𝐕𝐚𝐭𝐭𝐞𝐧𝐞

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Passarono alcuni minuti ed io e Jaden eravamo seduti sul divano, abbracciati, poi lui, ad un tratto, mi disse:"Se non vuoi ancora dividere il letto con me, lo capisco" lo guardai un po' confusa e mi accorsi di due cose: uno, teneva lo sguardo basso da quando era arrivato a casa, tentava di incrociare il mio e due, era strano, molto. Gli risposi subito dopo:"J, non posso perdonarti ciò che hai detto a Chanel Rose, ma riesco a dormire con te" lui ridacchiò leggermente, per poi baciarmi la nuca e, giurai di sentire un:"Mi dispiace", ma non ne ero sicura. La pioggia batteva sulle finestre della nostra nuova casa, scarsamente illuminata anche se fossero solo le 18:00 di sera, Jaden fissava il vuoto da un po', in silenzio, era molto strano quel giorno. Un lampo illuminò il suo profilo, che non riuscivo a vedere chiaramente, ma soprattutto mi illuminò i suoi occhi e con orrore mi accorsi che: erano rossi, come il fottutissimo sangue, io conoscevo molto bene quel tipo di pupilla rossa, così mi allontanai lentamente da lui, e dissi con voce tremolante:"Jaden" lui non si girò ma chiuse gli occhi abbassando la testa, dicendomi:"Che c'è?" mi alzai dal divano ed andai a premere l'interruttore. Le luci mi diedero la conferma, che ciò che avevo ipotizzato poco prima, fosse vero: "Jaden, che cosa hai fumato?" dissi lievemente adirata, ma forse ero più triste che incazzata. "Nulla, perché?" disse il ragazzo senza alzare lo sguardo "Jaden stai cercando di raccontare cazzate sul fumo a ME?... dimmi solo..." feci una pausa a causa di un nodo alla gola, pensando a ciò che stavo per domandare al ragazzo che credevo essere il più "puro" del mondo, poi continuai:"Crack o Marijuana?... Oh Cristo! Jaden, perché?" ormai piangevo, il ragazzo si alzò di scatto dal divano venendo verso di me, afferrandomi il braccio, con così tanta forza da farsi sporgere le vene dall'avambraccio: "Perchè avevo paura di averti persa, dovevo tenerti fuori dalla mia fottutissima testa, almeno per un po'" con uno strattone mi liberai dalla sua presa ed indietreggiai verso la cucina:"Ne ho abbastanza di queste scuse... Jaden, ti amo ma -" venni interrotta da lui che urlò:"Cazzo! per una volta nessun fottutissimo ti amo MA" sbattè un pugno al muro così violentemente da lasciare un solco. "J, calmati" dissi invano, il ragazzo poco prima mi aveva dato l'impressione di essere incredibilmente triste ma ora, ora la sua espressione, poteva veramente essere l'espressione di qualcuno che ha ammazzato un uomo. "PER UN CAZZO DI ERRORE CHE FACCIO IO, CASCA IL MONDO, PER UN ERRORE CHE FAI TU, DOBBIAMO STARE TUTTI ZITTI, INVECE EH? BEL MODO DI PENSARE DEL CAZZO ELIZABETH, DAVVERO... HO BISOGNO DI DIMENTICARE" sbattè di nuovo il pugno sul muro; mi ricordava mio padre in quel momento ma sapevo che, a differenza di mio padre, Jaden non mi avrebbe mai picchiata a sangue. "DIMENTICARE?" dissi io a voce ancora più alta:"DIMENTICARE CHE COSA, HOSSLER? SEU CRESCIUTO NEL FOTTUTISSIMO ORO, NEI DIAMANTI, IO SONO SCRESCIUTA NELLO SCARTO DELLO SCARTO, QUINDI DICIAMO CHE IO SO CHE COSA VUOL DIRE AVER BISOGNO DI DIMENTICARE" dissi indicandomi la cicatrice orizzontale che porto sulla gola "NON VENIRMI A PARLARE COME SE NON SAPESSI UN CAZZO!" "DIMENTICARE TE, CAZZO! DIMENTICARE QUANTO TI AMO" per la seconda volta, quel giorno, mi trafissero più di mille sciabole. "Perché dovresti dimenticarmi?" chiesi, piangendo:"TE E CHANEL! NON STO DICENDO CHE CI HA ROVINATO LA VITA, MA, ANCHE TU, ELIZABETH, TI RENDI CONTO CHE L'ABBIAMO TENUTA SOLO PER PIETà VERO?" Mi stupì di ciò che stavo pensando, era vero, l'avevamo tenuta solo per pietà, pietà e solo pietà... mi sentivo in colpa, ma Jaden aveva ragione, le volevo dare tutto, ma se non avevo niente nel cuore, o almeno, niente riservato per lei, come facevo? La amavo, perché era mia figlia, ma l'amavo abbastanza da tenerla e crescerla? Lo guardai incredula, per poi dirgli:"Vattene" lui mi guardò sorpreso "VATTENE E NON TORNARE FIN QUANDO NON IMPARERAI AD AMARE COME CRISTO COMANDA, JADEN... VATTENE E NON TORNARE FIN QUANDO NON SAPRAI CHE COSA VUOL DIRE "Amore", FIN QUANDO NON SAPRAI COME AMARMI"il mio era un urlo isterico, più simile ad un lamento. Jaden si voltò, afferrò il giacchetto e sbattè la porta... avevamo litigato tre volte in un giorno... nel silenzio di casa, se non fosse stato per i miei ululati di dolore a causa del cuore in frantumi, sentì Chanel Rose piangere disperata... mi accasciai sul pavimento, e, per la seconda volta nella mia vita, i miei singhiozzi riempirono la stanza come il lamento di un condannato a morte e il suono che il mio cure infranto emetteva, mi uccideva, come fa il cancro, nei polmoni di un fumatore.

𝐚𝐧𝐠𝐞𝐥 𝐚𝐧𝐝 𝐝𝐞𝐦𝐨𝐧 | jaden hosslerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora