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Rumori, solo rumori. 

Aprii gli occhi di scatto, vidi un bagliore improvviso e lentamente focalizzai su cosa avevo davanti. 

Oh un muro, giusto, mi ero addormentata nel bagno dello spogliatoio.

Assottigliai lo sguardo e sbadigliai.

Mi alzai lentamente sentendo i vari scricchiolii delle mie povere ossa, mi faceva male la schiena e la tortura che mi stava infliggendo il collo era dolorosa, ma sopportabile. Dopo essere riuscita ad alzarmi con difficoltà ed estrema lentezza, mi stiracchiai completamente con l'intento di svegliare le articolazioni del mio corpo ancora addormentate, avevo una sensazione di pesantezza addosso, sembrava quasi che  fossi stata su una sedia a rotelle fin dalla nascita e che solo ora fossi riuscita a muovermi. Mi passai una mano sul volto e sentii sotto le dita la pelle graffiata. 

Mi ero completamente dimenticata di quella specie di attacco, mi toccai istintivamente il cuore, giusto per controllare se stesse ancora battendo come prima. Sospirai, mi ero davvero spaventata, pensavo quasi di star morendo, che idiota, tipico di me. Però non ero riuscita a muovermi e avevo perso il controllo di me stessa, non mi era mai capitata qualcosa del genere, sembrava una crisi di nervi vera e propria, iniziai a pensare a cosa potrebbe averla causata e all'improvviso le curve della mia bocca volsero verso il basso, giusto, tutti gli avvenimenti di oggi si erano accalcati formando un macigno sul cuore che cercai di espellere con le lacrime, e che piano piano si erano trasformate in un vero e proprio attacco. 

Justin che non si era smosso neanche dopo il gesto di ieri, le parole di Chris e il comportamento delle mie compagne di educazione fisica... Sapevo che se fossi andata avanti con questi pensieri mi sarei messa nuovamente a piangere, cosa di cui ero stanca e che non volevo fare.

Sbattei un piede a terra e presi tra le dita il ciuffo dei miei capelli, sospirai, dovevo svuotare la mente, benché lo stessi facendo nel modo più sbagliato la cosa stava funzionando. Sbattei nuovamente il piede, questa volta ancora più violentemente, ero sicura di sembrare una pazza.

«Ma che diavolo?» sentii una voce esclamare con una nota di spavento ed una d'interrogazione. Mi ero dimenticata della possibile presenza di qualcuno e forse sapevo a chi appartenesse quella voce, essendo nello spogliatoio femminile e considerando il fatto che questo pomeriggio ci sarebbero stati i corsi di mma... Lizzie.

Me la ritrovavo sempre tra i piedi, non si trattava di antipatia, anzi tutt'altro... invidia? Ero forse invidiosa di lei? L'invidia era una brutta bestia per le persone cattive, ma io non lo ero. Però il sentimento era quello, era ufficiale... Ero invidiosa di lei. Dopotutto era comprensibile, Lizzie era splendida mentre io...

Sobbalzai quando realizzai che fosse pomeriggio. 

«Chi c'è?» chiese nuovamente lei. M'immobilizzai all'istante e la prima cosa che mi venne in mente fu quella di rimanere nascosta ed in silenzio, ma non sarebbe servito a nulla, avrebbe di sicuro chiamato Justin che sarebbe venuto qui a controllare, quindi tanto valeva uscire allo scoperto.

Aprii la porta ed uscii, ma cosa avrei dovuto dirle? Che stupida, non ci avevo pensato.

«Caren?!» esclamò meravigliata mentre stava indossando le scarpe sportive. 

«Cosa ci fai qui? Mi hai spaventata un po' devo ammetterlo. Nel bagno da sola poi? Ah, sei venuta per fare il corso? Non sai quanto Justin ne sarà felice, un po' ci tiene!» parlò così in fretta che dovetti sforzare i meccanismi cognitivi per recuperare tutto il suono vocale udito, ricollegarlo e capire le parole.

«Sì, cioè no. Non ho il materiale» dissi sincera, senza neanche pensare a cosa potesse comportare la mia frase.

«Allora che ci fai qui?» domandò un po' delusa, mi dispiaceva. Iniziai a meditare per una bugia.

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