2) Grimuld Place

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Varcato il portale ci trovammo nella piazza Grimuld Place dove, in teoria, avremmo trovato la famosa villa dell'antica casata dei Black, ora dimora dei Potter.
Mi guardai attorno per trovare un segno, ma la piazza era circondata da alti alberi che abbellivano il piccolo parchetto al centro di essa composto da panchine e altalene occupati da bambini, genitori e coppiette. Vecchi edifici cadenti di mattoni rossi e grigi racchiudevano quel piccolo angolo verde, uno dei pochi rimasti nel centro di Londra. I numeri civici andavano da 2 al 26 (solo i numeri pari) ma ne mancava uno. Tra i numeri 10 e 14 vi era solo una misera cassetta postale con scritto 12 e il cognome degli abitanti : Black, Lupin, Potter e Weasley. Un alto e forte albero celava una parete bianca dove avrebbe dovuto trovarsi la porta d'ingresso.

Io: - Bella mossa nascondere l'abitazione con l'incanto fidelius. Adesso potrei essere partecipe di tale segreto? Sai com'è, se devo aiutarti...- sarcastica al massimo.

Silente: - Ah, giusto - si frugò tra le tasche da cui ne estrasse un foglietto piegato accuratamente e me lo fece leggere.

Subito l'incantesimo si dissolse ai miei occhi dandomi la possibilità di accedere alla villa, perfettamente mimetizzata tra le altre case diroccate. Era un edificio di mattoni rossi alternati a finta pietra grigia componenti lo stemma della casata Black in un mosaico, e alto cinque piani. Le finestre, in vetro oscurato modificate con la magia, erano alte e rettangolari, dotate di persiane in legno che non venivano chiuse da tempo, vedendo il loro stato di conservazione e il colore sbiadito dal sole.
Io e il mio compagno di viaggio raggiungemmo rapidamente la porta, doppia e colore mogano con un battente in ottone formato dalla testa di un corvo, cercando di non dare nell'occhio e, scambiandoci un'occhiata fugace, appoggiai la mano sulla facciata della porta, pronta a recitare un incantesimo di apertura.
Ma la porta si apri leggermente, gigolando, sotto il tocco leggero del mio palmo. Guardai il professore.

- Ma davvero? Incanto fidelius, incantesimi per nascondere l'accesso e i primi gradini dell'abitazione per entrare indisturbati senza essere visti dai babbani... e la porta di casa è aperta e accessibile a chiunque si appoggi semplicemente a quello che dovrebbe essere un solido " muro" o, comunque, una porta quantomeno chiusa a chiave e protetta da ogni sorta di incantesimo difensivo e di allarme? Seriamente?! Ma cosa insegni ai tuoi allievi, Albus? - lo aggredii sbalordita e sconcertata.

- Sono sicuro ci sia una spiegazione più che valida! - tentò di svicolare e difenderli.

- Ad esempio? - lo guardai canzonatoria dritto negli occhi e incrociando le braccia.

- Ma che cosa ne posso sapere io! Dai entriamo - tagliò il discorso, messo in difficoltà.

Come un sorriso soddisfatto sulle labbra per la piccola vittoria, aprii del tutto la porta, resa silenziosa da un mio incantesimo per non farla cigolare, ed entrammo in casa silenziosamente e senza permesso, sentendoci due ladri.
Se la nostra presenza avesse creato scompiglio, meglio affrontare la situazione in casa piuttosto che tra i babbani, magari usandoli come scudi umani.
Non mi soffermai ad osservare l'interno, tanto diverso dall'ultima volta che ero entrata in quella casa, e proseguimmo oltre. Ci sarebbe stato tempo più tardi per fare un tuffo nel passato.
Attraversammo il più silenziosamente possibile il lungo corridoio che collegava la porta d'ingresso alle scale e alla cucina, separata dal resto della casa da una porta in legno. Al di là di quest'ultima giungevano battute e risate di adulti e bambini, le quali si interruppero subito non appena entrammo nella stanza, facendo ammutolire tutti.
Raccolti attorno a un grande tavolo da pranzo, vi erano più di quaranta persone di cui una ventina di bambini. Un sacco ti teste rosse e brune capeggiavano in quel ritrovo con una manciata di capelli biondi sparsi qua e là.
Col senno di poi, posso affermare che la reazione che mi aspettavo fosse molto peggio di quella che mi accolse.
I primi a riprendersi dallo choc di trovarsi davanti un morto e un'estranea furono un uomo alto dai capelli corvini raccolti da un nastro verde dietro la nuca e profondi occhi verde smeraldo, una donna alta dai capelli lunghi ricci e castani come gli occhi, una donna rossa di capelli e gli occhi color ambra e un'anziana signora con i capelli neri striati di grigio raccolti in un serio chignon e dagli occhi grigi cerchiati da neri occhiali quadrati sorretti da un piccolo naso dritto.
I quattro ci puntarono contro le bacchette mentre si paravano davanti gli altri seduti ancora a tavola, proteggendoli dalla nostra vista. Le espressioni serie, gli occhi pieni di rabbia.
Io, d'altro canto, mi parai davanti a Silente (quell'uomo era talmente sicuro che lo avrebbero accolto calorosamente e a braccia aperte, da non aver neanche sfoderato la bacchetta. Folle e stolto zuccone!) e alzai una barriera di energia tra noi e loro per proteggerci da probabili attacchi che, puntuali, vennero assorbiti dalla barriera.

HP ~ Nuovo nemico: Tutti allerta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora