Capitolo 18

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"Niccolò, io ti voglio dare una mano"
"Ma a me non serve"
"Ti serve"
"Non mi serve"
"Si"
"No invece"
"Va bene Niccolò, fai di testa tua. Sappi che per parlare ci sono"

Abbiamo concluso così il discorso.
Ora siamo alla terza ora, italiano, con una prof che non ho mai visto.
A quanto ho capito è che coordinatrice di classe.
Parla per lo più con i suoi alunni, io sono un estraneo per lei.
Non mi ha neanche guardato, perciò...

"Tu sei quello bocciato?" Chiede indicandomi.
"Si, se mi conoscete per questo..." Rispondo.
È la quarta volta che me lo dicono, e siamo solo alla terza ora.
"Bene, ti ricorderai qualcosa di Giosuè Carducci no?"
"Si, certo" Dico, in realtà non mi ricordo un cazzo, come quando mi ha interrogato Cassio.
"Vuoi spiegarlo a loro che sono più piccoli?" Domanda retorica.
"Ehm, no no, grazie" Rispondo nel panico.
Mi farà fare una figura di merda.
"Non importa se non sai approfondire, sei stato pur bocciato per qualcosa no?" Mi dice cercando di sdrammatizzare.
"Tipo la musica" Comincio io apparentemente ironico.
"Cosa c'entra la musica con l'italiano?" Mi domanda.
"No niente, pensavo ad alta voce" Sorrido cercando di giustificarmi.
"Okay, allora? Vieni o non vieni?" Riprende il discorso di prima.
"Va bene dai" Dico.
Tanto vale provarci, almeno sembro starle simpatico.

"Allora, Giosuè Carducci è un poeta e lui..." Comincio a ripetere ma mi blocca subito.
"Sarebbe più rispettoso dire egli, continua" Parla lei.
Oh ma vaffanculo.
"Ed è famoso perché è stato portato in un campo di prigionia dai tedeschi, no?" Cerco conferma dalla professoressa.
"Si, come si chiama il suo libro?" Mi chiede.
"Ehm..se questo è un'uovo" Sparo il primo titolo.
"Perché i tedeschi davano le uova ad Auschwitz, vero?" Ridacchia lei.
"Un'uomo" Mi correggo ridendo per la cazzata appena detta.
"Fermiamo questa tortura. Comunque bravo, devi esprimerti meglio ma si può sempre migliorare no? Continua così" Mi sorride segnando qualcosa sulla sua agenda.
"Ma mettete il voto?" Domando.
"Ovviamente" Risponde.
"Sinceramente. Quanto ti serve per un farti picchiare a casa?" Continua sorridendo.
"Un sei va benissimo" Dico io.
"Perfetto" Annuisce lei.

Questa professoressa mi sta simpatica.
L'unica per ora.
Anche quello di musica non è male ma dovrebbe farsi i cazzi suoi.
Insomma, decido io quando suonare o no.
Deve starne fuori, rischio un sacco di casini.
Non voglio la terza bocciatura.
Non c'è due senza tre fino ad un certo punto.

"Ragazzi, ovviamente si ride e si scherza, ma dovete studiare. A voi lo dico dal primo anno ormai, tu Niccolò imparerai a conoscerci. Sono la prima a giocare con voi, ma quando si studia bisogna farlo seriamente. Non voglio ripetere situazioni simili all'anno passato, vero Riccardo?" Dice lei poi tirando un'occhiata a questo tipo.
"Vero" Dice a testa bassa.
Chissà che ha fatto.

"Ci vediamo domani, mi raccomando, non dimenticatevi ciò che vi ho detto" Dice prendendo il giubbotto e uscendo poi dalla classe.

"Oh ma vaffanculo, lei e le sue cazzate" Dice una ragazza dal primo banco scoppiando a ridere.
"Giulia, ti ricordo che comanda lei qui" La 'sgrida' il suo compagno di banco.
"Come sei palloso Lu, non mi farà niente" Sbuffa lei.

Sembriamo io e Cassio,lui che cerca di dissuadermi da un'idea del cazzo e io che lo mando a cagare.

"Ti scopriranno prima o poi e sai bene cosa potrebbero farti" Continua lui.
Questo è innamorato seriamente.
"Mammina, piuttosto chi arriva ora?" Domanda.
"Religione" Risponde una ragazza dal penultimo banco.
Tutta la classe sbuffa.
Concordo con loro.

"Religione è inutile" dice un ragazzo.
"Bene, abbiamo il primo interrogato di oggi" Dice la prof entrando velocemente.
Il ragazzo si tiene la testa tra le mani.
Soldato, sono con te.

"Parlami di San Benedetto, chi è?" Comincia ad interrogare.
Ma non è nemmeno arrivata.
Con la mia classe non era così cattiva.
"Un santo" Risponde lui facendoci scoppiare a ridere.
Questo è un fottuto genio.
"Tu che ridi, chi è San Benedetto?" Mi domanda lei.
"Una persona che ha ricevuto il dono da Dio" Dico io.
"Che dono?" Domanda.
"Boh, soldi?" Chiedo e nel frattempo la classe ride.
"Quattro a tutti e due" Annuncia segnando i voti sul registro elettronico.
"E tu sappi che sei nel mio mirino, e se ci entri una volta non ne esci mai più" Mi indica e ghigna.
Beh, non può picchiarmi, quindi niente preoccupazioni.

-labimbasperdvta

suo figlio è marcio dentro | ultimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora