Capitolo 30

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Niccolò Pov's

Apro gli occhi ancora intontito dal calmante, mi fa ancora male la testa.
"Mamma" Cerco di chiamarla.
"Finalmente ti sei svegliato, sono le due del pomeriggio" Mi dice.
"Che ore sono?" Chiedo ancora.
Boh mi sarò rincretinito.
"Le due, come ti senti?" Domanda.
"Mi fa male la testa" Dico.
"Vedo se puoi prendere qualcosa per i dolori" Dice.
"Va bene" Annuisco.

Lei esce a parlare con il medico.
Vorrei che fosse trasparente e mi dicesse chiaramente cos'ho che non va.

"Puoi prendere questo" Ritorna con in mano una medicina che ovviamente non prenderò.
"Scherzavo comunque, non mi fa più male" Dico.
"Nic, prendi 'sta medicina" Dice passandomi la tachipirina da cinquecento.
"Non ce n'è bisogno" Ripeto.
Lei mi ignora e mi passa un bicchierino con dentro la polverina della tachipirina.
L'avvicino alla bocca, ne prendo una goccia che sputo subito dopo.

"Nic, c'è bisogno di tutta 'sta scena?" Domanda mamma.
"Per favore, sto bene" Insisto.
"Niccolò prendi la medicina" Dice.
"Dai che sto bene" Continuo.
Lei mi tira un'occhiataccia.
Ho capito.

Prendo il bicchierino e mando giù il contenuto.
Che schifo, sa di big bubble.
Tossisco.

"Esagerato" Ridacchia.
"Senti, vuoi operarti, so che sei ansioso su queste cose perciò lascio scegliere te" Mi dice seria.
Adesso?
Se va male perdo anche l'altro di occhio.
No, non voglio perdere ancora.
"No, sto bene così" Rispondo.
Lei sembra stupirsi.
"Ma ne sei sicuro, se vuoi proviamo" Tenta di convincermi.
"Non insistere" Dico.
Lei sospira e annuisce.
Mi dispiace crearle tutti questi problemi.
Non vorrei.

"Ti va di uscire un po'?" Mi chiede.
"E dove andiamo?" Domando.
"Un giro nell'ospedale" Propone.
"No, appena mi dimettono esco" Dico.
"Ma ti farebbe bene" Continua
"Mi fa ancora male la testa" Dico mettendomi il cuscino sopra la testa, per non sentirla più.
"Dovrebbe farti effetto la tachipirina, aspetta un po'" Dice.
"Mamma voglio uscire da qui" Dico.
"Comincia con l'uscire dalla stanza" Risponde.
"E se sbatto da qualche parte?" Chiedo.
"Ti aiuto io" Dice.
Mi prende per mano aiutandomi a stare in piedi.
Non vedo bene, non riesco a distinguere ciò che vedo.
Come faccio?

Mi tiene per la mano e usciamo dalla stanza.
Non mi ero accorto di essere senza flebo, mi sento più libero.
Anche se sono ancora prigioniero del buio.

"Sei sicuro sicuro di non volerti operare, torneresti a vedere" Dice.
"E se sbagliano?" Chiedo.
"Almeno ci hai provato" Risponde.
"Intanto io ho perso anche l'altro occhio" Ribatto.
"Ma se invece andasse bene" Dice positiva.
"Andrà male" Rispondo.
"Ma non puoi saperlo, provaci, se perdi anche l'altro occhio troveremo un modo per uscirne. Ma provaci. Sei a pezzi, non ti voglio così" Dice.
"Okay" Dico soltanto.
"Quindi ti operi?" Mi chiede.
"Sì" Annuisco.
Mi da un bacio sulla guancia.
"Sapevo che avresti detto sì" Parla contenta.

"Niccolò ti sei svegliato!" Dice il medico di ieri.
"A quanto pare..." Rispondo.
Non mi sta simpatico, mi ha sedato senza il mio consenso.
"Come stai? L'hai presa la medicina?" Domanda.
"Si, si" Parlo, non presto troppa attenzione.
"Ti senti meglio?" Chiede.
Annuisco.
Mi ha fatto bene uscire.

"A proposito, vorrebbe operarsi" Dice mamma.
"Bene, sei coraggioso a quanto vedo" Mi sorride.
"Perché?" Chiedo.
"Perché al novanta percento si perde anche l'altro, ma tu mica hai paura vero?" Chiede conferma.
Annuisco terrorizzato.
Non lo voglio più fare.
Mamma mi poggia una mano sulla spalla.
"Ora è spaventato ma sicuramente gli passerà" Cerca di prendere le mie parti.
"Bene, allora tra quattro giorni ti operiamo" Mi sorride.
"Perfetto" Dico cercando di farmi vedere convinto.
Lui saluta e se ne va.

"Non avere paura" Dice continuando a camminare con me al suo fianco.
"Perdo anche l'altro, è sicuro" Dico.
"Ti ho detto che non ne puoi essere sicuro" Ripete.
"Ma al novanta percento non ce la farò" Ribatto.
"Al dieci invece ce la fai, tu sei forte e per questo riavrai la vista" Dice.
"Ma lui è un medico e ne capisce molto di più"
"Io sono tua madre e ti conosco meglio di lui, so che sei forte e ce la farai. Adesso in questi giorni cerchi di riposarti e appena finisci l'operazione vedremo cosa fare" Mi spiega.
Annuisco.

"Aspetta qui, vado due secondi in bagno" Dice mentre mi accompagna verso una sedia nel corridoio.
Piano mi siedo, con la costante paura di cadere.

"Oh ma ciao" Sento dire.
"Ehm, ciao" Dico incerto.
"Come stai?" Chiede con uno strano sorriso.
Ma chi è questa?
E che si ride?
"Bene, sto benissimo" Dico.
"Mi fa piacere" Sorride.
"Posso sapere chi sei?" Chiedo.
"Come?" Domanda smettendo di ridere.
"Chi sei, io non ti conosco" Ripeto.
"Oh, hai perso la memoria?" Chiede mettendosi una mano davanti la bocca.
"No io mi ricordo perfettamente" Rispondo.
"Ma non ti ricordi di me" Dice.
"Non ho mai vista...Sei un'amica di mamma?" Chiedo.
"No, io sono una tua amica. La persona che ti ha ridotto così dev'essere molto cattiva" Dice cambiando tono di voce.
"Non ricordo chi è stato" Dico.
"Lo sai tu?" Chiedo.
"Caro, no. Ma quella persona verrà punita" Risponde.
"Lo spero" Rispondo.
Sento una forte fitta alla testa, porto subito la mano alla fronte.
"Cosa c'è?" Chiede toccandomi la testa.
"Nulla, mi fa male" Spiego.
"Se vuoi ho qualcosa che ti fa stare meglio" Dice lei.
"Si, ti prego, sto morendo" Dico.
Mi passa una bottiglietta, non so cosa sia, ma sempre meglio di questi dolori allucinanti.
Bevo velocemente.
Lei sorride in un modo particolare, boh sarà felice per i fatti suoi.
"Ora ti saluto, riprenditi" Mi sorride per poi andarsene.

Mamma esce dal bagno.
"Ci sei?" Chiede vedendomi assorto.
"Si, si" Dico.
"Che hai adesso?" Mi domanda.
"Mi gira la testa" Dico.
"Vuoi tornare in camera?" Chiede.
"No, no. Andiamo" Dico tirando per continuare a camminare tra i corridoi.
"Va bene, se non ti senti bene dimmelo" Dice.

Camminiamo ancora un po'.
Mi arriva un forte dolore alla pancia.
Mi accascio per terra.

"Nic, che ti senti?" Chiede mentre si mette alla mia altezza.
"La testa" Riesco a dire soltanto.
Sento le lacrime cominciare ad uscire.
Fa male, molto male.
Ho preso due medicine, non capisco.

"Torniamo in camera" Dice mentre tenta di camminare ancora.
"Fa male" Dico.
"Ho capito ma non possiamo stare qui" Dice.
Poggio la testa alla sua spalla e nel frattempo camminiamo.
A passo lento.

Sento le gambe cedermi, mamma è stanca.
Non ce la fa.
Mi fermo.

"Nic ormai ci siamo" Dice.
Vorrei rispondere ma i miei muscoli non rispondono più.
"Niccolò?" Chiede girandosi a guardarmi.
"NICCOLÒ!"

-labimbasperdvta
Capitolo che conta come quello di domani dato che non potrò aggiornare.
Perdonatemi.
Domani proprio non sarà giornata.
Buona serata a tutte.
Vado a fare il tema d'italiano.
Adios!

suo figlio è marcio dentro | ultimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora