi" urla Socorro. Esco dal bagno e mi dirigo nella mia camera prendendo dall'armadio un pantalone blu elettrico e una camicia (solo perché è il primo giorno) rosa antico, con qualche stemma e ricamo, che avevo comprato prima dell'estate.
"Fatto!" urlo dalla mia stanza per avvisare mio fratello Alvaro e mio padre Leandro che sono pronta ad andare.
Oggi nostro padre deve andare a lavoro, quindi noi andremo all'università con i mezzi pubblici: treno (1 fermata), metro (6 fermate), e infine pullman (a fortuna).
Nostro padre ci accompagna alla stazione abbastanza vicina a casa, ci saluta facendoci le solite raccomandazioni che tutti i genitori fanno quando devono lasciarti affrontare il mondo da soli.
Gli sorrido e metto le cuffiette facendo partire la musica a random giusto per non restare da sola con me stessa. Mio fratello mi si avvicina solo quando il treno arriva in stazione, anche lui ha le cuffiette e come al solito, è attaccato al cellulare e alle sue chat. Siamo proprio diversi; io odio chattare con le persone, infatti, non mi cerca mai nessuno, e questa cosa mi fa stare bene, credo...
Arriviamo dopo 15 minuti alla stazione centrale e ci facciamo spazio tra le milioni di persone (ok, forse ho un po' esagerato) che si trovano lì. Raggiungiamo la linea della metro giusta e dobbiamo scontrarci con le centinaia di studenti già in attesa dell'agognato mezzo pubblico. La speranza di tutti è che sia vuoto, ma ovviamente le speranze sono vane e quindi decido che non è il caso di rompermi un qualche arto per prendere questa metro, quindi aspetto la prossima. Alvaro mi segue. Sono le 7:25 e le lezioni iniziano alle 9:00, dobbiamo per forza prendere la prossima metro tra 10 minuti, così da arrivare a prendere il pullman per le 8:00. Incredibilmente riusciamo a prendere la metro e anche a sederci, evento più unico che raro. La musica intanto continua a rimbombarmi nelle orecchie, passando dalle hit dell'estate appena trascorsa, a vecchie canzoni, fino alle colonne sonore, o meglio sigle, degli anime. Giunti a destinazione, raggiungiamo la vicina fermata del pullman per attendere un tempo indefinito un pullman indefinito. Come al solito, anche questa fermata è infestata da ragazzi già esauriti pronti ad affrontare 8 ore di professori che parlano, parlano, parlano e parlano. Il viaggio in pullman è quello che più odio: ci ritroviamo tutti stipati uno attaccato all'altro; una puzza di sudore emanata dalle ascelle e dai corpi di tutti i presenti, prende vita e ti penetra il naso raggiungendo la gola e facendoti quasi vomitare o optare per la morte restando in apnea.
Il viaggio in se, non sarebbe neanche molto lungo; se non fosse per il maledettissimo traffico ordinario della mia città!
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La vita qualunque di una ragazza qualunque
Genç KurguÈ la storia di una semplice ragazza e della sua famiglia che vive la sua vita senza viverla davvero. Ogni giorno è quasi sempre uguale al precedente e la ragazza ha perso la curiosità nel scoprire tutto ciò che la circonda. Ormai non è più né una ba...