POV'S BUCKY
Sono le dieci e mezzo di mattina ed è dalle otto di mattina che corro con Steve in un parco a Brooklyn.
Non so come abbia fatto a convincermi ad uscire dalla mia stanza.
"Devi riprendere in mano la tua vita Buck, non puoi stare tutto il giorno tutti i giorni qui dentro! Adesso vieni con me e andiamo a fare una corsetta."
Così aveva detto e ho ceduto, non solo perché aveva ragione ma anche perché ero stanco di stare sempre alla base.
Devo imparare a lasciare il passato e l'Hydra alle spalle, almeno di giorno devo farlo...
Adesso siamo su una panchina a prendere fiato nonostante il siero siamo comunque stanchi dato che Captain America doveva farci correre per due ore e mezza filate.
"Non so te Buck, ma io sto morendo di fame" dice Steve, in effetti sto morendo di fame anch'io.
"E sentiamo dove andiamo a mangiare, sono solo le undici dove potremmo andare?" gli rispondo.
"So io dove possiamo andare" dice sorridendo.
Usiamo dal parco e Steve si mette il cappello mentre io il mio cappuccio per evitare che dei civili si esaltino a vedere Steve o si allarmino a vedere me.
Ci avviamo, quindi, verso le strade trafficate di Brooklyn fino ad arrivare all'entrata di un bar con delle vetrate molto grandi, dalle quali si può vedere all'interno.
Steve apre la porta e la campanella sopra le nostre teste suona.
Rimango con lo sguardo basso per evitare di farmi riconoscere dai clienti o dai dipendenti, ma sento comunque uno sguardo fisso su di me, quindi alzo la testa e noto una cameriera che mi guarda in modo strano.
Non penso mi abbia riconosciuto perché non sembra spaventa, anzi sembra come se conoscesse James e non il soldato d'inverno.
La guardo attentamente ed ha dei splendidi capelli color rame legati in una cosa di cavallo, è abbastanza alta ma non potrebbe raggiungere il mio metro e ottantatre.
Il completo da cameriera le sta divinamente, fa risaltare le sue forme ma non troppo, però quello che mi colpisce di più sono gli occhi grigi con una leggerissima sfumatura viola che riesco a notare grazie alla mia abilità nell'osservare.
Non riesco a staccare gli occhi dai suoi che ricambiano lo sguardo con così tante emozioni all'interno.
Per mia fortuna, o sfortuna, Steve nota i nostri scambi di sguardi e decide di attirare la mia attenzione.
"Wow Bucky, hai già fatto colpo?" quasi sussurra.
"Piantala Steve, ci siamo solo guardati niente di che" so di aver appena detto un'enorme balla e sembra che lui lo abbia capito perché sfodera uno dei suoi soliti sorrisi come a dirmi certo come no.
Faccio finta di nulla e decido di recarmi ad un tavolo libero mentre il mio amico mi segue.
Mi guardo intorno ed è un posto molto carino: i tavoli e le sedie sono in legno di noce come il pavimento che però è di una tonalità più chiara.
Ai muri ci sono appesi alcuni quadri impressionistici che rendono l'ambiente elegante ma anche confortevole.
Al di là del bancone ci sono bottiglie di vari generi di vino a sinistra, mentre a destra c'è un buco nel muro per permettere ai dipendenti di parlare con il cuoco.
Proprio su quel lato c'è lei che parla allegramente con una donna con un enorme pancione.
Non capisco perché lei mi attiri così tanto ma per la prima volta dopo che ho ripreso il controllo della mia mente sento di poter essere una persona normale.
SPAZIO AUTRICE:
Hello people, ecco il punto di vista di Bucky spero vi sia piaciuto.
Mi scuso per eventuali errori di battitura.
-Kia🌹
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The Winter Is Coming || Bucky Barnes [SOSPESA]
RandomElizabeth Arina Volkov vive a New York come una normale ragazza ma in realtà c'è ben poco di normale in lei, con un oscuro passato e un'identità da tenere segreta. La sua vita, già abbastanza complicata, diventerà ancora più confusa a causa del suo...