4) Primi contatti

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Pov Sirius
Mi rialzai immediatamente da sopra il povero Remus per impugnare la bacchetta contro il moro che aveva parlato per ultimo e che era il più vicino a me.

- Chi ti credi di essere per avanzare pretese da noi. Chi sarai tu semmai! Questa è casa mia ed è proprietà dei Black da generazioni! - mi infervorii

- È vero, è proprietà dei Black ma l'ho ereditata io e ci abito da 20 anni. Chi sono io non importa, siete voi che vi siete introdotti illegalmente usufruendo di mascheramenti. - disse il moro rivolto a me con ostilità ma estrema calma poi, girandosi verso Silente - Ve lo richiedo una sola volta: chi siete e perché siete qui!? -

Silente ci pensò sopra scrutando il ragazzo con occhio attento e calcolatore, ma mantenendo lo stesso la calma che non lo abbandonava mai: - Io sono Albus Silente, ex preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts ed ex membro del Wizengamut. - poi fece una pausa sempre guardando il suo interlocutore ma con sguardo curioso - e penso che tu non creda ad una parola di quanto sto dicendo o dirò in futuro. -

Moro: - Infatti!-

- Harry - mi voltai a guardare la ragazza che aveva parlato. Era una bella ragazza, alta non più di 1,70, magra e fasciata in un paio di pantaloncini corti di jeans neri, una maglia a maniche corte abbastanza larga da mostrare una spalla e una felpa viola legata in vita di verse taglie più grande. Aveva i lunghi capelli azzurri legati in una mezzacoda alta e gli occhi di due colori, uno grigio tempesta e uno viola ametista, e il lato sinistro del bel volto era attraversato da tre lunghe cicatrici che partivano da sopra al sopracciglio. Puntava la bacchetta verso Moody ma stava scrutando Silente, come a capire se stesse dicendo la verità oppure no. - Portiamoli giù dagli altri così potremo tenerli d'occhio più facilmente e interrogarli -

Il moro di nome Harry ci pensò su un paio di secondi, come a valutare quel suggerimento : - Va bene. Hermione - senza spostare lo sguardo da noi, si rivolse alla ragazza riccia davanti alla porta che avevo notato solo ora perché attratto da quei occhi così verdi e familiari...- Va prima tu e dì a Luna e George di portare via i bambini, poi torna su -

La ragazza uscì dalla stanza. Silente, che non si era perso lo scambio di battute e non aveva smesso di squadrare il ragazzo, parlò diretto a noi - Ragazzi, posate le bacchette, non credo che abbiano cattive intenzioni, anzi, credo che stiano dicendo la verità e che siamo noi gli intrusi qui. -

- Ma che sta dicendo professore, noi non ci siamo mossi - puntualizzò Lily

- Non fisicamente, no -

Con la coda dell'occhio scorsi Remus guardare il preside - Signore, non vorrà dire che... - ma il vecchio lo interruppe con un gesto della mano non lasciandogli terminare la frase. - A quanto pare, ma non mi spiego ancora il come. Ne discuteremo dopo che avremmo autenticato le nostre identità. -

Abbassammo tutti la bacchetta, tranne Moody che continuava a puntarla verso la ragazza come se il vero pericolo fosse lei. In effetti con l'aria dura, gli occhi gelidi e inquietanti, lo sfregio ancora più inquietante e la bacchetta bitorzoluta e lunga, metteva un po' di paura. Sicuramente più del moro che avevo di fronte e la sua bacchetta puntata alla gola. Se contiamo che aveva anche una spada lunga quasi la sua gamba allacciata al fodero in vita, ai pugnali che scorgevo tra gli stivaletti e la pistola legata attorno alla coscia nuda da una fascia nera... Il quadro era completo. Bella e letale.
Comunque rimanemmo lo stesso in allerta e pronti ad attaccare. Le bacchette sempre strette in pugno ma rivolte verso il pavimento. Pochi minuti dopo tornò la riccia e, fatto un cenno, ci fece strada.
Mentre percorrevamo il corridoio e le scale diretti alla nostra meta, che intuii fosse la sala da pranzo, notai che la casa aveva un aspetto più fresco, più nuovo, più... Amato. I muri erano stati riverniciati di color oro con disegni rossi, argento, verdi e blu, colori che richiamavano le quattro case di Hogwarts. Le scale erano state sistemate, coperte da un tappeto rosso anti scivolamento, adesso non scricchiolavano più ad ogni passo e ai muri erano affissi diversi quadri e foto che adesso erano vuoti ma che scommetto erano popolati da amici e parenti di quelle strane persone sconosciute.
Giunti in cucina trovammo un assiepamento di maghi conosciuti e sconosciuti che ci guardavano abbastanza male e ci accerchiarono, spingendoci contro il muro, la porta ormai sigillata. La furia negli occhi e aria mortalmente furiosa.

HP ~ Nuovo nemico: Tutti allerta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora