Innamorata Di Quel Sorriso 2

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HELENA

Sto studiando storia. Due palle. Non mi è mai piaciuta un granché forse perché ho già le guerre nella mia testa, perché studiare anche le altre? Insomma, che mi importa se l'Austria ha dichiarato guerra alla Serbia?! Problemi loro, io mi faccio i fatti miei. Squilla il cellulare, metto la penna dietro l'orecchio (e' un vizio assurdo che ho mentre studio) e mi accorgo che è un numero quello che mi sta chiamando.

dico un po vergognandomi. Non mi è mai piaciuto rispondere all'anonimo o a numeri che non conosco. Sarà perché sono troppo timida, o sarà perché mio padre a tredici anni mi metteva in testa storie di pedofili.

Dio dimmi come ti chiami, se ho risposto vuol dire che sono Helena, tu invece chi diavolo sei??? Mi ricompongo.

butto giù un sospiro di sollievo, almeno è una persona che conosco.

come ha fatto ad avere il mio numero?

Colpo al cuore al suono di quel nome. (ho fatto anche la rima yee) Il cuore mi batte fortissimo, e non mi accorgo nemmeno che sono in piedi e ho buttato il libro di storia per terra.

zio Ciro ride. E cosa aspettava a dirmelo? Sto morendo dall'ansia. Mi calmo e mi siedo. Zio Ciro riprende

Chiudo la chiamata. Mi precipito in salotto, prendo il biglietto del pullman, saluto mamma e Joseph e mi dirigo a quel bar che ha fatto parte della mia infanzia.

Zio Ciro ha avuto un ottima idea, Chris e' leggermente stressato da questa storia, una festa aiuterebbe a calmarlo.

Arrivo in autobus e metto la canzone di Macklemore Same Love. Il testo non dice esattamente ciò che sento, perché parla di persone omosessuali che io stimo perché hanno la forza di andare avanti nonostante ciò che dice la gente, se non penserei questo non mi sarei scaricata Same Love. Però, c'è una strana malinconia in questa canzone, quando l'ascolto ho sempre gli occhioni lucidi e mi capita veramente raramente. Scendo dell'autobus e ancora non c'è nessuno.

***

CHRIS

Finisco di mangiare e mi precipito nella mia stanza per giocare un po ai video games. Il telefono vibbra nella tasca destra dei miei jeans. E' Ciro, come al solito.

affermo sarcastico mentre metto pausa al gioco.

quando mai??!! Non passa giorno in cui non mi chiami, dio mi sta facendo diventare psicopatico.

Chiudo. Ormai e' la seconda volta che uccido un uomo. Dovrei essere meno agitato. Ma intanto vedrò un altro uomo cadere sotto le mie mani. "ha fatto del male a una donna, è per una giusta causa" continuo a ripetermi. Sta volta mi farò di brutto, tanto quanto basta per essere inconsciente. Non voglio fare questo a Helena, ma è suo zio che da gli ordini, mi sono abituato, so cosa devo fare, so che questa è la mia strada. Arriva il messaggio di Ciro con la via e la descrizione dell'uomo:basso, capelli ricci, magro, sulla trentina... Alzo il materasso del letto e prendo la pistola, quella pistola nascosta per troppo tempo al mondo. Nascosta a me stesso. Nascosta ad Helena.

Scendo le scale della mia mega villa, chiudo la porta, mi dirigo verso la macchina. Durante il tragitto penso a tutte le cose che ho:una bella auto, una villa, droga a volontà, Helena...

Poi penso alle cose che non ho:una mamma che si prende cura di me, un papà... E' vero sono poche rispetto alle cose che ho, ma vi spiego, se mia madre avesse un po di dignità, un po d'amore da dare ai suoi figli, io adesso non starei per uccidere un uomo. Corro veloce con la mia nuova auto, e arrivo subito all'indirizzo. Prima di scendere dalla macchina mi guardo intorno per vedere se ci sono sbirri, e se soprattutto l'uomo che si trova dietro questo palazzo corrisponde alla descrizione di Ciro. Si è lui. Tolgo dal taschino del mio giubino un altro po di coca. Giusto per caricarmi di più. Dopodiché scendo dalla macchina. Sento la pistola che piano piano scende dentro la mia cintura, l'ho poggiata tra l'elastico del pantalone e la schiena. L'uomo sulla trentina scende dalla macchina. La droga inizia a fare il suo effetto, sicuramente avrò il naso rosso e gli occhi lucidi ma non mi scoraggio. <Bastardo,dammi 100€> dico e inizio a divertirmi.