9: Cautela

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[Luke]

Sin dal giorno in cui mi ero scontrato con Calum sul campo da calcio, non potevo non notare che il suo sguardo sembrava posarsi costantemente su di me. Stava progettando di fare qualcosa per mettermi in imbarazzo? Perché non gliel'avrei permesso. Non gli avrei permesso di umiliarmi di per il gusto di infastidire qualcuno o per attirare l'attenzione. Non aveva imparato niente dall'ultima volta? Non aveva ancora afferrato che non era stata una buona idea?

Era passato poco meno di un mese dal bacio e la gente iniziava a dimenticarlo, fortunatamente. Non mi piaceva per niente che tutti mi fissassero in modo strano o bisbigliassero ogni volta che gli passavo accanto.

Taylor ed io eravamo tornati quelli di sempre, e in quel momento lei era impegnata a farneticare su come avesse litigato con un tipo perché aveva detto che i Ramones non erano una punk band. Io, dal canto mio, stavo guardando Calum. Notai che, sempre più spesso, aveva gli occhi rivolti verso di me con espressione cuoriosa e speranzosa. Però avevo sempre evitato di incorciare il suo sguardo. Non volevo essere coinvolto nelle sue faccende più di quanto non lo fossi già.

«Che stai guardando?» chiese lei all'improvviso ed io tornai a prestarle attenzione.

«Niente, ero solo deconcentrato.» mormorai, guardando il vassoio pieno di cibo sul tavolo di fronte a me. L'avevo appena toccato - non perché non avevo fame, ma perché non riuscivo a definirlo "cibo". L'avevano spacciata per pasta, ma... non non volevo sicuramente sapere di cos'era fatta davvero.

Lei si voltò per seguire il mio sguardo e sospirò quando vide Calum. Tornò a guardare me con un leggero disappunto in viso e scrollò le spalle. «Non dirò niente, ma mi dispiace.»

«Non è stata colpa tua.» borbottai. Si era già scusata per avermi messo in guardia da Calum e io mi ero scusato per averle risposto male, ma sapevo che ancora non le andava giù la mia cotta per lui. Sentiva che potevo fare di meglio, ma io non volevo davvero parlarne.

«Ah, sì... non ti ho detto che stasera ho un appuntamento.» Taylor arrossì, guadagnandosi la mia completa attenzione.

Alzai un sopracciglio con un sorrisino appena accennato sulle labbra. «Davvero? e con chi? Spero non sia uno stalker psicopatico come l'altra volta.»

Lei rise scuotendo la testa. «Credo che sia troppo pigro per essere uno stalker. Ehm, è l'amico di Calum, Michael...»

Rimasi a bocca aperta. «Finalmente!»

«Che vuol dire "finalmente"?» ridacchiò nervosamente.

«È da quando ti ha fatto un complimento per la tua maglietta al settimo anno[N.d.T. Come ben saprete, il loro sistema scolastico è diverso dal nostro, quindi contano gli anni in maniera diversa... il loro settimo anno equivale alla nostra seconda media. L'ho lasciato come ho trovato per coerenza e volevo precisarlo per darvi un riferimento il più accurato possibile... ora sparisco lol] che gli sbavi dietro.»

«Non è vero!» si difese lei, ma c'era un barlume di verità nelle mie parole e lo sapevamo entrambi.

«Ad ogni modo...» sorrisi. «Spero vada tutto bene.»

«Grazie.» mi sorrise a sua volta. «Lo spero anche io.»

Annuii e tornai a guardare verso il tavolo dove summenzionato Michael e Calum stavano assieme all'altro loro amico, che se non andavo errato, si chiamava Ashton. Michael stava lanciando dei marshmallows verso la bocca spalancata di Calum. Ridacchiai leggermente quando vidi il dolcetto rimbalzargli sul naso e scossi la testa. Improvvisamente, Calum si voltò verso di me e i nostri occhi si incontrarono. Distolsi lo sguardo con stizza, sentondo il sangue affluirmi alle guance. Non volevo mi beccasse a fissarlo(sì, diciamocelo, lo stavo fissando). Beh, pazienza... probabilmente non l'aveva nemmeno notato. O almeno così speravo.

Prove you Wrong // Cake AU [Traduzione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora