9

4.2K 228 3
                                    

Il giorno dopo aveva ricevuto un messaggio di conferma per la cena di quella sera.

Spedì alcuni messaggi agli omega, e chiese in prestito la limusine di Dominick e Rose.

Si vestì elegantissimo, con uno smoking nero, con camicia bianca.

Si sistemò i capelli, e si guardò allo specchio.

Era un omega, ma era sicuro di sé, determinato e sopratutto incazzato.

Lo sguardo gelido che aveva sul volto, diceva tutto.

Andò a prendere Jack. E mentre lo aspettava guardò in alto vedendo che qualcuno guardava da dietro una tenda.

Non ricordava nulla di quella notte. Solo il dolore, e la vergogna del dopo.

Troppa vergogna anche per dire a qualcuno cosa gli era successo.

Solo dopo il secondo mese e due settimane di nausee vomito e lievi dolori addominali, comprese cosa stava succedendo al suo corpo.

Fece un sorriso, pensando a Gabrie.

SUO figlio.

Suo, nessuno poteva pretendere di averne la custodia, dopo che per anni era svanito...dopo che aveva preso in un momento delicato un ragazzino.

Non sapeva quanti anni avesse il fratello di Jack, e non gli importava.

Ora voleva solo giustizia.

Vide arrivare Jack, sereno e tranquillo.

Salire e accomodarsi accanto a lui.

Gli fece un sorriso falso, che non raggiungeva gli occhi.

E per un attimo Jack lo notò.

Gli prese una mano fra le sue.

Erano grandi e calde, le sue ghiacciate dal nervosismo.

Chiacchierarono del più e del meno.

Seduti tranquilli ad un tavolo solitario. Mentre gli altri erano occupati da altre persone.

Finirono di mangiare e anche gli argomenti insulsi.

Jack si mise seduto comodo, incrociando le mani sotto il mento e posando i gomiti sul tavolo.

-Ora parliamo di cose serie...perchè siamo qui...e non dirmi per la cena romantica...perchè so che questa non lo è...se lo fosse stata...non avresti ostentato in questo modo la tua ricchezza...-

Non poteva aspettarsi di meno da lui.

Alan sorrise, il suo sorriso era duro, finto.

Fece un gesto con la mano. Mentre il locale si silenziava, e tutti gli omega puntavano gli occhi sull'altro.

Da dietro Alan, arrivò Greg, che andò vicino all'alpha, lanciando una busta gialla davanti a lui, per poi tornare alle spalle dell'omega.

Gli occhi di Jack non si erano spostati nemmeno per un secondo da quelli dell'altro seduto a quel tavolo.

-Vedi...grazie a te, ho scoperto quanto la gente possa essere falsa ed ipocrita...- Prese il bicchiere con il vino e ne bevve un sorso. -A parte te, e Greg...in questa sala sono tutti omega, testimoni di ciò che dirai, o non dirai...perchè se potevo perdonarti per avermi dato del poco di buono...il fatto che sei in combutta con tuo fratello, per togliermi MIO figlio...mi fa letteralmente uscire di testa.-

Alan lo vide aprire la bocca. -No...ora fa silenzio e ascolta me...hai ascoltato tuo fratello...ora sentirai me...cosa ho passato per sette anni grazie a quella merda tua consanguinea. E ascolterai...in silenzio, senza interrompermi nemmeno un secondo...-Sorrise ancora falsamente. -Sono stato chiaro? Ora le regole le detto io...se in qualche modo mi interromperai...potrei causare l'accidentale rivelazione dei casini che ha alle spalle la tua azienda...e se stai per chiedermi se è una minaccia o un ricatto...fai come vuoi...io ti ho avvisato.-

Gli occhi di Jack ebbero un lampo rosso, ma rimase fermo fissandolo ancora negli occhi.

Alan raccontò la sua vita in quei 7 anni, da quando era stato preso a quel momento.

Son Of The OmegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora