Ben

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Jeff's pov

Sfrecciammo nelle tenebre per arrivare al carcere, nell'auto Jack guardava immobile davanti a sé.

-Per quale fottuto motivo l'hai fatto?

Gli chiesi con voce bassa e roca.
-vacci piano, lui è come un fratello per me.Ha quasi ucciso Jane! il mio eroe in pratica
"muori"

Jack rimase zitto, allora glielo chiesi di nuovo urlando.Lui mi fissò.

-Non lo so

Disse infine, con la testa china e lo sguardo fisso sul sedile.

-Come non lo sai? inventati qualcosa porco bue! deve esserci un motivo! Jane non ti ha mai fatto un cazzo di niente! è troppo dolce per fare qualcosa a qualcuno.

Dissi troppo convinto delle mie parole.

-È questo il problema.

Non capii, ma arrivammo di fronte al carcere, scesi di corsa evitanto Jack ed entrai accoltellando le due guardie.Entrai in quel caos di lamenti dei carcerati e mi soffermai sulla cella di Jane, ma era vuota.

"dio no, dimmi che non è troppo tardi"

-io direi di si volentieri.

Evitai la voce nella mia testa e cercai Jane ovunque, quando entrai nel bagno mi tappai il naso:il pavimento era pieno di vomito e contro il muro c'erano delle macchie di sangue, una dava la forma di un pugno.Avevo paura, io Jeff, un killer, avevo paura.Ben aveva sempre ucciso per soldi, per essere ricco, quindi avrebbe ucciso Jane senza pensarci due volte. Quando Jack entrò nel bagno stava per vomitare anche lui, così rimase fuori.Aprii una porta di un bagno e mi si raddrizzarono i capelli in testa:un uomo sulla cinquantina era sdraiato sul water con un pugnale nel petto e dalle labbra gli usciva sangue.Il marchio sul pugnale era senza dubbio quello di Ben.Uscii fuori ed entrai in tutte le porte aperte del carcere, ma non trovai nessuno.Stavo per perdere le speranze, stavo per arrendermi, poi Jack corse verso di me afferrandomi per un braccio.Mi portò vicino a una porta chiusa con un lucchetto d'acciaio, all'interno si sentivano delle piccole urla.Era Jane, almeno era ancora viva.Sbirciai da un buco nel legno:Jane era seduta su una sedia, con braccia legate dietro allo schienale, gambe divaricate e legate ai piedi di dietro della sedia.Ara piegata in due e i vestiti stracciati in molti, troppi punti.Ben era seduto a terra di fronte a lei con una frusta fra le mani e rideva.

-Dobbiamo aprire questa porta di merda

dissi a Jack sussurrando per non farmi sentire da Ben.Jack si avvicinò al lucchetto e prese una stella, poi iniziò a forzarlo, ma senza successo.Guardai di nuovo nella fessura cercando di capire cosa stava facendo quel pazzo.Stava ancora ridendo, poi mise un dito sotto il mento di Jane obbligandola a guardarlo, era pallida, sfinita.Ben le tirò la frusta sul petto, lei urlò e la maglietta' si straccio' ancora di più. Stava piangendo, le lacrime caddero a terra mischiate al sangue che gocciolava dai vestiti imbrattati.

-Jack muoviti!

Dissi a Jack tirandogli un ceffone sulla spalla.Lui sorrise e sfilo' il lucchetto, io feci per aprire la porta ma lui mi bloccò.

-Potrebbe usare Jane come scudo per non farti avvicinare

Non avevo previsto questo, menomale lui si.

-Ma tu non puoi dirgli di smetterla? l'hai pagato o sbaglio?

Chiesi con strafottenza della sua gentilezza.

-Non posso, lui cercherebbe altri soldi per smetterla e io non li ho

Sbuffai.

-Quanto lo hai pagato?

Innamorata del mio assassino [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora