Capitolo 26

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Adriano Pov.
Prima che Niccolò si facesse male.

"Faccio il sorteggio o decido io chi interrogare?" Chiede la professoressa Ricci, d'inglese.
"Sorteggio" Risponde la maggioranza.
Tanto con la fortuna che ho sorteggia me.

"ventitré, due più tre cinque...chi è il cinque?" Chiede la prof cercando nel registro.
"Cassio" Dice sorridendomi.
Cazzo ride?

Nella classe affianco stanno facendo un casino assurdo, ci sono tante urla.
Si sente la vecchia che grida.
Niccolò la starà facendo esasperare.

"Prof, ma che hanno in terza?" Chiede Federica.
"La professoressa Rinaldi, la bullizzate solo perché è nuova" Risponde la prof.
"Adriano quindi vieni?" Domanda la professoressa.
Non so niente.
"Ehm, si certo" Rispondo.
"Perfetto, vieni" Mi sorride.
Lei è sempre stata così.
Positiva e sorridente.

Mi alzo per sistemarmi vicino alla cattedra.
Mamma dice sempre: Fai ciò che chiedono e non avrai problemi.
È sempre andata così, non vorrei che cambiasse idea ora che ci sono io interrogato.

"Argomento a piacere" Dice guardandomi.
"Shakespeare" Dico.
Lo abbiamo fatto da poco, dovrei ricordare qualcosa.
"Tell me about Shakespeare" Annuisce.
Proviamoci.
"He was born on 23rd April 1564" Biascico.
Faccio schifo in inglese, con la pronuncia soprattutto.
La prof però sembra non ascoltarmi, beh meglio.
"Non si può interrogare così!" Sbotta.
Ce l'ha sicuramente perché fanno casino nell'altra classe.

"Gianmarco vai in terza chiedi di far piano, gentilmente" Dice la prof.
Già era nervoso per cazzi suoi, spero solo che non risponda.
Gianmarco si alza ed esce, in silenzio.
Menomale.

"Dov'eravamo rimasti?" Si rivolge a me.
"Ho detto solo quando è nato"
"Ovvero" Chiede.
"Il 23 aprile 1564" Rispondo.
"Guarda caso lo stesso numero che è uscito al sorteggio" Sorride.
Mi dispiace ma oggi proprio non è giornata.
"È possibile che sono cinque anni che ci conosciamo e sei ancora così timido?" Mi chiede.
"Mica lo faccio apposta" Dico.

"Ma Gianmarco?" Chiede Federica, una mia compagna.
"Non lo so, vado a vedere io" Dice la professoressa alzandosi ed andando in terza.

"Cassio non sai un cazzo, vè?" Chiede Federica ridacchiando.
A me lei piace, anche molto, ma non penso ricambi.
"Si nota molto?" Chiedo a tutta la classe.
"Si, un sacco" Risponde Riccardo, un altro compagno.

Nel frattempo sentiamo un urlo, nell'altra classe.
Esco subito.
Gianmarco non torna, la prof nemmeno.
Che cazzo succede.
Mi segue la maggior parte della classe.
Cerco di entrare ma Gianmarco mi spinge fuori.

"Gianmà cosa c'è?" Chiedo cominciando ad agitarmi.
C'è qualcosa che non va.
"Non entrare" Dice soltanto.
"Cosa c'è?" Chiedo ancora.
"Niccolò" Dice soltanto.
Comincio ad agitarmi di più.
"Che ha fatto?" Domando nel panico.
"Non sta bene" Dice.
"Ha avuto un attacco di panico?" Chiedo.
Spero sia solo un attacco di panico, so che sa gestirli e che non mi devo preoccupare in caso.
"Non mi sembrava, c'era del sangue" Mi spiega.
Lo spingo di lato ed entro in classe.

Professoresse, studenti e infermieri in cerchio.
Non vedo Niccolò però.
Fa che non sia in mezzo, per favore.
Magari è solo un attacco di panico e Gianmarco si è immaginato il sangue.

Mi avvicino e cerco di scorgere qualcosa dal cerchio.
Due infermiere che tengono la testa di Niccolò, che ha gli occhi chiusi.
Merda.
Comincio a spingere per farmi spazio tra la folla, ma niente.
Gianmarco si mette accanto a me.

"Com'è successo?" Gli chiedo mentre cerco di calmarmi.
Starà bene, è forte e ce la fa.
Sta benissimo.
"Io non lo so, era già così quando sono entrato io" Mi dice mentre anche lui si agita.
Sta bene, sono io che mi sto facendo troppe paranoie.
"È stato picchiato" Dice una ragazza dell'altra classe.
"Come scusa?" Chiedo.
Forse non ci ho sentito bene io.
"La Rinaldi lo ha spinto contro lo spigolo e poi gli ha sbattuto la testa al banco" Mi spiega.
Sento la rabbia ribollire.
È tutta colpa sua.

Nel frattempo la professoressa di storia si gira e incrocia il mio sguardo.
Sto per partire e picchiarla ma Gianmarco mi tiene bloccato dal braccio.

"Adrià, non fare cazzate" Mi avverte.
"Forse non hai sentito! Quella ha picchiato Nic" Alzo la voce e staccando la sua presa dal mio braccio.
"E cosa vuoi fare? Picchiarla?" Mi chiede alzando il sopracciglio.
"Sì, me la paga" Dico.
"Questa picchia anche te, se ci è riuscita con Niccolò che è più o meno robusto, con te dovrebbe farti volare direttamente dalla finestra" Mi dice.
"Cosa vorresti dire" Incrocio le braccia.
"Intendo dire che ti ammazza anche solo soffiandoti addosso, e poi passeresti un sacco di guai" Spiega.

Nel frattempo portano via dalla confusione Niccolò.
Adesso posso vederlo.
È messo malissimo.
Una colata di sangue esce dall'occhio, mentre dal collo si riesce a vedere un grosso livido.
Il resto del viso e tendente al viola.
Come l'ha ridotto...

"Qualcuno di voi è parente al ragazzo?" Chiede un infermiere.
Alzo la mano.
"Sono il suo migliore amico" Dico.
"Mi serve un parente" Mi dice.
"Ma i suoi non possono arrivare qua, ci sono i miei genitori per ora" Cerco di convincerli.
"Non ha fratelli o sorelle?" Mi chiede.
"Si lavorano fuori da San Basilio, ci mettono due ore ad arrivare. Ci sto io con la mia famiglia mentre arrivano" Dico.
"Va bene, chiama i tuoi e i suoi genitori. La situazione è grave, riferiscilo a casa" Dice mentre mi porta fuori da scuola.

"Poi ti porto lo zaino" Mi dice Gianmarco.
"Anche quello di Nic, so che è pesante. Scusami" Gli dico.
"Scherzi? Sbrigati piuttosto e poi fammi sapere che ti dicono" Mi risponde.

Caricano Niccolò sull'ambulanza e dopodiché salgo io.
Partiamo.
Non riesco a staccare gli occhi da lui.
È messo malissimo.

Chiamo mia madre.
Deve correre e poi non voglio dare io la notizia alla madre di Nic.

"Mamma"
"Dimmi Adriano,non sei a scuola?"
"Si, ci sono, o per lo meno, c'ero"
"Dove sei adesso?"
"Sull'ambulanza"
"Perché?Cos'è successo?"
"Niccolò è stato picchiato dalla signora Rinaldi"
"Ma non dire cavolate"
"Mamma te lo giuro, chiama sua madre, veloce!"
"Adriano ma stai scherzando?"
"Ma secondo te scherzo su queste cose? È grave mamma, muoviti!"
"Ti passo Anna"
"Adriano, spiegami"

-labimbasperdvta
Una promessa è una promessa.
Eccomi qua!
Basta capitoli per oggi eh!
Ci vediamo domani, se va bene.
Buonanotte
*è lungo, lo so*

suo figlio è marcio dentro | ultimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora