Capitolo XII

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Capitolo 12

Mark diede due colpi alla carrozzeria dell'auto, per fargli segno di ripartire, in modo che l'uomo ammanettato fosse portato subito in galera.

Attorno a lui, oltre a qualche telecamera invadente e molte luci della polizia ancora accese, c'era una piccola ambulanza.

Mark sorrise un po' nel vedere quel bambino bere un po' del suo latte caldo, con una coperta sulla spalla e un'infermiera che stava finendo di medicare la sua fronte.

Si avvicinò verso quel bambino, così forte e speciale che nonostante la tenera età aveva avuto il coraggio di scappare da quella situazione ed andare a chiamare la polizia.

"Come stai?" chiese gentilmente.

Il bambino alzò piano lo sguardo su di lui. Mark era il primo ad averlo soccorso e averlo creduto in pieno, infatti il ragazzino si faceva avvicinare solo da lui.

"I-io... non lo so" sussurrò. "Mia madre starà bene?" chiese.

"Sì" annuì. "Avrà bisogno di un po' di tempo per riprendersi, ma starà bene."

Louis sospirò sollevato. "Cosa succederà adesso?" sibilò.

"Tua madre sarà portata in una clinica riabilitativa, Louis" affermò. "L'aiuteranno a smettere di usare quelle brutte medicine."

Louis tirò su con il naso. "Io la odio" borbottò. "Lui mi faceva male e lei non mi difendeva mai. Una mamma dovrebbe difenderti vero?" chiese, con gli occhi lucidi.

Mark sospirò tristemente. "Sì, Louis. Dovrebbe" confermò.

"Ma anche se la odio, non so dove andare. Non ho nessun altro" disse, aumentando il respiro.

"Non devi preoccuparti, Louis. Gli assistenti sociali stanno venendo a prenderti. Non credo che la tua mamma sia adatta a farti crescere. Ti troveremo un posto migliore dove vivere."

Louis scosse la testa, trattenendo a stento i singhiozzi. "Ci sono già finito, là dentro. E non ci voglio tornare."

"Louis, ascoltami, io..."

"Portami con te" lo pregò a quel punto il ragazzino, con gli occhi languidi e imploranti.

Mark sgranò gli occhi a quella strana richiesta. "Come?" chiese confuso.

"Ti prego, signor Tomlinson. Tu sei buono e mi ascolti, e hai salvato la mia mamma. Mi fido solo di te. Portami con te, ti prego, non abbandonarmi anche tu" sussurrò, con la voce spezzata.

Mark continuò a guardarlo impassibile, incapace di riuscire ad interpretare a pieno le sue parole. Quando sentì un singhiozzo provenire dalla gola della bambino, Mark si sciolse lentamente. Si avvicinò a lui e lo prese immediatamente in braccio. Louis strinse la presa sul suo collo e nascose la testa nel suo petto. "Non ti abbandono" gli promise. "In qualsiasi caso, non ti abbandono" affermò.





"Sono tuo padre" disse l'uomo di fronte a sé, facendogli mancare il respiro. Harry, accanto a lui, strinse la presa sulla sua mano, tentando di rassicurarlo come poteva.

Louis rimase immobile per diversi minuti interi, incapace di parlare, di esprimersi in qualche modo. Rimase fermo a guardarlo, senza avere la minima idea di cosa fare.

You drive me crazyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora