"CALIFORNICATION"

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03.03.2020

"CALIFORNICATION" di beautyqueenintears_ è una storia che ho iniziato a leggere perché mi è stato richiesto dall'autrice.

-> la recensione si occupa delle prime 5 parti di narrazione effettiva, pertanto si avvisa i lettori di possibili spoiler.

Riassunto:

Vivienne De Angelis è una giornalista e critica musicale francese che lavora per la rivista Rolling Stones. Il suo lavoro e le nuove mode musicali provenienti dal Nuovo Continente la portano a Los Angeles, in California, dove avrà l'avventura di una vita.

Recensione:

Cominciando la lettura si ha un'ottima impressione di ciò che è la forma, ma proseguendo purtroppo questa cambia; si incontrano sempre più spesso errori di battitura importanti, parole o espressioni utilizzate in modo errato (es.: "bevuta" non è sinonimo di "bevanda"; "nel mentre" al posto di "mentre"; con "rombo" il lettore si immagina il motore di un veicolo, non lo squillo del telefono), ripetizioni esagerate di specifiche parole (es.: "ella" ed "egli" sono esasperati in pochi paragrafi). Le descrizioni, seppur buone, hanno un ritmo troppo incalzante a causa dell'insistente punteggiatura. Gli stacchi di scena risultano "nascosti"; aggiungendo uno spazio o un simbolo tra loro permetterebbe al lettore di comprendere l'interruzione della scena precedente e l'inizio di quella nuova, così da non trovarsi spaesato. Oltretutto, già dagli inizi, in maniera lieve, e molto più evidente dal terzo capitolo in poi, sembra di trovarsi in un documentario: alcune descrizioni o commenti esterni del narratore sono fuori luogo rispetto a ciò che è lo stile narrativo di una storia. "... stile tipico degli anni ottanta, tutte vetture tipiche della decade..." non è un commento che il narratore può fare, e non ne ha nemmeno motivo. La storia ha luogo negli anni ottanta, ogni tipo di commento rispetto allo stile e alla moda non dovrebbe esserci in quanto è normale che sia così. Sarebbe assurdo, al contrario, vedere vetture futuristiche o dei primi anni cinquanta. Così come non va bene che il narratore si riferisca più volte, ripetutamente, a Vivienne come "la protagonista". Oltre al fatto che il lettore sa già chi è il protagonista, gli altri personaggi non lo sanno. È come se ci si riferisse a ogni personaggio come "l'aiutante", "il cattivo", "il mentore". Sempre analizzando i personaggi, quelli principali sono molto ben descritti e caratterizzati, altri ovviamente meno. La comparsa di Stevie è assolutamente a caso: lei non viene presentata, non si sa chi sia né da dove venga, eppure sembra essere in confidenza con la protagonista. Non si sa più niente di lei fino ai capitoli dopo, e rimane comunque sempre un personaggio marginale, a volte semplicemente una comparsa. Ad ogni modo, è piacevole leggere la storia e proseguire nella scoperta della trama, che è senz'altro interessante e accattivante.

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