Capitolo 3: Gli Eroi Di Oggi

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Tutto ciò stava diventando sempre più tedioso. Percepivo intorno a me un alone di pericolo, che si avvicinava ogni qual volta che mi addentravo sempre più in quella storia.

È vero che quell'essere nel suo modo di spiegarmi la situazione, è come se mi avesse dato carta bianca.

Ma dato che si parla della mia incolumità, ma anche del destino del mondo, non posso far altro che creare dei superumani meritevoli e poi stare in disparte.

Da quanto ho capito il pendente può sfornare supereroi a non finire, quindi il problema di maggior rilievo sarà trovare dei veri eroi di tutti i giorni. Meglio però evitare di donare poteri a destra e a manca perché potrebbe verificarsi l'anarchia e la lotta di 2 fazioni super e non super, è abbastanza scontato.

Quindi mi limiterò a qualche persona, d'altro canto la minaccia che si presenterà potrebbe richiedere un nutrito contingente, anche se definirli soldati, forse, non è appropriato.

Mi resi conto di essere troppo preso, pertanto decisi di lasciar perdere momentaneamente. Anche perché mi stavo disinteressando dalla mia vita sociale che già non consideravo poi così tanto, senza parlare della scuola.

Di lì a poco ci sarebbe stato il compleanno delle sorelle Valenti, e gli altri non mi hanno neanche considerato per il regalo da farle, ah aspetta, sono io che non gli ho più risposto...

Fortunatamente loro non avevano ancora comprato il regalo, quindi mi sono unito senza alcun problema.

Era il 10 ottobre, rincasando da una giornata asfissiante tenuta a scuola, decisi di uscire con Davide e Alice.

Davide: un tipo spavaldo, un bravo ragazzo, assiduo frequentatore di chiesa, suona diversi strumenti, un talento negli sport, solo che è un po' broccolo, o per meglio dire è lofio.

Alice invece è adorabile come un piccolo cucciolo di panda, tant'è che, vi giuro io stesso, a volte non riesco a prenderla sul serio. Una ragazzina alta si e no 1,60 m (poi ci sono io che avrò 5 cm in più di lei). Ha i capelli ricci biondi, e porta un particolare tipo di occhiali che le fanno gli occhi davvero grandi come le principesse Disney.

Ci incontrammo in piazza Teutoburgo, all'imbrunire prima dell'ora dei vespri. Deciso il da farsi, passeggiammo gaudiosamente nel Corso Empedocle, una delle vie principali di Neante, e ridemmo e scherzammo del più e del meno. È facile svagarsi quando si è accerchiati da doveri e dubbi. Ad un certo punto, come suo solito Davide ha dovuto metterci il suo, non curante della presenza di Alice, domanda di Anna ponendo così la questione: "è da un po' che non si vede Anna, ma si può sapere cosa le hai fatto? Sei sempre così silenzioso, capisco che ti annoia parlare e soprattutto di sentimenti, ma non ti sembra il caso di parlarci di Anna, almeno a me e ad Alice dato che ci conosciamo da parecchio".

Alice fomentò il discorso: "ma veramente, cioè siamo amici, vedi che puoi dirci tutto, tanto non giudichiamo, almeno non io" girandosi verso Davide con un sorriso provocatorio tipico di lei.

"Vi fate troppi problemi, non è successo niente di grave, semplicemente non andava per me, e quindi l'ho lasciata. Mica potevo stare con lei se non provavo più niente, è come se la prendessi in giro" dissi con tono sufficiente osservando i passanti, e le piccole botteghe che accompagnavano la visuale.

"Non nego che tu abbia fatto bene, però ti è sembrato il caso di dirlo di fronte al resto della comitiva, mentre che eravamo a casa di Alessia mentre che aspettavamo i panini? E alla fine te ne sei andato senza salutare nessuno, come tuo solito, neanche hai mangiato mi pare" ella sbottò stizzita dal mio comportamento. Anche se in quella botte piccola vi era solo comprensione e bontà d'animo, non ci sarebbe mai stato spazio per l'odio e l'invidia.

L'eroe deviato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora