Moon

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AVVISO:VI CONSIGLIO DI LEGGERE IL CAPITOLO CON "WHERE YOU GONE-AVRIL LAVIGNE", È MOLTO TRISTE QUESTO CAPITOLO, LA CANZONE RISPECCHIA MOLTO LE SCENE.
BUONA LETTURA. ..
Jeff's pov

Cominciai a correre per la strada bagnata, le stelle non c'erano in cielo, la luna era ricoperta dalle nuvole grige, il cielo era freddo e cupo.Arrivai di fronte alla vecchia casa di Jane, ero sicuro doveva essere per forza lì, era il posto dove aveva vissuto gli anni migliori della sua vita, con la sua famiglia e i suoi amici...Maddalena.

Sfondai la porta sbarrata da cartelli con avvertimenti che la casa era pericolante, ormai chiusa da parecchio, nessuno aveva avuto il coraggio di trasferirsi lì o di buttarla giù, tutti amavano i genitori di Jane.Entrai nella casa, sentii una musica di pianoforte, calmo, lento. "Per Elisa" è di sicuro quella canzone, triste, malinconica, che in un luogo del genere metteva paura.Salii le scale e entrai nella stanza di Jane, ma la musica non veniva da lì, mi girai e vidi una porta di legno in fondo al corridoio semi aperta, buia, il suono veniva di sicuro da lì. Mi avvicinai di più alla porta, sbirciai:Al centro della stanza vuota c'era solo un pianoforte, enorme, pieno di ragnatele, con delle candele accese sopra che illuminavano tutto; C'erano delle bottiglie spaccate a terra e del liquido bluastro usciva da esse; La stanza era sotto una cappa di fumo, a terra c'erano cicche di sigaretta e non solo di quelle.Jane suonava indisturbata, aveva i capelli che le cadevano sulle spalle, non vedevo il suo volto, era di spalle.Indossava un vestito bianco, ricordai che era quello che mise per ballare, glielo aveva regalato Maddalena.Entrai nella stanza, avvicinandomi a lei, le misi una mano sulla spalla destra, lei smise di suonare facendo cadere le mani sui tasti, che fecero un rumore assordante.Sembrava più pallida del solito, la pelle era gelida, i suoi capelli meno morbidi del solito.Lascio' cadere le mani lungo i fianchi, puoi si giró lentamente e mi fissò:i suoi occhi erano neri, completamente neri, nom c'era distinzione fra bianco e nero come prima, era terrificante, ma per qualche strano motivo mi attirava ancora di più di prima, come una calamita vera e propria; aveva la pelle bianchissima, sembrava che non avesse visto mai il sole, le sue labbra erano le uniche ad avere un colorito accesso, rosso, anche se non era rossetto.Rimasi a guardarla, lei si giró impugnando le mani e battendo sui tasti più volte, poi mi fece togliere la mano dalla sua spalla con rabbia, mi feci indietro.

-Vattene!

Urlò lei con rabbia; i suoi occhi profondi come un pozzo emettevano solo rabbia.

-Non voglio andarmene

Dissi titubante, lei prese un pugnale sul pianoforte:era pieno di sangue, sul piano c'era una vera e propria pozza di quest'ultimo, un puzzo orribile veniva da esso.

-Devi amdare via!

Disse impugnando il pugnale contro di me, io mi avvicinai, la punta del pugnale si poggió sul mio petto.

-Non voglio andare via.

Dissi fermandomi, quando sentii la punta che premeva contro di me.

-Vattene oppure ti uccido!

Urlò lei con isteria.

-Non me ne vado senza di te!

Urlai buttando il pugnale a terra, nel farlo mi feci un taglo sul palmo della mano.

-Devi tornare a casa, o la maledizione ti ucciderà, se non lo farà il richiamo della casa ci penserà Jack.Non vuoi parlarmi? ok! ma almeno torna a casa.

Gli occhi macabri di Jane iniziarono a lacrimare, se li asciugó in fretta.

-Non voglio tornare da nessuna parte, vogliono uccidermi? che lo facciano! anzi, uccidimi tu, tanto non hai problemi nel farlo vero? hai ucciso tante di quelle persone!

Innamorata del mio assassino [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora