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HELENA

Sono arrivata alla villa di Chris con in una mano la torta e nell'altra il regalo per lui. Suono il campanello. Nessuno risponde, forse l'ha chiamato Ciro d'urgenza. Allora decido di prendere il cellulare e chiamarlo. Il telefono squilla, squilla inutilmente. Apro la borsa e prendo la copia delle chiavi di casa che mi ha regalato Chris. Meglio così, avrò più tempo per preparare gli addobbi e avvisare i suoi amici. Entro e tutto sembra normale. C'è un sacco di silenzio che mette i brividi. Poso la torta e la borsa sul tavolo. Decido di andare in soggiorno per attaccare palloncini e festoni quando trovo il divano di pelle scaraventato a terra. Pezzi di vetro che ricoprono il pavimento. La TV accesa manda in onda il telegiornale pomeridiano. Non so cosa sia successo qui. Forse è entrato un ladro e Chris e' andato a fare la denuncia (?). Poco convincente, il mio Chris avrebbe avvisato subito Ciro e ci avrebbero pensato loro due. Sul tavolino c'è una polvere bianca. Una polvere che conosco fin troppo bene. E a terra, sul pavimento, ci sono altre due bustine vuote. Affianco a quest'ultime c'è un corpo. <CHRIS!> Mio Dio no non ci credo. Mi lancio su di lei. Lo muovo sperando che non sia successo quello che sto pensando. Chris non si sveglia. Chris e' immobile. Chris non respira più. Mi precipito e chiamo il pronto soccorso. Un ambulanza arriverà a momenti. Momenti che potrebbero essere cruciali. I miei occhi bruciano. Le mie guance arrugginite da lacrime. Ritorno da Chris e gli prendo la testa <CHRIS SVEGLIATI! SVEGLIATI! CAZZO CHRIS!> sto piangendo e urlando come un bambino che ha perso la mamma nel centro commerciale. Il mio respiro è irregolare, smorzato dell'attesa di quei secondi. Il mio cuore batte veloce, velocissimo. Provo a muovere e a rianimare di nuovo Chris con inutili aspettative. Piango peggio di Helena Gilbert dopo la rottura con Damon.

Piango peggio di Hazel dopo la morte di Augustus.

Piango peggio di Bella in New Moon.

Piango come una dannata fino a quando non sento delle sirene in lontananza. Apro la porta e i medici corrono subito da Chris. Lo mettono sul lettino e lo portano in ambulanza. <Io-io devo andare con lui> dico ancora in fase di pianto e disperazione.

<Non può signorina, e' un caso troppo grave> dice quella stronza di infermiera.

Mentre l'ambulanza parte cercando di rianimare Chris io chiamo Zio Joseph. <Zio ti prego p-portami in ospedale subito>

<Hel cosa è successo?>

<VIENIMI A PRENDERE!> Urlo

<Okok va bene calmati dimmi dove sei > gli dico la via e tutto. Mi prendo i capelli nelle mani e penso a come è potuto accadere. Mi volto e quell'inutile polverina e' ancora lì. "Mi illumino d'immenso". La lampadina nella mia testa si accende e capisco tutto. Chris non può essere un drogato. Chris non può essere come zio Joseph. Chris non può diventare ciò che io cerco di evitare quotidianamente. Chris non può morire di overdose. Chris non può morire e basta. Zio mi viene a prendere e nella macchina con lui c'è una bionda da paura, ma al momento non mi interessa chi sia questa prostituta. Tra le lacrime zio chiede spiegazioni e io ancora sconvolta dico tutta la verità. Zio si precipita in ospedale

***

Arrivati chiedo a un infermiera informazioni su Chris. Mi dice la stanza ed io evitando i dottori la cerco.

La numero 22. Cazzo questo numero porta sfiga. Sono ancora scossa dai pianti. Entro in quest'enorme stanza bianca. Chris e' disteso su un letto. E' tutto intubato. Ha dei tubi al naso che gli procurano ossigeno. Una flebo attaccata al braccio. E accanto al letto noto un defibrillatore. Lo avranno usato con Chris. Mi avvicino. E lo guardo. Solo ora realizzo quanto mi potrebbe mancare. Il suo viso è pallido. Le sue labbra una volta rosee sono fredde. <Cos'hai fatto Chris? > sussurro. Lo so che non può sentirmi. Ma io non posso stare senza lui. La porta si apre e un dottore entra. <Lei è un parente del paziente? > dice il medico controllando i parametri vitali di Chris. So che se non dirò di si a questa domanda mi sbatteranno fuori. <S-si sono la sorella. > dico mentre i singhiozzi e le lacrime continuano. <C-come sta Chris? >

<Non si nutra di troppe speranze signorina Fell. Il paziente è in coma da overdose >

<In c-coma? > ripeto più aereo stessa che al dottore.

<Non sappiamo se il suo cervello e il suo cuore reggeranno questo stress>

Il dottore esce dalla stanza. Mi lascia così, con questo incoraggiamento quasi ironico.

Mi sdraio sul letto accanto a Chris. Gli prendo la mano e la poggio sulla mia schiena. Avvicino la mia testa sul suo petto una volta forte. Le lacrime continuano a sgorgare.

E se Chris non si fosse svegliato?

***

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Innamorata Di Quel Sorriso 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora