Capitolo 2: Rivelazioni

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Nelle poche parole che ci scambiamo, avevo percepito una strana connessione, che allora mi sembrò paradossale. Senza contare poi il fatto che non sapevo cosa avrei dovuto fare: non sapevo come avrei riconosciuto i miei alleati (che poi, come gli dono dei superpoteri? Trovo un tizio a caso, lo indico e un fulmine lo prende in pieno?), ma cosa più importante non sapevo quando sarebbe comparsa questa minaccia né in che cosa consistesse.

Fui tentato di lasciar perdere ma oramai ero in ballo, avevo questi poteri già da un po'. E come chiunque scopre di essere bravo in qualcosa, non fa altro che esercitarsi con lo scopo di riuscire a capire fin dove riesce a spingersi. Devo ammettere che è stato esaltante comprendere i miei limiti in questo caso. Anche se poi mi sono stufato di mettermi alla prova. È come quando proponi un hobby a tuo figlio che molto probabilmente lo abbandonerà dopo che tu avrai speso un capitale solo per l'attrezzatura.

Ritornando a noi.
Successe un sabato notte: ero in procinto di rincasare quando dall'oscuro meandro di un vicolo viene fuori un cane timoroso e pauroso, che presentava diverse cicatrici, molto probabilmente causate da abusi. Iniziai a retrocedere cautamente sebbene fossi terrorizzato, ma la situazione prese una brutta piega nel momento in cui sopraggiunsero altri cani. Il fatto curioso è che Neante, è un paese provvisto canili, ottimi canili, pertanto era davvero raro trovare un cane randagio, figuriamoci un branco così numeroso.

Ero pietrificato dal terrore, non sono mai stato un buon corridore, non lo sono affatto (avrei dovuto fare quel corso di spinning quando me l'aveva consigliato Carlo, anche se non ha attinenza però avrei migliorato la resistenza, mannaggia). Anche sotto adrenalina mi avrebbero raggiunto in 5 secondi scarsi, nel migliore degli scenari.

Continuavo a ripetermi se fosse stata la serata giusta per andare dal kebbabaro vicino casa di Alessia. Non sarebbe stata una così brutta idea se non si trovasse dalla parte opposta a casa mia, anzi per meglio dire si trova al limite del paese.

Nei paraggi non c'era praticamente nessuno, perché si saranno recati quasi sicuramente alla sagra che organizzano in questo periodo. Era da un po' che non uscivo con gli altri, quindi mi sembrava doveroso. Però ripensandoci potevo uscire con Anna e vedere un film da me, ah no, l'ho lasciata....

Eh vabbè.

La situazione era critica, ero con le spalle al muro, non potevo muovermi perché i cani oramai mi avevano scambiato per una bistecca. Non avevo fatto la ricarica quindi non potevo chiamare nessuno, senza contare il fatto che il telefono era scarico.

Nei miei panni avreste fatto lo stesso, non potevo assolutamente concentrarmi sui discorsi di botanica di Filippo o dei melodrammi tra Poliziano e Silvia, suvvia.

Ciò a cui anelavo in quel momento più di qualsiasi altra cosa era scomparire, andare via, dissolvermi, sparire dalla circolazione, puff.

E in qualche modo avvenne: chiusi gli occhi e l'istante successivo mi ritrovai nella strada limitrofa. Col passare del tempo quelle circostanze davvero singolari continuavano a susseguirsi, prendendo una piega inverosimile, se non chimerica.

Nel mio momento di confusione, i cani fiutarono il "one million" di cui puzzava il park che indossavo, per quanto mia madre l'avesse impregnato, accidenti a te!
Quindi inizia a correre e corsi davvero celermente, ma i miei dubbi e la mia incredulità e il mio stupore correvano più veloci dei cani dietro di me. Erano quasi le 2 del mattino, le strade deserte e i lampioni emanavano una luce fluttuante, poiché la rete elettrica urbana era da rivedere: grazie sindaco!

Nella foga del momento un bulldog fuori taglia mi si para davanti, e si accanisce su di me, nel mentre io cerco di pararmi come meglio posso.

Ed è ora che giunge il momento delle rivelazioni.

La mia mano si muove per istinto, autonomamente, prende la forma di un artiglio nero, le cui dita sottili ma affilate trafiggono quella povera bestiola, che in quell'istante di terrore e dolore esala il suo ultimo rantolo.
Gli altri cani fuggono nella direzione opposta consci della situazione di pericolo in cui erano incappati, increduli anche loro, mi sa. Il braccio tornò normale quasi all'istante. Avrei stentato a crederci, se non ci fosse stato il cadavere del randagio ridotto a brandelli in evidenza.

Non provai nulla alla morte che avevo causato, nè tantomeno alle cose orribili che d'ora in avanti sarei stato capace di provocare.

È solo che in quel vortice di sensazioni che provai non riuscii a dar voce a ciò che provai, forse perché non ne ero capace o forse perché non ne avevo bisogno. Ciò che provai in seguito a questa elucubrazione fu la quiete, non mi importò l'aver estirpato una vita, perché sapevo che non dipendeva direttamente da me.

Quel cane di certo non avrebbe cambiato il mondo, quindi una bocca in meno da sfamare.

Nei giorni a seguire cercai di replicare quella stessa sensazione che mi percorse la spina dorsale. Capii che il desiderio di andarmene, di sparire dalla circolazione, di occultare la mia esistenza, mi dava la capacità di crearmi un rifugio nell'ombra. Posso spostarmi attraverso essa e quando succede perdo momentaneamente l'uso dei 5 sensi affidandomi unicamente alle immagini che fluttuano nella mia mente, di luoghi in cui posso spostarmi anche di posti in cui non sono mai stato, però il raggio d'azione è abbastanza limitato posso spostarmi di un massimo di 500 m. Più è luminoso il luogo in cui opero e più difficile è gestire il potere dell'ombra.

Posso diventare etereo come l'oscurità, intoccabile.

E a quanto pare sono capace anche di manipolarla per attaccare gli esseri viventi. Fortunatamente sono un ottimo bugiardo quindi nessuno sà di questi superpoteri. Sono un tipo taciturno.

Immaginate se uno dei miei amici o i miei genitori ne fossero venuti a conoscenza, una lagna dover spiegare tutto per filo e per segno perché non è una cosa da poco, senza contare le loro preoccupazioni e le loro paure, e poi se la notizia si fosse propagata a macchia d'olio sarei stato in grossi guai, magari mi avrebbero rapito e vivisezionato per vedere se ero un alieno.

Torniamo al presente.
È passata una settimana dalla visita di quella bambina petulante, che probabilmente sarà più vecchia di me, comunque i giorni sembrano tutti uguali ed io ho come l'impressione di essere stato gabbato, che sia stato tutto uno scherzo, ma so perfettamente che questa è una bella bugia a cui vorrei dar corda, però non posso dimenticare ciò che ho visto e ciò che ho provato entrando nella
tana del bianconiglio.

Mi ritrovo in cucina assorto nel calcare delle pentole e delle padelle, titubante al pensiero di dover lavare la teglia rimasta a mollo la sera prima, che in origine conteneva pasta al forno. Compiuta quest'ostica impresa, mi concedo un attimo di nullafacenza sul divano, scorrendo la home di instagram. Nel frattempo mia madre nella sua stanza rievoca uno di quei ricordi felici che oggi le sono oramai irraggiungibili e pertanto crolla in un'altra sua crisi, grondando lacrime come una pioggia misericordiosa. Io stizzito dal suo pianto, sbuffo, cerco di concentrarmi su altro.

Ed è così che il mio sguardo si posa su una scatola di scarpe sotto la libreria, accanto al mio skate e ad un mucchio di riviste del decennio scorso. Non ricordavo di averla lasciata qui. Mi accingo a prenderla, ma un veloce mal di testa mi colpisce tempestivamente.

Un'illuminazione.
Rammento un'immagine confusa, una scena poco chiara. Mi torna alla mente, una mano, tesa verso di me che non riesco a vedere lucidamente poiché offuscata dalle mie lacrime. Mi accarezza il viso e mi porge ciò che stringeva strenuamente: un pendente la cui pietra brillava di un nero avorio. Ripresomi quel ricordo, la scatola da scarpe ha iniziato a brillare della stessa luce che io rammentavo. Quindi lo aprii fugacemente. Era tutto vero.

È tutto vero.

Non so come ho fatto a dimenticare qualcosa del genere, ma compresi che è stata la collana a donarmi quelle capacità. Ora so come donare ad altre persone dei superpoteri, un dubbio si è dissipato ma altri mi assalgono: Chi è stato a donarmi quella collana? Perché non ricordo il suo volto?

L'eroe deviato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora