One day

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(P.O.V. Callie)

Erano tre giorni ormai che Callie si recava a lavoro con la speranza di incontrare la misteriosa bionda in stazione, restando puntualmente delusa tutte le mattine, aveva addirittura chiesto un cambio turno ad un collega pur di poter prendere il treno la mattina. Infondo cosa poteva aspettarsi, magari era lì solo di passaggio, o magari prese quel treno sporadicamente non come mezzo fisso, ben presto si rese conto di essere una stupida nello sperare di rincontrare una persona che neanche aveva mai conosciuto, che neanche sapesse se vivesse lì o sull'altro emisfero della terra.

Ormai si rassegnò all'idea che non l'avrebbe più rivista, le giornate tornarono ad essere abitudinarie e inoltre continuava a recarsi in un luogo di lavoro che non la soddisfaceva.

Quella mattina si svegliò per l'ennesima volta alle 6 del mattino, erano ormai quattro le mattine consecutive che si svegliava a quell'ora per andare a lavorare. Quella mattina proprio però non riusciva a reggerla, aveva perso l'entusiasmo avuto nelle mattine precedenti per un eventuale incontro in stazione, così si trascinò via le coperte con forza per recarsi in bagno con ancora gli occhi socchiusi per il sonno mancato.

Si preparò la solita tazza di caffè mentre continuava a vestirsi con non troppa voglia. Rivolse il suo sguardo alla finestra e si rese conto che Seattle preannunciava un'altra giornata di pioggia, così prima di uscire recuperò il suo ombrello, il cappotto con la sciarpa, e si trascinò verso la porta.

Uscendo da casa e alzando gli occhi al cielo, si rese conto che la pioggia stava iniziando a cadere, così aprì il suo triste ombrello nero e si incamminò verso la stazione ferroviaria.

A pochi metri dalla stazione una macchina decise di rendere quella giornata, già abbastanza anonima, ancora più triste: infatti quando Callie giunse all'incrocio, una macchina le sfrecciò di fianco catapultandole tutta l'acqua presente nella pozzanghera posta al lato della strada. Così Callie si ritrovò zuppa d'acqua a pochi passi dalla stazione, dicesi fortuna pensò.

Arrivata al solito binario assegnato alla sua coincidenza e visualizzata la prima panchina libera, si affrettò a posarci su le sue cose ormai umide mentre cercava di chiudere il triste ombrello che sembrava essersi rotto dopo l'impatto con l'auto.

Sedutasi sulla panchina, sfregò le mani sulle maniche del suo cappotto cercando così con questo gesto di riscaldarsi dal freddo che i suoi vestiti ormai umidi le stavano donando. Continuò a borbottare maledicendo l'auto che l'aveva ridotta in quello stato.

Una risata attirò la sua attenzione. Alzò lo sguardo e non poteva credere a suoi occhi: due occhi blu le stavano sorridendo. Lei era lì, la sua bella e bionda sconosciuta era lì, questa volta completamente asciutta e in tiro, se mai fosse possibile era ancora più bella.

Callie benedì quelle quattro mattinate consecutive adesso che sapeva che avrebbero portato a questo, così si ritrovò nuovamente a sorridere ad una perfetta sconosciuta.

Si ritrovarono nuovamente a fissarsi senza dire o fare altro, entrambe volevano solo saziarsi dello sguardo dell'altra. La bionda spostò lo sguardo sugli abiti bagnati della latina. Quando Callie se ne rese conto, afferrò l'ombrello ormai rotto tra le mani e fece spallucce, quasi a voler indicare che purtroppo non era bastato a farla restare asciutta.

La bionda sembrò comprendere e infatti sorridendo afferrò il suo colorato ombrello tra le mani facendolo oscillare in aria, a voler indicare che questa volta si era munita di ombrello.

Callie sorrise alla scena. Poi notò che tra le mani la bionda aveva un libro del quale ne manteneva il segno di lettura con un dito. Pensò che probabilmente lo stava leggendo nell'attesa del treno, pensò che questa volta fosse arrivata molto in anticipo rispetto alla volta precedente. Continuarono a scambiarsi sguardi distrattamente mentre Callie cercò di concentrasi sul titolo del libro: "One day". Poi nuovamente il segnale acustico spezzò quel momento magico fatto di sguardi che avrebbero voluto dire di più.

La bionda si alzò preparandosi all'arrivo del treno e prima che questo potesse nuovamente interrompere la loro visuale, fissò Callie negli occhi e con una mano le fece un cenno di saluto.

Callie ricambiò il timido saluto seguito da un sorriso, finché il treno fermatosi al secondo binario non le separò nuovamente.

Callie maledì il mondo per questa piccola tortura che le aveva procurato: l'insaziabile voglia di rivedere una sconosciuta con la quale non ha neanche mai parlato.

Prese il cellulare e digitò il numero di Mark che risposte quasi tempestivamente:

"Torres, cosa succede?"

"Ho incontrato di nuovo la mia dolce tortura" disse con un sorriso amaro sulle labbra.

La coincidenza che aspettavoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora