Stupido sogno

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(P.O.V. Callie)

"Ho incontrato di nuovo la mia dolce tortura" disse con un sorriso amaro sulle labbra.

"Come scusa?" Ribatté Mark

Callie sbuffò: "Mark la donna bionda della stazione, ci siamo incontrate di nuovo"

"Ah" enfatizzò Mark "Non parlarmi di biondine proprio ieri una mi ha sbattuto un grande palo in fronte"

Callie roteò gli occhi pur sapendo che l'amico non l'avrebbe potuta vedere. 

"Mark ora proprio non mi importa dei tuoi falliti tentativi di approccio"

"Come osi, Mark Sloan non fallisce mai"

"E allora cosa?" Ribatté divertita Callie.

"Era una lesbica"

Callie rise all'affermazione "Avrei voluto vedere la tua faccia" disse.

"Se magari avessi chiesto al capo di tornare l'avresti potuta vedere" Infierì Mark.

"Non è questo il momento, torniamo alla mia bella sconosciuta. Come devo fare Mark? So che sembra stupido ma sembra che mi sia fatta scappare per la seconda volta la mia anima gemella. Non posso credere di aver sprecato due occasioni è che è così bella e non riesco a fare altro se non guardarla"

"Oh, oh! Frena Torres non la conosci neanche, magari è una stronza psicopatica, o peggio neanche lesbica"

"Lo so" Disse Callie amareggiata.

Mark sentì il tono dell'amica così cercò di aiutarla:

"Allora dimmi tutti i movimenti che ha fatto, così capiamo se anche lei è pazza di te"

Così Callie raccontò nel dettaglio entrambi gli incontri all'amico.

"Quante probabilità ho di incontrarla di nuovo?" Chiese disperata all'amico.

"Sarò sincero non lo so Torres, ma se mai dovesse accadere giuro che se non vai a parlarle vengo lì e ti butto sotto un treno"

Callie sorrise alla scena creatasi nella sua mente.

"Forse è destino?" Disse Callie speranzosa, quasi a volersi convincere che l'avrebbe incontrata nuovamente.

"Forse è destino" Affermò Mark.

Quando Callie tornò a casa dopo una giornata di lavoro abbastanza pesante, si precipitò sul suo portatile per ricercare il titolo di quel libro che non aveva riconosciuto "One day". Lo trovò rapidamente, si trattava di un libro sentimentale abbastanza leggero, parlava di due ragazzi che si incontrano dopo la loro seduta di laurea e trascorrono assieme tutta la notte, pur senza arrivare al contatto fisico. Il mattino seguente, però, le loro strade si dividono. Lei, lavoratrice ambiziosa, sogna di rendere il mondo un posto migliore; lui, ricco e affascinante, è interessato unicamente al divertimento. Nonostante ciò, per molti anni successivi, le loro vite sono destinate a incrociarsi ogni 15 luglio.

Trovò buffo il fatto che stesse leggendo un libro che parlasse di incontri dettati dal destino. "Destino" pensò, davvero stava affidando tutto al destino? Si disse che non avrebbe potuto fare altrimenti.

Uscì nuovamente per dirigersi in quella libreria vicino casa che fino a quel momento non aveva molto frequentato visto che ormai era facile recuperare libri online, ma necessitava di quel libro il prima possibile, si prospettava una lunga notte.

Arrivò alla stazione con la speranza nel cuore il cui battito aumentava ad ogni passo. Sperava così tanto di rivederla, pensò che le diverse delusioni avute in passato prima con George e poi con Erica le avessero insegnato di non volersi immergere più in una persona in quel modo ma fu più forte di lei, sentì che era diversa, doveva essere diversa, con nessuno aveva mai avuto quell'intesa così naturale, mai si era persa in due occhi azzurri sconosciuti; anche gli occhi di Erica erano azzurri, non erano come quegli occhi. Anche Seattle si presentò soleggiata, Callie lo accolse come un segno, oggi era il giorno giusto, sapeva che lei sarebbe stata lì, doveva essere lì.

Quando arrivò in stazione e si ritrovò a scegliere le scale per raggiungere il giusto binario, si fermò indecisa se proseguire verso il binario 1 o il binario 2.

Le sudavano le mani, per la prima volta la mattina a Seattle non sembrava così fredda. Decise di seguire il suo istinto, aveva bisogno che lei fosse lì, così si strinse nei pugni e si diresse verso le scale del secondo binario. Il battito cardiaco aumentò visibilmente, poteva giurare di sentire il cuore nelle orecchie, questo finché la banchina non fu visibile. Si guardò intorno ed eccolo lì, un battito si perse in un attimo che sembrò eterno quando il suo sguardo la trovò lì sulla panchina.

Per la prima volta se la ritrovò così vicina, la bocca iniziò a seccarsi, le mani continuavano a sudare, mentre il brivido che adesso le attraversava il corpo, non sapeva più dire se fosse dovuto al freddo o a quella visione.

I suoi capelli biondi sembravano brillare sotto quei sottili raggi di sole di quel giorno. Callie sembrò paralizzata e a corto di parole finché finalmente la bionda rivolse il suo sguardo verso la sua posizione. Quando i loro occhi si incontrarono un altro battito morì silenziosamente.

La bionda si alzò e si avviarono una verso l'altra quasi come se fossero due magneti che una volta vicini son destinati ad unirsi.

Si fermarono a pochi passi l'una dall'altra, riuscivano a sentire l'una il respiro dell'altra. Sorrisero.

"Finalmente mi hai raggiunta" interruppe la bionda il loro silenzioso discorso.

"Lo avrei voluto fare prima" Sorrise Callie.

"Perché non lo hai fatto allora?" domandò la sconosciuta.

"Perché tra pochi minuti prenderai quel treno e ti perderò un'altra volta" disse Callie con rammarico.

"Qualsiasi cosa accada domani... viviamo oggi" Replicò la bionda che ora aveva spostato il suo sguardo sulle labbra di Callie.

Un altro battito di Callie si perse lungo il suo percorso, si chiese se questo avesse avuto delle conseguenze sul suo cuore.

Notò lo sguardo della sconosciuta sulle sue labbra, inconsciamente si avvicinarono fino a sfiorarsi, finché Callie non si espose e-

Un tonfo la svegliò, era appena caduta dal letto. Portandosi una mano alla testa dolorante per la caduta, si rese conto che fu tutto un sogno. Nulla fu reale. Si alzò e si mise a sedere, le gambe non sembravano reggerla ancora tremanti per il tumulto interiore che quel sogno le aveva provocato.

Notò poi il libro aperto sul letto, l'occhio cadde su una frase che quella notte l'aveva sconvolta: "Qualsiasi cosa accada domani... viviamo oggi", ecco da dove proveniva, realizzò di essersi addormentata leggendo. Era solo tutto un sogno, ripeté, solo uno stupido sogno.

La coincidenza che aspettavoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora